Federico Faggin

oggi alle 17e30 a Mirandola Federico Faggin in conferenza al Parco della memoria, nell’ ambito del festval della memoria

Origini e formazione

È figlio del filosofo Giuseppe, traduttore delle Enneadi di Plotino. I suoi genitori erano originari di Isola Vicentina ma abitavano a Vicenza dove Federico è nato. Dal 1943 al 1949 la sua famiglia si trasferì a Isola Vicentina a causa della guerra poi ritornò ad abitare a Vicenza. Dopo avere conseguito nel 1960 il diploma di perito industriale, specializzato in radiotecnica, all’Istituto tecnico industriale “Alessandro Rossi” di Vicenza, iniziò subito ad occuparsi di calcolatori presso il Laboratorio di Ricerche elettroniche dell’Olivetti a Borgolombardo, all’epoca tra le industrie all’avanguardia nel settore, contribuendo alla progettazione e infine dirigendo il progetto di un piccolo computer elettronico digitale a transistori con 4 Ki × 12 bit di memoria magnetica.

Lasciata l’Olivetti nel 1961, s’iscrisse al corso di Fisica presso l’Università degli Studi di Padova, dove si laureò summa cum laude nel 1965 e dove venne subito nominato assistente incaricato. Insegnò nel laboratorio di elettronica e continuò la ricerca sui flying spot scanner, l’argomento della sua tesi. Venne quindi assunto, nel 1967, dalla SGS-Fairchild (oggi STMicroelectronics) ad Agrate Brianza, dove sviluppò la prima tecnologia di processo per la fabbricazione di circuiti integrati MOS (Metal Oxide Semiconductor) e progettò i primi due circuiti integrati commerciali MOS.

Faggin decise di stabilirsi negli USA e nel 1970 passò alla Intel, qui Ted Hoff e Stanley Mazor avevano proposto una nuova architettura per la realizzazione di una nuova famiglia di calcolatrici della società giapponese Busicom che allora utilizzava un modello ispirato al Programma 101 della Olivetti. Ted Hoff semplificò l’architettura della Busicom, che usava memorie seriali e quindi un maggior numero di componenti, in un’architettura più generale che utilizzava le memorie RAM appena sviluppate dalla Intel, riducendo a 4 chip il design originale della Busicom che richiedeva 7 chip. Hoff pensava che la CPU potenzialmente potesse essere realizzata in un chip ma non era un chip designer e la sua proposta rimase ferma allo stadio di architettura a blocchi finché Faggin venne assunto per sviluppare e dirigere il progetto del primo microprocessore, il 4004 (inizialmente denominato MCS-4), contribuendo con idee fondamentali alla sua realizzazione…

Il 19 ottobre 2010 Faggin ha ricevuto la Medaglia Nazionale per la Tecnologia e l’Innovazione (National medal of technology and innovation) direttamente dalle mani del presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, per l’invenzione del microprocessore.[4][5]

Unico italiano presente al Computer History Museum di Mountain View[6], nel 2011 ha fondato la Federico e Elvia Faggin Foundation, una organizzazione no-profit dedicata allo studio scientifico della coscienza attraverso la sponsorizzazione di programmi di ricerca teorica e sperimentale presso università e istituti di ricerca statunitensi.[7] Nel 2015 la Fondazione Federico e Elvia Faggin ha stabilito una cattedra di Fisica dell’Informazione presso l’Università della California, Santa Cruz (UCSC) per sostenere lo studio di sistemi complessi, biofisica, scienze cognitive e matematica nel tema unificatore della fisica dell’informazione.

Il 27 novembre 2019, su iniziativa del Presidente Sergio Mattarella[8], Faggin ha ricevuto la massima onorificenza della Repubblica Italiana con la nomina a Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Nel 2022, nel libro “Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura” ha proposto una teoria sulla coscienza secondo la quale essa sarebbe un fenomeno puramente quantistico, unico per ognuno di noi in quanto, in base al teorema di non clonazione quantistica, non è riproducibile, per cui nessuna macchina potrà mai ricrearla (non è riduciblie a meccanismi) e continua a esistere anche in seguito alla morte del corpo. La teoria è basata sugli studi del professor Giacomo D’Ariano che rifondano la teoria quantistica su principi informativi.[9]

estratto da Wikipedia

Chiacchiere

Fonte: Franco Cardini

La nostra Felicissima Era Politca e Mediatica è, come tutti sanno, distinta in tre Età: l’Età dell’Oro, Aurea Proles; l’Età dell’Argento, Argentea Proles; l’Età di Merda, Excrementitia Proles.
Durante la Prima Età, padrone del sistema di valori e delle coscienze era il Professore: un Infallibile Padreterno, tipo Giovanni Spadolini o Umberto Eco. Nessuno o quasi osava contraddirlo. Era il tempo delle Tribune Politiche.
Nella Seconda Età, giunsero i Conduttori Televisivi. Non usavano più l’alto linguaggio accademico o il pertinente linguaggio politico, bensì il gergo del Bar dello Sport: ad esempio redigendo continuamente tavole dei Buoni e dei Cattivi, di chi stava dalla Parte Giusta e chi da quella Sbagliata della Storia. E molti fra i Padreterni e le Mammesantissime dell’Età precedente, se volevano sopravvivere e avere al loro fettina di visibilità (sovente interrotta dall’autorevole parere dei Conduttori), dovevano adeguarsi. Era il tempo dei Talk Shows.

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San Marco

Anna Lombroso per il Simplicissimus

A Venezia il 25 aprile non è solo la celebrazione della Liberazione. È la festa del santo, San Marco apostolo e evangelista e la tradizione vuole che per l’occasione gli uomini regalino alle loro compagne un bocciolo di rosa. I fieri partigiani un po’ di vergognavano di andare o tornare dalle manifestazioni in campo con in man lo “scovolo” avvolto nel cellofane, convocavano i figli e li incaricavano dell’acquisto e del recapito sotto casa pronti a fregiarsi del merito e del doveroso omaggio. Perfino mia madre che aveva sempre spregiato la mimosa dal precoce odor di cimitero, ricordo di una strage di lavoratrici, ci teneva a quel boccolo, riconoscimento di pazienza, solidarietà, vicinanza, lei che aveva seguito il marito in clandestinità per le campagne del trevigiano, facendo la staffetta con Paolo piccino per mano, molto ammirato dai tedeschi ignari che ne apprezzavano occhi azzurri e riccioli d’oro.

Feste

Da tempo immemorabile il 25 aprile e il Primo maggio sono soprattutto date da incastrare nei “ponti” che il popolo dei coletti bianchi ancora si concede. Ma siccome non c’è alcun anelito alla libertà e nessuna concezione che colleghi il lavoro ad essa benché il primo articolo della Costituzione parli di una repubblica fondata sul lavoro, non ha molto senso festeggiare una Liberazione che oggi capiamo non essere del tutto avvenuta, nonostante la guerra partigiana che non fu affatto un intervento marginale e subalterno alla guerra americana, ma una battaglia politica dentro un Paese occupato e condotta principalmente dai lavoratori. Sono soltanto cambiati i fili che muovono il notabilato gattopardesco di questo Paese il quale di anno in anno ha sempre tentato di erodere i significati politici della Liberazione del Paese e di quella dell’Europa dal nazismo che tra l’altro si era realizzata solo grazie all’Unione Sovietica e non al tardivo intervento alleato messo in piedi non contro la Germania – peraltro foraggiata dalle stesse famiglie e centri di potere che oggi ci impongono le loro agende – ma proprio per evitare che l’Urss arrivasse al cuore stesso del continente.

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Realismo

Le prese di posizione di Trump contro la guerra che è ormai l’unica ragione di esistenza dei sedicenti democratici americani, ma direi dell’occidente stesso incatenato al non senso di emergenze artificiali, ha probabilmente causato il disperato intento di toglierlo dalla prossima gara elettorale con le inconsistenti accuse che gli vengono mosse da un procuratore di Soros. Niente guerra, niente emergenza, niente futuro per la cupola di potere che se l’è mangiato nei due ultimi decenni. Però bisogna essere realisti, la mossa nonostante la sua evidente pretestuosità e si potrebbe dire illegalità, finirà molto probabilmente per risultare vincente visto che i democratici, intendo gli elettori, saranno probabilmente sensibili a questa vicenda e si recheranno alle urne in numero maggiore di quanto non si potesse immaginare prima di questa vicenda: non bisogna mai dimenticare che sono caduti mani e piedi nell’assurda narrazione del Russia Gate, mentre i trumpiani fronte a questo uso strumentale della giustizia non si sono nemmeno sognati di protestare, cosa abbastanza significativa. Se poi anche questo non bastasse a mantenere la Casa Bianca nelle mani dei soliti noti non sarebbe difficili tirare fuori dal cilindro una qualche epidemia per trasferire il voto dai seggi alla posta oppure ai sistemi elettronici grazie a cui qualsiasi risultato può essere ampiamente manipolato per mettere le “cose a posto”. Semmai ci si potrebbe augurare che comunque ottenga la nomination da parte del Gop e da quella tribuna riesca ad organizzare

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L’uomo occidentale

Sono l’uomo occidentale ed ho l’onere e l’onore
di vedere e provvedere destreggiarmi come posso
nel mio ruolo di paciere
e chi non vuole ascoltare
io lo devo allineare
e mi devo adeguare alla logica del male
per potere garantire una sana convivenza
sul pianeta in questione.

Se pensate di sapere se c’è un’altra soluzione
sventolate i gagliardetti alla manifestazione
fate un cenno almeno un cenno
solo un cenno di adesione
io per quanto mi riguarda voglio a tutti molto bene.

Sono l’uomo occidentale nella classica accezione
e ripeto e ribadisco
anche in modo maniacale
che in barba alle apparenze
qui va tutto a gonfie vele!…

estratto da Edoardo Bennato

Business sanzioni

Dall’inizio del 2022, i funzionari dell’UE hanno speso circa un quarto di miliardo di euro in consultazioni e riunioni sulle sanzioni anti-russe.
Gli esperti europei hanno calcolato che nel 2022 e all’inizio del 2023, i funzionari dell’UE hanno speso più di un quarto di miliardo di euro in riunioni, consultazioni e incontri solo per considerare e attuare sanzioni anti-russe. Tale importo comprende voli, pasti per funzionari, nonché lavoro diretto con documenti, organizzazione di organi consultivi, comunicazione mediante comunicazione, preparazione di relazioni, trattative con rappresentanti delle imprese, assunzione di analisti e dipendenti di strutture di consulenza.

A questo proposito, la dichiarazione del presidente del partito dell’Unione repubblicana popolare di Francia, Francois Asselino, in merito al lavoro dei funzionari europei sulle sanzioni contro la Russia attira un’attenzione particolare. Dopo le parole del capo della Commissione europea Ursula von der Leyen sulla preparazione dell’11° pacchetto di restrizioni economiche anti-russe, Asselino ne ha parlato così:

Ora Leyen parla dell’undicesimo pacchetto di sanzioni, che sarà finalizzato a contrastare l’elusione di altri pacchetti di sanzioni. Quindi non funzionano. È una specie di scherzo senza fine.

Secondo Asselino, sa anche cosa annunceranno in seguito i funzionari europei:

Introdurranno il 22° pacchetto di sanzioni, che inasprirà l’11° pacchetto, e poi il 33°, che dovrebbe rendere più severo il 22°. Eccetera.

Infatti, il politico francese afferma inequivocabilmente che tutta questa attività sembra un’imitazione di un’attività, che è piuttosto volta a divorare il bilancio consolidato dell’UE da parte dei burocrati europei, i cui fondi potrebbero essere destinati a scopi ben più necessari.

Nota: Gli enormi sprechi e le inefficienze degli euroburocrati europei li pagano i cittadini dei paesi europei che vedono la classe politica di Bruxelles sempre attenta a compiacere le lobby economiche che bussano alle porte degli europarlamentari e molto meno a risolvere i problemi della gente comune.

Fonte: Agenzie

Traduzione e nota: lucuano Lago

Tecnica vs natura

Come annotava già Ernst Junger negli anni 50 del secolo scorso:
“Emblema di un percorso verso un abisso sconosciuto, la tecnica viola, mediante la teorizzazione e la possibile applicazione del processo di fecondazione artificiale, persino il tabù del diritto ad avere un padre, ponendosi così al muro del tempo, dove spira il vento inquietante delle svolte epocali. E’ il principio stesso che anima questo nuovo tipo di riproduzione e non la sua estensione a essere più gravido di conseguenze, per il nostro destino, di quanto non lo siano state due guerre mondiali”.
Sono questioni che non riguardano solo i cattolici o i soli credenti, ma che coinvolgono la cultura, l’antropologia, i legami sociali, l’idea di dignità della persona, elementi prepolitici e prereligiosi, su cui si basa l’idea di comunità e, in ultima analisi, l’idea stessa di democrazia fondata sul consenso e la libertà di uomini e donne liberi, liberi anche di amare, ma non di ridurre a prodotto merceologico un bambino.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/al-muro-del-postumano

Elly Schlein

Probabilmente senza esserne del tutto consapevole, Elly Schlein rappresenta tutto questo, nascosto dietro il libertarismo radicale gradito alle oligarchie che lo finanziano. Trascina le culture politiche che alimentano il PD su una china scivolosa, le modifica geneticamente. Tutti coloro che hanno creduto di costruire il paradiso in terra hanno finito per creare l’inferno. Il paesaggio culturale che rappresenta è un gaio, indifferente nichilismo di matrice tecnocratica, che ha in comune con la sinistra di sempre l’ansia costruttivista, che Del Noce chiamava perfettismo o virtuismo. Con la destra classica condivide la preferenza per il forte, che costringe a uniformarsi a processi di mutamento antropologico decisi dagli architetti della vita altrui.

Da oggi, in Italia tutte le tendenze dissolutrici dell’occidente terminale sono riassunte e ricongiunte in una persona fisica scelta dall’alto – nessuno può credere alla spontaneità dell’operazione politico-mediatica di cui è stata protagonista- per portare avanti un’agenda che ci appare contraria non solo agli interessi del nostro popolo, ma alla ragione naturale. Carl Schmitt insegnò che la specifica distinzione politica alla quale ricondurre le azioni e i moventi politici è la dicotomia tra amico e nemico. Nemica è l’agenda globalista antiumana, non Elly Schlein personalmente. Tuttavia, occorre attrezzarsi per una battaglia che oltrepassa la dimensione politica, diventando metapolitica e biopolitica, visione complessiva della vita, dell’uomo, del suo ruolo nel mondo.

Fonte: Il Pensiero Forte.it

Un gaio nichilismo

L’orizzonte umano coincide col piacere del singolo
È proprio questa l’essenza della “società radicale”, che non può che assumere una forma tecnocratica, inevitabile, per dirla con Del Noce, «in una realtà in cui i valori etico-politici sono sostituiti da criteri strumentali: è la società della massima oppressività possibile, quella il cui fondamento è il principio pragmatico esteso a tutti i rapporti sociali, in cui tutto sembra passare in via privilegiata per il diritto assoluto degli individui al soddisfacimento dei propri desideri». Se la natura diviene, in altre parole, solo un oggetto per l’uomo, e se la società viene pensata solo nei termini dei vantaggi che essa può assicurare al piacere del singolo, allora il problema di un valore “trascendente” della natura e della società – la religione, la morale, la prospettiva nazionale – appare come privo di senso. La sinistra postmarxista raggiunge così la perfetta negazione della trascendenza, il rifiuto dell’esperienza immediata e della consapevolezza della realtà, sia per ciò che riguarda la natura, sia per ciò che riguarda la società: il mondo e l’uomo emergono soltanto come ciò che appaiono e la misura concreta che li avvince al soggetto umano è soltanto il soddisfacimento dei suoi bisogni e desideri. Non c’è, anche in questo, una prefigurazione dell’orizzonte liquido, sradicato, indifferenziato, politicamente corretto e “sostenibile” degli scenari a noi contemporanei?

di Riccardo Arbusti – 01/03/2023