Favole

Come qualsiasi psicologo sociale può confermare, fin dall’infanzia noi preferiamo le favole alla realtà (e in seguito poi le confondiamo) e così accade che, nel corso della nostra vita, incontriamo molte persone pronte (per fede, interesse o ignoranza) a raccontarcene.

Cominciano i nostri genitori rispondendo ai nostri perché con fantasiose storie (non tutti hanno studiato filosofia); continuano gli insegnanti, poi il ragazzo/a, amici, politici di turno, autorità, scienziati e così via.

Per non parlare dell’industria dello spettacolo il cui mestiere è proprio quello di intrattenerci con storie più o meno verosimili.

E così accade che fede e speranza ci vengono elargiti a piene mani (tanto non costano nulla) da persone molto caritatevoli; fino a che, sempre inseguendo la carota che ci mettono davanti, non crepiamo tra le stanghe del carretto che abbiamo tirato tutta la vita.

Il secolo breve

Kandinsky. La collezione del Centre Pompidou è la mostra sul grande maestro russo che Palazzo Reale di Milano propone dal 17 dicembre 2013 al 27 aprile 2014.

Quelli della mia generazione che hanno potuto studiare si aspettavano che, venute meno le ristrettezze economiche, automaticamente la gente avrebbe maturato nuove coscienze e conoscenze.

Come chiunque può constatare, ciò non è successo e i nuovi media, per molti versi meritevoli, che potenzialmente potrebbero avvicinare tutti alla cultura,  sembrano incapaci di fermare il degrado.

In molte case non c’è neanche un libro, internet viene usato per scambiarsi chiacchiere da bar, in TV i canali generalisti la fanno ancora da padrone, al cinema non si vedono opere con un minimo di spessore.

Nonostante festival e mostre vantino migliaia di visitatori, per molti quello di Kandinskij , è solo uno scarabocchio infantile; davvero il novecento si può definire un secolo “breve”, così breve che sembra non sia mai stato vissuto.

Kabarett

Nel video Ute Lemper, nata nel 1963 e che, ovviamente, non poteva essere oppositrice di Hitler; altri interpreti quali la Dietrich appunto, e Lotte Lenja, Rosa Valetti, Kurt Gerron – sono le principali esperienze ma non le uniche, i nomi più noti ma non i soli, che contribuirono a creare il cabaret letterario tedesco e che da esso furono, più o meno direttamente, influenzati.

Sulla repubblica di Weimar cfr.http://anni60.terzapagina.info/paolog/articoli/weimar.htm

 

Anarres

ANARRES, RIVISTA DI STUDI SULLA SCIENCE FICTION

Dopo diversi anni di gestazione vede finalmente la luce la nuova rivista di critica della science fiction. Collaborano i migliori esperti del settore.

Fantascienza.com presenta un nuovo progetto di grande respiro e di altissima qualità. Si chiama Anarres, ed è la prima rivista di studi sulla science fiction che esce in Italia dai tempi di La città e le stelle, due decenni fa. Una rivista che ha richiesto vari anni di preparazione, di selezione dei collaboratori e dei testi, di definizione degli obiettivi e della struttura, nonché di sviluppo del sito.

Perché una rivista di critica? “Mentre, ci si assicura, la fantascienza e in generale il fantastico hanno raggiunto un riconoscimento e pieno diritto di cittadinanza nella cultura del nostro paese, è ancora più grave l’assenza di uno spazio che rivolga in maniera sistematica un’attenzione rigorosa e scientifica al genere” rispondono i due curatori, Alessandro Fambrini e Salvatore Proietti, in redazione insieme a Vittorio Catani. “Troppo spesso si dà per scontato un buon senso comune, sulla fantascienza e sulla letteratura popolare in generale, che si rivela un rifiuto di affrontarle con gli strumenti che normalmente la critica riserva a generi più “rispettabili”; o, specularmente, un modo per dar legittimità a pochi testi o autori, ammettendoli a malincuore alla periferia del canone negandone comunque le origini testuali e istituzionali, cancellandone dunque la storia.”

Sia Fambrini sia il direttore Proietti sono insegnanti universitari di letteratura ma anche ben noti nel fandom e nell’ambiente editoriale italiano della fantascienza, come ben noto è Vittorio Catani, da sempre uno dei critici più autorevoli. E proprio questa ambivalenza dei curatori è una delle specificità della rivista, “Cercando di far da punto di contatto fra la critica accademica e la critica degli insider, si darà spazio a ricerche svolte anche al di fuori dell’università”.

Il primo numero dedica una sezione monografica a Ursula K. Le Guin, autrice tra i tanti capolavori anche del romanzo The Dispossessed in cui viene descritto il pianeta anarchico Anarres che dà il nome alla rivista. “Ci è sembrato che la sua fede laica nell’utopia e nella creazione letteraria di mondi fantastici complessi e articolati, riaffermata attraverso generi e decenni, fosse per noi il migliore di tutti i modelli. A lei va il nostro secondo ringraziamento, per i suoi libri e per il sostegno che ci ha trasmesso via email.”

Tra i collaboratori Fredric JamesonDarko Suvin (uno dei maggiori critici della sf a livello internazionale), Daniela GuardamagnaMassimo Del Pizzo e altri.

La rivista è online all’indirizzo www.fantascienza.com/anarres. A giorni sarà disponibile anche la versione stampata e la versione ebook.
» Anarres 1 (stampata) su Delos Store http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=40768
» Anarres 1 (ebook) su Ultima Books http://www.ultimabooks.it/anarres-1