In altri tempi vi era un senso superiore di appartenenza alla comunità, nel quale l’individuo si identificava non tanto rivendicando diritti ma soprattutto adempiendo a doveri, e cioè seguendo scrupolosamente delle regole collettive di comportamento.
Il processo del progetto cosmopolitico al quale siamo stati e siamo sottoposti ha l’effetto implicito di investire le civiltà e le culture, cioè i popoli e gli Stati, privandoli della loro identità e della loro dignità. Confutare questo, semplicemente vedendo lo stato attuale delle cose, è impossibile. Una società, una collettività privata dello spirito comune è semplicemente una massa di individualità che non si sente legata a nulla se non a ogni proprio particolare. Estranei uno all’altro. Sperare che possano unirsi per una causa comune che necessita di mettere in campo tutto se stessi (non si penserà mica che ci lascino fare una rivoluzione pacata e democratica, vero?) è una speranza vana se prima non ci si riprenderà – o rifonderà – lo spirito della collettività.
estratto da: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=print&sid=10498
omai è chiara la censura che si applica ai video scomodi; per questo li sostituisco con i testi scritti:
L’appartenenza
Non è lo sforzo di un civile stare insieme
Non è il conforto di un normale voler bene
L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé
L’appartenenza
Non è un insieme casuale di persone
Non è il consenso a un’apparente aggregazione
L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé
Uomini
Uomini del mio passato
Che avete la misura del dovere
E il senso collettivo dell’amore
Io non pretendo di sembrarvi amico
Mi piace immaginare la forza
Di un culto così antico
E questa strada non sarebbe disperata
Se in ogni uomo ci fosse un po’ della mia vita
Ma piano piano il mio destino
È andare sempre più verso me stesso
E non trovar nessuno
L’appartenenza
Non è lo sforzo di un civile stare insieme
Non è il conforto di un normale voler bene
L’appartenenza
È avere gli altri dentro di sé
L’appartenenza
È assai di più della salvezza personale
È la speranza di ogni uomo che sta male
E non gli basta esser civile
È quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
Che in sé travolge ogni egoismo personale
Con quell’aria più vitale che è davvero contagiosa
Uomini
Uomini del mio presente
Non mi consola l’abitudine
A questa mia forzata solitudine
Io non pretendo il mondo intero
Vorrei soltanto un luogo, un posto più sincero
Dove magari un giorno molto presto
Io finalmente possa dire: “Questo è il mio posto”
Dove rinasca non so come e quando
Il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo
L’appartenenza
Non è un insieme casuale di persone
Non è il consenso a un’apparente aggregazione
L’appartenenza
È avere gli altri dentro di sé
L’appartenenza
È un’esigenza che si avverte a poco a poco
Si fa più forte alla presenza di un nemico
Di un obiettivo o di uno scopo
È quella forza che prepara al grande salto decisivo
Che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
In cui ti senti ancora vivo
Sarei certo di cambiare la mia vita
Se potessi cominciare a dire “noi”
Fonte: Musixmatch
Compositori: Gaberscik Giorgio / Luporini Alessandro
Testo di Canzone dell’appartenenza © Curci Edizioni S.r.l., Warner Chappell Music Italiana Srl