Tutti ormai conoscono quella dei Maya (che poi è la fine del calendario, non una profezia), ma la letteratura ne ha prodotte molte altre, specialmente quella religiosa, dove la fine del mondo era inevitabilmente associata al cattivo comportamento della umanità.
Se così fosse avremmo dovuto essere distrutti già da tempo (e lo faremo probabilmente noi stessi, continuando così); comunque caratteristica delle profezie è spostare sempre la fine in un tempo futuro, quasi ad esorcizzare la nostra personale fine, che è invece certa e sicura.
cfr. anche http://issuu.com/afenice/docs/finemondo?mode=window&viewMode=singlePage
Sembra che, tutto sommato, i Maya non abbiano sbagliato di molto: secondo la nota profezia di Malachia (che , con le dimissioni di Benedetto XVI, è diventata attuale) siamo giunti all’ultimo papa.
San Malachia lo chiama “Pietro il Romano” e su di lui si dilunga:
“In persecutione extrema Sacrae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septis collis diruetur, et Judex tremendus judicabit populum suum. Amen” (Durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà (sul trono) Pietro il Romano, che pascolerà il suo gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli sarà distrutta e il giudice tremendo giudicherà il suo popolo)”
L’ultimo papa si chiamerebbe come il primo: Pietro. Strano infatti che sino ad ora nessun papa abbia mai pensato di chiamarsi come il loro primo precursore…
Alla profezia di San Malachia ne fanno eco altre due.
La prima sotto forma di maledizione fu lanciata da Jacques De Molay, ultimo gran maestro dei Cavalieri Templari che mentre bruciava nel rogo profetizzò la fine della Chiesa 700 anni dopo quel giorno. Correva l’anno 1314…
estratto da Italo Romano in http://www.oltrelacoltre.com/?p=15608