Ai confini della realtà (The Twilight Zone) è una serie televisiva di genere fantascientifico trasmessa in tre diversi periodi dalla televisione americana. La serie classica, creata da Rod Serling e che vide tra gli sceneggiatori Richard Matheson e Ray Bradbury andò in onda dal 1959 al 1964
la schizofrenia di dover essere in due posti contemporaneamente (uno reale, l’altro virtuale), ed una discreta perdita delle capacità di interazione sociale nel mondo reale. http://www.oltrelacoltre.com/?p=16952
Le frasi nei film hanno davvero cambiato la coscienza (e il subconscio) collettivo, e alcune frasi declamate da occhioni imploranti, da bocche seducenti, da proprietari di spalle possenti o lunghe gambe dinoccolate, hanno contribuito poi a creare e costruire nuove mitologie distruggendone delle altre. Nascono anche grandi affari, perché frasi e immagini producono suggestioni e attrattive che muovono milioni e milioni di turisti, desiderosi di andare là, proprio in quel punto specifico, su quella veranda particolare, con quella luce, per poter rivivere il magico momento che l’attore/attrice di turno ci aveva regalato sullo schermo.
La città d’Europa che da 50 anni è leader, assoluta e incontrastata, come meta turistica, è Parigi. Non ha rivali. Un divertente studio analitico di quattro anni fa, condotto da un’equipe di sociologi californiani, aveva individuato le tre frasi più ricorrenti, famose e ripetute del cinema americano dal 1956 al 2006.
Al primo posto assoluto c’è la frase “I’m going to Paris”:
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La seconda frase più famosa e ripetuta è “I’m not on sale” (non sono in vendita) inconcepibile per una etnia come quella italiana, basata sulla furbizia e sull’abilità, quindi sulla vendita immediata di se stessi al miglior offerente.
La terza è “I’m on my way” (me ne vado per la mia strada); anche questa inimmaginabile per gli italiani, dato che questo è un paese dove la strada viene segnata e segnalata da qualcun altro, molto spesso dal proprio partito. In Italia nessuno può andarsene per la sua strada perché le consorterie hanno costruito diabolicamente una società composta da strade che sono solo apparenti, in realtà dei vicoli ciechi e per i più l’unica alternativa è l’ufficio passaporti per l’esilio volontario.
È soprattutto l’economia il sapere privilegiato verso cui vengono dirottati le giovani teste pensanti chiamate a cessare di essere tali. L’economia è oggi scienza dominante e, insieme, scienza del dominio: il suo fine precipuo è di addomesticare le giovani teste pensanti all’ordine della globalizzazione, affinché, dunque, cessino di pensare e si limitino a riprodurre tautologicamente l’esistente.