La mia opinione sulle vagine non è mai certa, mai definitiva, nel bene e nel male.
E’ un po’ come se fosse costantemente in bilico (ndr: confesso pubblicamente che sono 6 anni che non riesco più a dire “in bilico” senza che la mia mente canticchi “tra santi e falsi dei”) tra le peggiori nefandezze e le più celestiali e autoreferenziali celebrazioni.
Perché io, detta in totale franchezza, dopo tant’anni (e manco ne avessi 82) mica l’ho capito se noi vagine siamo “superiori” o “inferiori” (e qui ci starebbe un commento brillantone del tipo “ma no, siamo soltanto diversi…”).
Perché, sì, ok, va bene, noi possiamo tecnicamente, in linea di principio, sfornare la prole. Abbiamo l’intuito, siamo profonde, multi-tasking, eclettiche, poliedriche, sensibili, forti e deboli, armoniose e contrastate, siamo il bene e insieme il male, dio quanto ci amiamo, dio quanto ci odiamo…(e sì, evitero di attaccare…
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