Il primo giorno di lavoro sono arrivato in ufficio con un completo marrone di velluto a coste e la cravatta, perché il responsabile delle risorse umane mi aveva raccomandato di indossare il completo e la cravatta, almeno il primo giorno, “per riguardo verso i nuovi colleghi”. L’ufficio era composto da cinque impiegate, la capoufficio si è presentata e mi ha detto: “Non abbiamo una scrivania per te, siediti al mio posto e aspetta”. Dopo una settimana ero ancora lì ad aspettare. Solo che nel frattempo non ero riuscito a restarmene seduto, insomma mi ero messo a dare una mano alle mie nuove colleghe per riordinare degli elenchi in Excel sforzandomi di trovarlo un lavoro interessante. Fin dal primo giorno ho avuto l’impressione che lì la mia presenza fosse superflua, che ero stato assunto all’unico scopo di giustificare la somma di denaro che mi avrebbero versato ogni mese, che non mi era riconosciuto alcun tipo di professionalità, che in cambio dello stipendio dovevo solo fare un piccolo sacrificio: rinunciare a essere libero per cinque ore al giorno.
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