Gettiamo via con noncuranza ciò che non siamo in grado di procurarci da soli con gli occhi puntati solo al portafoglio, senza pensare che i soldi sono solo mucchi di carta o stringhe in un sistema informatico. E tutto per appropriarci di beni che non ci sono di alcuna utilità.
Come sottolinea Herman Daly, “la crescita diventa anti-economica quando gli incrementi della produzione costano, in termini di risorse e benessere, più del valore dei beni prodotti. Una popolazione in crescita anti-economica arriva al limite di futilità, il punto in cui l’aumento dei consumi non aggiunge alcuna utilità; una crescita anti-economica produce rapidamente più mali che beni, e ci rende più poveri invece che più ricchi.
Fonti
Herman Daly, L’economia in un mondo pieno, in Le Scienze, numero 447, novembre 2005
L’articolo Il capitale naturale, l’unico di cui non possiamo fare a meno sembra essere il primo su L’ intellettuale dissidente.
Vi sto scrivendo dal Cairo. Sono in missione con la Commissione Affari Esteri. Oggi ho incontrato leader di partiti, giornalisti, esponenti della società civile e il neo-presidente Al-Sisi al quale abbiamo chiesto ragguagli anche sulla condanna dei giornalisti di al Jazeera. Ebbene ho scoperto che alcuni scafisti che conducono i migranti verso le nostre coste sono ex-pescatori costretti al “contrabbando di uomini” dall’impoverimento del mare egizio. Tale impoverimento è anche dovuto a certe direttive della UE. Ovviamente approfondirò la questione (mi sto dedicando alle cause dell’immigrazione clandestina, dedicarsi soltanto agli effetti significa non voler risolvere il problema) tuttavia questo è un esempio che dimostra quanto le abitudini alimentari producano problemi sociali, economici o addirittura geopolitici.
Le mono-coltivazioni di cereali rivolte agli allevamenti intesivi sono una delle cause dell’abbandono delle campagne da parte dei contadini che si riversano nelle periferie degradate delle città per poi fuggire direzione UE o USA. Ci avevate mai pensato?
Avete mai pensato che gli allevamenti intensivi di bovini sono responsabili dell’effetto serra e di quei cambiamenti climatici che producono siccità e desertificazione ovvero cause dell’immigrazione clandestina?
Avete mai pensato a quanto il consumo occidentale di carne (per produrre una proteina animale ne occorrono 7 vegetali) abbia spinto classi dirigenti africane a disincentivare l’agricoltura di sussistenza la cui perdita causa povertà, altra responabile dell’immigrazione clandestina?
Avete mai pensato che molte guerre vengono combattute per il rifornimento idrico fondamentale per l’industria della carne?
Noi cittadini per essere davvero sovrani dobbiamo imparare a ragionare “di insieme”. Così come le riforme costituzionali non possono essere pensate tralasciando problematiche quali corruzione e conflitto di interessi così il tema dell’immigrazione clandestina (nei prossimi mesi sarà ancora più drammatico) non può essere analizzato senza considerare una sere di questioni quali persino l’educazione alimentare a livello globale.
Resto dell’idea che i cittadini africani (salvo rifugiati, studenti o lavoratori con contratto) devono stare a casa loro perché l’Africa è casa loro e perché paesi come l’Italia, ad oggi, hanno capacità di accoglienza limitate; resto dell’idea che i flussi migratori vadano regolarizzati e chi dice questo non è affatto uno xenofobo ma una persona intelligente e realista; allo stesso tempo studio la questione e ritengo che sia compito di tutti rimuovere gli ostacoli alla prosperità e allo sviluppo a livello globale. Ebbene la prosperità potrà esserci solo attraverso un nuovo (o forse antico) rapporto con la terra e una nuova (o forse antica) alimentazione basata soprattutto su cereali, legumi, frutta e verdura.
Mangiare meno carne è una scelta politica che ognuno di noi deve fare. E’ difficile, per lo meno per me lo è ed è proprio per questo che il legislatore (le commissioni ambiente e agricoltura M5S si stanno occupando del tema con diverse proposte di legge) deve trattare urgentemente la questione. A riveder le stelle!
Alessandro Di Battista