Asservimenti di successo

Citazione

Etienne de La Boétie ci ricorda quanto l’abitudine alla servitù faccia perdere di vista la condizione stessa della servitù. Non perché gli uomini «dimentichino» di essere infelici, ma perché perseverano in questa infelicità come un fatum, rispetto al quale non avrebbero altra scelta se non sopportarlo, oppure come un semplice modo di vivere al quale finiscono per abituarsi. Gli asservimenti di successo sono quelli che riescono a separare nell’immaginazione degli asserviti le passioni tristi dell’asservimento dall’idea stessa di asservimento – la quale è sempre suscettibile, quando si presenti chiaramente alla coscienza, di far nascere progetti di rivolta. Occorre avere bene in testa questo avvertimento di La Boétie per darsi il compito di tornare al «nocciolo duro» della servitù capitalistica e misurarne la profondità di incrostazione, a un livello talmente sconvolgente da non sconvolgere più nessuno: ci sono individui – chiamati padroni – che «possono» portarne molti altri a farsi arruolare dal loro desiderio e a mobilitarsi per loro.

Citato da Gabriella Giudici in http://gabriellagiudici.it/frederick-lordon-il-lavoro-salariato-paradossi-della-servitu-volontaria/

Familismo amorale

di Gabriella Giudici

Quello che una volta era considerato “Familismo Amorale” – secondo la definizione coniata dall’antropologo americano Edward Banfield per descrivere il comportamento degli abitanti del Borgo di Chiaromonte in Basilicata, nel quale si massimizzavano “unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo” – è stato talmente tollerato da diventare una sorta di autodifesa legittimata, che portava naturalmente l’individuo a perseguire solo l’interesse della propria famiglia e mai quello della comunità.

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“Il primo centro di potere è la famiglia”, scriveva Barzini, corollario del “tengo famiglia” di Longanesi. “L’organizzazione legittima o illegittima della quale la famiglia fa parte, è il gruppo, il clan, il partito politico, la camarilla, la combriccola, la consorteria, la setta, l’associazione, l’alleanza aperta o segreta, ma per quanto potenti possano essere altrove queste consorterie, di rado esse hanno l’importanza che hanno sempre avuto e hanno tutt’ora in Italia”. E Gramsci: “al partito politico e al sindacato moderni si preferiscono le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari sia legate a classi alte”.

estratto da http://gabriellagiudici.it/il-familismo-amorale/

Era tutto previsto

Video

Forse attribuibili a Spaak (padre di Catherine) sono anche alcune battute finali dello stesso Chiastrino, quando egli invita Anna Maria a passeggiare sottobraccio per Via San Pietro e tutti ipocritamente li salutano: «Il mondo è fatto in una certa maniera, e non saremo noi a cambiarlo. Nessuno le rimprovera di essere quella che è, ma di non avere avuto successo ». O ancora: « Non creda che salutino noi. Non salutano né me, né lei… salutano il miliardo. Impari a giudicarli per quello che sono: questi uomini avrebbero voluto diventare dei “grandi ladri”, ma in genere non ci sono riusciti […]. Le loro donne sono delle povere creature che si sono “vendute” ai mariti. E l’unica forma di ribellione si riduce a qualche tradimento».

http://it.wikipedia.org/wiki/La_spiaggia_%28film_1954%29

Un altro modo di fare poesia

Calligramme Apollinaire

Calligramme Apollinaire

Riconosciti

Questa adorabile persona sei tu
Sotto il grande cappello di paglia
Occhio
Naso
Bocca (invece di La bocca)
Ecco l’ovale del tuo viso
Il tuo collo slanciato  (invece di  Il tuo collo raffinato)
Ecco infine l’imperfetta immagine del tuo busto
adorato
visto come attraverso una nuvola.
Un po’ più in basso c’è il tuo cuore che batte.
Traduzione di Paola Paganelli

Itaca

Stato

Itaca (Costantino Kavafis)

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d’incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d’ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va’ in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
– raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa’ che duri a lungo,per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
Già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Donna, donna

Donna, Donna (spesso anche Dona, Dona) è una canzone famosissima. Nel testo inglese è stata interpretata da autentici mostri sacri: tra questi, Joan Baez e Donovan. La Baez la ha cantata anche recentemente a Firenze, il 27 marzo 2007. Il ritornello della canzone, in yiddish Dona, dona, ma spesso reso anche come Dana, dana o Donna, donna, è ritenuto da alcuni un’invocazione ebraica a Dio (in ebraico: Adonay “mio Signore”).

Un capretto su un carretto va al macello del giovedì
non s´è ancora rassegnato a finire proprio così
chiede ad una rondine -Salvami se puoi-
lei lo guarda un attimo fa un bel giro in cielo e poi risponde
-Siete tutti nati apposta io non c´entro credi a me
c´è chi paga in ogni festa
questa volta tocca a te.-

Un bambino su un vagone va al macello del giovedì
non s´è ancora rassegnato a morire proprio così
chiede ad un soldato salvami se puoi
e lui con la mano lo rimette in fila e poi risponde
-Siete in tanti sulla terra io non c´entro credi a me
c´è chi paga in ogni guerra
e questa volta tocca a te.-

Ora dormi caro figlio sta tranquillo che resto qui
non è detto che la storia debba sempre finire così
il mio bel capretto è nato in libertà
finché sono in vita mai nessuno lo toccherà
la storia te l´ho raccontata apposta perché un giorno pure tu
dovrai fare l´impossibile perchè non succeda più.
Siamo madri e siamo figli tutti nati in libertà
ma saremo i responsabili se uno solo pagherà.

Ora dormi.

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=5848&lang=it

Propaganda

Robert Parry è un giornalista investigativo americano, fondatore del Consortium for Independent Journalism. In un lungo articolo dello scorso 30 gennaio analizza la costruzione del consenso nell’opinione pubblica americana su temi di politica estera.

Il meccanismo propagandistico che viene utilizzato ad ogni crisi, fin dai tempi delle ingerenze statunitensi in America Latina, è stato “scoperto”  – sostiene Parry –  dai conservatori, e consiste nello stabilire un’equivalenza fra personale e  politico. La demonizzazione del leader di turno ha il doppio vantaggio di evitare l’analisi di una situazione nella sua complessità, e stabilire da subito il preciso confine tra buoni e cattivi secondo lo schema vetero-hollywoodiano ancora vivo nell’immaginario del pubblico americano. Chi dissente viene accusato di essere  pro-Cattivo-di-turno, a cui viene assimilato: in pratica un banale argumentum ad hominem, grossolano ma sempre efficace.

Si crea così un gruppo di pensiero ufficiale che aggrega gli allineati ed emargina chiunque esprima dissenso, e si stabilisce un clima di maccartismo, dove lo spirito patriottico di ognuno è misurato dal grado di adesione, o sottomissione, al racconto ufficiale. In questo situazione succede che la maggior parte di coloro che hanno la possibilità di influenzare l’opinione pubblica preferisce o adeguarsi o tacere, per evitare di mettere a rischio  l’impiego o le possibilità di carriera.

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