Felicità

Periodicamente qualche organo di informazione pubblica classifiche di paesi o città per qualità della vita; come sa chiunque lavora con le statistiche tutto dipende dal campione intervistato e dai parametri scelti. Quella dell’ OECD permette, in qualche modo, di personalizzarla, ma (come fa notare il lettore di cui riportiamo il commento) intervengono poi altri fattori di soggettività:

“Sto commentando, per così dire, a braccio, non avendo il tempo di approfondire con la dovuta attenzione il metodo adottato dall’OCSE per determinare il livello di felicità delle 36 Nazioni prese in esame.

Ma, se come mi sembra di capire, sono stati i 65.000 Cittadini intervistati a stabilire il livello della loro felicità, allora è necessario osservare che, più che di una valutazione oggettiva da parte dell’OCSE, si tratta, invece, di una percezione soggettiva da parte dei Cittadini intervistati. E si sa che questi rispondono ai parametri culturali a cui appartengono.

Per un Cittadino di cultura Anglosassone, per esempio, è motivo di soddisfazione di vita il loro connaturato rispetto ed osservanza delle leggi, mentre un Cittadino – si fa per dire – Italiano trae grande soddisfazione di vita dal loro oltraggio ed elusione, al punto da commiserare il raro povero fesso che le rispetta. La stessa cosa dicasi – per fare un altro esempio – del rapporto con le varie mafie: culturalmente spontanea – e fonte anche di soddisfazione di appartenenza – la sottomissione degli Italiani specialmente del Sud, mentre sarebbe una gravissima sofferenza, al punto della non accettazione, per una popolazione di cultura Anglosassone, ipoteticamente posta la loro esistenza nel contesto di questa cultura.

Se gli Italiani potessero tornare alle condizioni lavorative-economiche degli anni 70, 80 e forse anche 90, sono certo che – a dispetto di essere la più corrotta Nazione Europea, a dispetto di vivere sotto una dittatura partitica e mediatica, ed essere una vera e propria porcilaia al posto di Società Umana – sarebbero la Nazione numero UNO in termini di soggettivamente percepita felicità.

Ma se poi dovessimo poi chiedere all’OCSE di fare la sua brava obiettiva valutazione, allora le cose si capovolgerebbero, e pure di brutto. Perché al di sopra di ogni soggettivismo c’è l’oggettivismo di valutare civile o barbara una cultura.

E la nostra risulterebbe appartenere – a nostra completa insaputa – alla barbarie del profondo medioevo!”

estratto da http://www.libero-pensiero.net/quanto-siamo-felici-ecco-la-nuova-classifica-sulla-qualita-della-vita-su-36-nazioni-siamo-al-28esimo-posto/

L’io minimo

Citazione

“In un’epoca di turbamenti la vita quotidiana diventa un esercizio di sopravvivenza. Gli uomini vivono alla giornata; raramente guardano al passato, perché temono di essere sopraffatti da una debilitante “nostalgia”, e se volgono l’attenzione al futuro è soltanto per cercare di capire come scampare agli eventi disastrosi che ormai quasi tutti si attendono. In queste condizioni l’identità personale è un lusso, e in un’epoca su cui incombe l’austerità, un lusso disdicevole. L’identità implica una storia personale, amici, una famiglia, il senso d’appartenenza a un luogo. In stato d’assedio l’io si contrae, si riduce a un nucleo difensivo armato contro le avversità. L’equilibrio emotivo richiede un io minimo, non l’io sovrano di ieri.”

Tratto dal libro di Christopher Lasch “L’Io minimo”

Effetto Dunning-Kruger

Per contrasto, le persone molto competenti sottovalutano le loro capacità, e soffrono di inferiorità illusoria. Questo causa una situazione viziosa, in cui le persone incompetenti si considerano molto superiori alle persone veramente competenti. Il fenomeno spiega anche perché la competenza vera possa indebolire la fiducia in se stessi, in quanto le persone competenti presumono, errando, che gli altri abbiano un livello di comprensione e abilità almeno equivalente al loro. La distorsione cognitiva degli incompetenti deriva da un errore di valutazione di se stessi che può portare a svalutare gli altri, mentre quella dei competenti deriva da una valutazione errata degli altri che può portare a svalutare se stessi.
L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza. – CHARLES DARWIN (naturalista e geologo britannico)
Elevando al cubo la distorsione cognitiva dell’incompetente entriamo nell’incubo: un incompetente fa rete con altri suoi simili e insieme cominciano a diffondere, in modo virale, idee campate in aria sgorgate dalla loro incompetenza. Per rafforzarsi, inconsapevolmente, sostengono che chi non la pensa come loro è in malafede, al soldo di qualche occulto gruppo d’interesse.

Gianluca Magi , I 64 enigmi, Sperling & Kupfer, p.115

Telemaco

foto di Maria Franceschini

foto di Maria Franceschini

Mentre diceva cosi, gli volò a destra un uccello,
un falcone il celere nunzio di Apollo: negli artigli  serrava un colombo, lo spennava e spargeva
a terra le penne, tra la nave e lo stesso Telemaco.
Allora Teoclimeno, chiamandolo a parte dei compagni,
gli strinse la mano, gli rivolse la parola, gli disse:
« Telemaco, non senza un dio è volato da destra l’uccello :
ho capito, a vedermelo in faccia, che è augurale.
Altra stirpe più regale della vostra non c’è
tra il popolo di Itaca, ma sempre voi siete i più forti».
Gli rispose allora giudiziosamente Telemaco:
Oh se questa profezia si compisse, o straniero !

Libro 15 , 525-537

Libro 15 , 525-537


Odissea, fondazione Lorenzo Valla, Traduzione di Aurelio Privitera