2 pensieri su “Per cosa?

  1. Un ragazzo di ventidue anni ha finito ora l’università in uno stato qui vicino. Non sa bene chi è né cosa vuole dalla vita né che cosa gli piace veramente. Dietro consiglio/obbligo dei genitori, ha studiato una materia che gli consentirà salario molto remunerativo. I miei colleghi si chiedono: a che serve un’istruzione su cose che non ti interessano che ti conduce a una vita che non vuoi?

    Siamo alla generazione del “non”, che però, a differenza del primo “osso di seppia” di Montale, almeno si pronunciava. Oggi mi sembra che si vada in automatico competitivo: ritorno sull’investimento di tempo e ottimizzazione dei guadagni (e magari era così anche un tempo da noi: “Cus’a’gh faghia far?”)

    Insomma, il tempo della coscienza (e dell’autocoscienza) è finito. Si è servi della macchina tecnofinanziaria per amore o per forza (d’inerzia). Prevedo sindromi sempre più gravi da ansia e depressione.
    Andrea

    • Oh Sì! Tanto più che finiranno col contagiare anche quelli che saprebbero cosa fare e, in questo contesto, non possono farlo. Quindi avremo anche aggressività e guerre, sola igiene del mondo. 😥

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