A volte viene il momento di “sciogliere” l’opinione pubblica responsabile della sua stessa rovina tramite indifferenza, accidia, delega in bianco, estraneità di comodo: quella che non vuol sapere perché andare al patibolo bendati è meglio, quella che vorrebbe una politica invisibile che sbrigasse gli affari comuni mentre i cittadini stanno pacificamente a curare quelli personali di famiglia, quella che spera in un uomo forte, in una salvezza da fuori magari grazie ai marziani, che si tiene un orrendo presente noto per timore di un ignoto domani, uno sconosciuto altro, magari imprevedibile, magari criptico, ma probabilmente bello, nel quale aspettative, talenti, doveri e diritti trovino il loro posto.
Anna Lombroso
https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/06/14/venezia-fenomenologia-del-meno-peggio/
E mentre i più si allontanano schifati dalla politica, a Venezia vince il Partito Unico Degli Affari.
In quest’ottica, il governo mediocre è uno strumento politico formidabile. Le risorse vengono spese male, creando frustrazione nella massa dei cittadini più sensibile ai valori civici, ma consentendo di disporre sempre di un budget col quale ungere il giro di amici, clienti, simpatizzanti, opinion maker e galoppini che andranno a fornire il voto di scambio che costituisce lo zoccolo duro. Inoltre la frustrazione diventa funzionale a prevenire il rientro nel mercato elettorale dei cittadini illusi una volta di troppo. La delusione spinge verso il “tanto sono tutti uguali” che è il motto del qualunquista che ha stracciato la tessera elettorale.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=51374