L’idea di Nazione

chabod“Lottando sotto la bandiera della solidarietà internazionale dei lavoratori, i comunisti di ogni singolo paese, nella loro qualità di avanguardia delle masse lavoratrici, stanno saldamente sul terreno nazionale. Il comunismo non contrappone, ma accorda e unisce il patriottismo e l’internazionalismo proletario poiché l’uno e l’altro si fondano sul rispetto dei diritti, delle libertà dell’indipendenza dei singoli popoli. E’ ridicolo pensare che la classe operaia possa staccarsi, scindersi dalla nazione. La classe operaia moderna è il nerbo delle nazioni, non solo per il suo numero, ma per la sua funzione economica e politica. I comunisti, che sono il partito della classe operaia, non possono dunque staccarsi dalla loro nazione se non vogliono stroncare le loro radici vitali. Il cosmopolitismo è una ideologia del tutto estranea alla classe operaia. Esso è invece l’ideologia caratteristica degli uomini della banca internazionale, dei cartelli e dei trust internazionali, dei grandi speculatori di borsa e dei fabbricanti di armi. Costoro sono i patrioti del loro portafoglio. Essi non soltanto vendono, ma si vendono volentieri al migliore offerente tra gli imperialisti stranieri.” (P. Togliatti)

“Possiamo concludere che il vero sentimento nazionale (di cui l’amore per la lingua è una componente essenziale) non soltanto non contraddice ma , al contrario , tende generalmente a favorire quello sviluppo dello spirito internazionalista che é sempre stato uno dei motori principali del progetto socialista”. (J. C. Michéa)

“La pace si organizza con la cooperazione, la collaborazione, il negoziato e non con la spericolata globalizzazione forzata. Ogni Nazione ha una sua identità, una sua storia, un ruolo geopolitico cui non può rinunciare. Più Nazioni possono associarsi, mediante trattati per perseguire fini comuni, economici, sociali, culturali, politici, ambientali. Cancellare il ruolo delle Nazioni significa offendere un diritto dei popoli e creare le basi per lo svuotamento, la disintegrazione, secondo processi imprevedibili, delle più ampie unità che si vogliono costruire. Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare.” (B. Craxi)

“Il decennio ’76/’86 ha visto morire il comunismo nella sua tradizionale dimensione politica delle masse […] Dal punto di vista dell’immaginario ideologico, questo decennio ha visto gli intellettuali italiani passare dallo storicismo progressista ad un disincanto post-moderno di epigoni subalterni di ‘nuovi filosofi’ e di Lyotard.
Di fatto, si è smesso di parlare della superiorità del socialismo sul capitalismo, e del comunismo sull’imperialismo; ci si è messi a parlare della “superiorità morale” dei comunisti (intesi come una classe politica: il PCI diventato PDS; DS, PD, ecc.) e dell’’inferiorità morale’ dei democristiani e dei socialisti. Il nemico diventava un nemico moralmente corrotto (prima Craxi, poi Berlusconi), ed è in questo modo che ci si è preparati ideologicamente ad affrontare senza dolore la rovina prossima della Casa comunista di referenza, attraverso una sorta di ‘colpo di stato moralistico’. La legittimazione dell’accesso al potere (non per il socialismo, ma per un capitalismo ‘moralizzato’) non consisteva più in una maggioranza elettorale ottenuta pacificamente, ma in una sorta di ‘golpismo’ giudiziario per il bene, destinato a rimpiazzare persone corrotte e immorali con persone oneste.” (C. Preve)

“Né il Partito democratico né la sinistra democratica diranno alla gente: «Vedete, il vostro problema è che negli anni Settanta siamo stati tra i fautori di un processo di finanziarizzazione dell’economia e di svuotamento del sistema produttivo. Per questo il vostro salario e il vostro reddito ristagnano da trent’anni, mentre la ricchezza prodotta rimane nelle tasche di pochi. Tutto questo è il frutto delle nostre politiche».” (N. Chomsky)

estratto da http://www.appelloalpopolo.it/?p=14486

di PIERLUIGI BIANCO (ARS Puglia)

Un pensiero su “L’idea di Nazione

  1. http://www.appelloalpopolo.it/?p=14421
    Perciò rivendico e noi dell’ARS rivendichiamo la sovranità dello Stato Italiano, che può essere anche definita, senza equivoci, sovranità nazionale, ossia il potere assoluto e incondizionato di attuare la nostra Costituzione, la quale, soprattutto attraverso i partiti – la pluralità dei partiti -, voleva essere fondata sulla sovranità popolare, sovranità che è da riconquistare, abbandonando tutti i vincoli che impediscono questa attuazione, ossia la sovranità.
    Stefano D’Andrea

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