il semiologo era già un mito per noi studenti, era l’ideologo del Gruppo ’63, l’autore di Apocalittici e integrati, il saggista de La struttura assente ed era la più palese dimostrazione che rigore e cultura non si coniugavano necessariamente con la seriosità accademica.
E’ morto l’autore de “Il nome della rosa”: questo è ciò che in sostanza si legge su tutti i giornali e siti sulla scomparsa di Umberto Eco, proponendo una versione standard di un autore che lo stesso Eco avrebbe probabilmente accusato – fatta la tara della sua epocale vanità – di essere priva di reale cultura, di essere un prodotto mediatico ancorché parte integrante della pompa funebre. Questo mi dà ancora di più la misura della lontananza che ho dalle narrazioni comuni perché quando ascoltavo le lezioni di Eco nelle aule dell’Alma mater studiorum o lo vedevo aggirarsi assiduamente nelle sale della Feltrinelli sotto le due torri (salvò pure da un molestatore la mia fidanzatina di allora) quel romanzo era di là da venire, ma il semiologo era già un mito per noi studenti, era l’ideologo del Gruppo ’63, l’autore di Apocalittici e integrati, il saggista de La struttura assente ed…
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