Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza

Nel momento in cui l’Unione Europa, definita a suo tempo da Zbigniew Brzezinski come “la testa di ponte” angloamericana sul continente euroasiatico, si sgretola, si rafforza nelle élite atlantiche la pulsione al conflitto aperto con la Russia, l’unico rivale geopolitico in grado di modificare gli assetti internazionali, insinuandosi negli spazi abbandonati dalla UE/NATO.

Il crollo di Bruxelles implicherebbe anche il crollo dell’artificiale cortina di ferro eretta negli ultimi anni, rendendo più concreta l‘alleanza economica e politica tra Mosca ed almeno una delle grandi cancellerie europee (Berlino, Parigi, Roma), alleanza sufficiente a seppellire definitivamente il vecchio ordine atlantico. Il baricentro del mondo lascerebbe così il continente americano, dove è artificialmente collocato dal 1945, e tornerebbe nel suo bacino naturale, dove è sempre stato dall’alba dei tempi: l’Eurasia.

http://federicodezzani.altervista.org/nonostante-brexit-mondo-post-1945-finito/

2 pensieri su “Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza

  1. E’ una vera sorpresa, ma hanno ragione, mentre c’è la Brexit a Tashkent si crea il centro alternativo della civiltà multipolare, la SCO. Si tratta di più della metà del mondo, della stragrande maggioranza della popolazione e delle potenze nucleari. India e Pakistan aderiscono alla SCO e l’Iran ha parzialmente accettato di farne parte. Cosa accade oggi: Brexit e SCO,* che diventa una forza importante, sono spostamenti del centro di civiltà; il centro dell’ordine mondiale è totalmente nell’altra metà del mondo. È il passaggio da occidente al mondo eurasiatico.
    https://aurorasito.wordpress.com/2016/06/26/brexit-leuropa-cade-nel-baratro/
    * Attualmente i sei membri permanenti della SCO sono Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Cina, Tagikistan e Uzbekistan.

  2. L’ideologia si presta a diventare un’arma nel contrasto sociale perché nega il diritto del differente. Il socialismo nega il diritto del talento particolare, il liberalismo nega il diritto dell’uguaglianza; entrambi sfuggono al compito di organizzare la compatibilità dell’uguaglianza con il talento, di far confluire l’égalité e la liberté nella fraternité. Rispetto al socialismo e al liberalismo, che hanno qualcosa di sublime in quanto l’esigenza che fanno valere con troppa esclusività è comunque elemento necessario di ogni società, l’europeismo si presenta subito come un misero aborto; gli manca infatti quella minima coerenza, vanto di ogni ideologia, con cui può acquisire parvenza di razionalità: esso si presenta da subito come la contraddizione di negare le frontiere spacciandole per un rudimento arcaico e di affermarle contro Stati sentiti come pericolosi rivali (la Cina, l’India ecc.), di essere cioè cosmopolita quando ha in mente le nazioni europee, di dimenticare il cosmopolitismo e abbracciare il nazionalismo quando ha in mente Stati extra-europei. Prima ancora che un’ideologia l’europeismo è uno stato di ebbrezza.
    http://www.appelloalpopolo.it/?p=16095

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