quando una metà del mondo all’ora di pranzo guarda in tv l’altra metà del mondo che muore di fame, c’è qualcosa che non va nella nostra civiltà.
Anna Lombroso per il Simplicissimus
Ormai chi voglia esprimersi fuori dal coro della narrazione del pensiero di regime e dei suoi cantori deve obbligatoriamente fare una dichiarazione preventiva, chiamarsi fuori con i necessari distinguo e le doverose riprovazioni. Quindi ripeto che aborrisco violenza sanguinaria e i suoi crimini, che condanno atti terroristici di chi si sceglie vittime rappresentative e simboliche o spara nel mucchio o sgozza gente intenta pacificamente a ascoltare della musica, che biasimo chi li commette da crociato, da soldato di Allah, da mercenario al servizio del dio profitto o in nome, come succede, della coincidenza di due di queste fedi.
Assolto questo compito, non posso nascondere il fastidio suscitato dalla lettura dei giornali, dalle dichiarazioni del premier e del governo secondo la retorica che fa di imprenditori che vanno all’estero in cerca di fortuna, eroi quotidiani, pionieri avventurosi e coraggiosi che tengono alto il nome del Paese…
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Solo una redistribuzione della ricchezza, ed una bella “calmata” sulle velleità imperiali, potrà far virare la nave verso nuovi lidi. In un caso o nell’altro, il capitalismo è spacciato: può scegliere fra una lunga agonia (in mano ai “buonisti”), oppure un colpo alla testa (con le ricette degli iper-liberisti). Altre alchimie non esistono.
Ci vorrebbero teste pensanti per immaginare il futuro, ma non ne esistono più, o molto rare e zittite. I passi da fare sarebbero di portata epocale, e la Storia non si ferma ad attendere chi rimugina senza scegliere.
Semplicemente, lo macina: servirà come concime per nuove società. Così è sempre stato, e così sarà.
http://carlobertani.blogspot.com/2016/07/brutta-storia.html