E non basta. Non solo facciamo sempre meno figli; quei pochi, sono disoccupati. La disoccupazione giovanile in Italia tocca il 40%. Gente che non lavora, non produce; gente che non paga tasse né contributi, anzi campa a carico della famiglia, spesso della pensione del nonno; una gioventù invecchiata senza impegno, che sta perdendo quelle poche competenze che ha imparato a scuola, che non ne acquista di nuove nel posto di lavoro che non ha, né troverà..
Si (stra)parla di “generazione perduta”, e d è vero – ma senza che i governi (e la burocrazia avida e parassitaria e incompetente) abbiano mosso un dito per risolvere un così disperato problema, un così angoscioso spreco di risorse umane, e il pericolo sociale, morale, di una generazione di senza futuro che non ha davanti se non il degrado e una piccola criminalità – tipicamente lo spaccio.
http://www.maurizioblondet.it/parlamento-lo-sa-cosa-manca-ai-nostri-giovani/
A chi ve lo diceva, non avete creduto. Adesso i salari per i giovani – i pochi giovani che hanno lavoro – tendono a scendere verso le paghe dei minjob tedeschi: 480 euro al mese. Oppure occupazione coi voucher, un mese sì e due no. Perché di quei (pochi) vostri figli che lavorano, il 30% sono pure precari. Senza contare il 33 per cento delle donne che non portano alcun reddito, “stanno a casa”
http://www.lulu.com/shop/andrea-malaguti/generazioni-in-perdita/ebook/product-14615845.html
Cosa si vede? Che siete divorati dalla noia. Che il tempo non vi passa mai, perché non avete più nulla da fare. perché a forza di essere “liberi” siete svuotati. Né scopo né senso. So perché la noia vi divora: perché siete ignoranti. Un educatore spiegò: insegnare è dare un significato alle cose. E appunto, per voi le cose, gli eventi, non hanno significato – sono dei nulla, noiosi nulla da cui ci si deve solo “distrarre”.
Da “Radio Cusano Campus”
Vittorio Sgarbi è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG Regione, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
A Vittorio Sgarbi è stato chiesto un parere su Pokemon GO, il gioco del momento: “I pokemon? Mi fanno cagare a priori. Ho letto che sono anche agli Uffizi di Firenze, è una forma di idiozia collettiva, a un certo punto si alza un imbecille, mette in giro qualcosa e tutti gli vanno dietro. La quantità di persone che non ha un cazzo da fare nella propria vita è enorme e queste cose lo dimostrano, già il nome Pokemon mi fa schifo, ma poi dopo che uno li ha trovati cosa ci fa, li vende, ci fa qualche soldo? No, lo fanno solo perché non hanno un cazzo da fare.
Solitamente lo hikikomori lascia di rado la sua abitazione, nemmeno per lavarsi,[3] chiedendo che il cibo gli sia lasciato dinanzi alla porta e consumando i pasti all’interno della propria stanza.[15] Tuttavia, alcuni reclusi meno soggetti all’agorafobia, si avventurano fuori una volta al giorno o una volta alla settimana per andare in un konbini (コンビニ?), un convenience store aperto 24 ore al giorno,[16] dove possono trovare colazioni da asporto, pasti precotti o bento preconfezionati.[17] Il ritiro dalla società avviene gradualmente: i ragazzi, in alcuni casi, non riescono a immaginare se stessi adulti o hanno l’impressione di non stare crescendo,[18] possono apparire infelici, perdere le amicizie, la sicurezza e la fiducia in se stessi, con un aumento dell’aggressività spesso verso i loro genitori (circa il 40-50% degli hikikomori tratta i propri genitori con violenza).[19][20] Sovente non è possibile attribuire l’insorgenza di hikikomori a un trauma specifico, semplicemente, alcuni giovani giapponesi perdono l’energia che ci si aspetta abbiano i ragazzi appartenenti alla loro fascia d’età.[21] Tuttavia la percentuale di suicidi tra gli hikikomori rimane bassa, in quanto, nonostante il desiderio di porre fine alla loro esistenza sia alto, subentra nei soggetti una forma di autocompiacimento e narcisismo che salva loro la vita.[22]
https://it.wikipedia.org/wiki/Hikikomori