Un Paese in macerie

Monti, con perfetta scelta dei tempi, degna di un uccello del malaugurio, volle sottrarre completamente lo Stato dal pagamento di qualsiasi danno dovuto alle calamità naturali, comprese quelle dovute ad incuria, errori, colpevole inazione delle articolazioni dello Stato medesimo, per affidare tutto ad eventuali assicurazioni private. Il decreto sotto il titolo di riforma della protezione civile fu approvato cinque giorni prima del catastrofico terremoto in Emilia e nonostante venisse presentato come sperimentale venne convertito in legge il 19 luglio successivo

il Simplicissimus

terremoto-norcia-diocesi-13.46.37Mentre le anime belle, sempre troppe e sempre pericolose, in perfetta simbiosi con i peggiori ceffi del fascio clerico berlusconismo, tra cui Sallusti e Bertolaso, si indignano di fronte ad ogni accenno di realismo come fosse un offesa ai morti e predicano l’unione mistica e solidale con Renzi, magari decidendo di votare Si al referendum costituzionale in nome del terremoto, si comincia a diradare la nebbia su ciò che verrà. Ma il panorama è terremotato anch’esso, anche se offende solo i vivi ormai, vivi che devono subire un’informazione da barzelletta e la conversione degli ultimi blandi critici  che in cambio di prebende, trasmissioni e apparizioni si dedicano alla mirabile opera di confondere la mancanza di impegni immediati e il rinvio a prossimi ed eventuali piani, come saggezza di governo.

Così anche il terremoto fa bene al guappo che si appella alla solidarietà nei momenti di tragedia annunciata. Ma per la verità…

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Un pensiero su “Un Paese in macerie

  1. E finalmente anche lo spirito più profondo della laicità si è fatto sentire ed ha manifestato tutta la sua carica di nihilismo, tutto il suo mefitico alito di morte e di luciferina violenza.

    Le vignette di Chalie Hebdo sui terremotati ci potevano essere anche risparmiate: nooo! Assolutamente, la “satira” deve essere libera, non altrettanto la giusta reazione di chi si sente offeso o che invoca tutti quei diritti che la “Persona Umana” figlia prediletta di quella infausta Rivoluzione francese, dovrebbe avere in quanto tale.

    Due potevano essere le reazioni efficaci da parte di un Governo degno di questo nome: o il richiamo dell’ambasciatore a Parigi per consultazioni ed una veloce e violenta nota diplomatica che richiedesse spiegazioni e scuse formali al governo della République, oppure il silenzio totale sulla faccenda, un silenzio tombale, pesante come un macigno che doveva non dare nessun tipo di “pubblicità” alla cosa impedendo agli idioti vignettisti di potersi continuare a fare pubblicità.

    Ovviamente nessuna delle due strade è stata percorsa: come al solito si è scelta la strada della grande publicizzazione del fatto sui soliti “giornalini” che parlano più o meno unanimemente la neolingua del regime, e naturalmente nessuna presa di posizione ufficiale del governicchio in carica. E poi l’Europa cosa avrebbe detto di noi? Siamo tornati a contare in Europa adesso basta che Renzi apra bocca e tutti fanno quello che ha detto lui.

    In sostanza mica possiamo difendere i nostri interessi nazionali scadendo in un bieco nazionalismo, oppure imitando quello che Germania e Francia più o meno nascostamente fanno in continuazione. Noi siamo superiori e guardiamo tutto quello che avviene con il dovuto “sovrano disprezzo” dei nostri interessi.

    Ho vissuto per più di venti anni in quelle terre martoriate dal sisma di fine agosto: conosco bene i paesi, tutti bellissimi, pieni di retaggi medioevali, romani od ancora più antichi risalenti, cioè, ai Piceni ed alla loro civiltà medio adriatica,

    Ancora oggi, con un misto di orgoglio per le proprie radici e con un sacro rispetto delle proprie origini, da quelle parti si dice: Ascoli era Ascoli quando Roma era pascoli.

    Bèh come dar loro torto quando i primi insediamenti di una civiltà che sapeva lavorare i metalli, costruiva armi davvero stupende per l’epoca e che riusciva ad esportare nel Nord Europa (Germania e paesi baltici) statue ricercatissime simili a quella del famoso guerriero di Capestrano, per intenderci. Tutti manufatti che venivano scambiati con l’ambra all’epoca materiale prezioso e ricercatissimo.

    Ma andiamo siamo nel XXI secolo come si può essere attaccati alle proprie origini millenarie, come si può ancora sentire forte il senso di appartenenza alla propria terra di origine: come soprattutto si può seguire con fede, con ostinazione, quasi con maniacale gusto, una “religione dogmatica e repressiva”, quella cristiana, cattolica romana. Religione o meglio sistema filosofico religioso che ormai nemmeno il suo “liquidatore coatto amministrativo”, Papa Badoglio, vuole più nemmeno sentire nominare.

    Eppure è così!

    Tanto per capirci da quelle parti sperdute ed incassate tra il Gran Sasso d’Italia e la stupenda catena dei Sibillini tutte le volte che qualcosa viene imposto per forza trova una naturale e sana forma di rigetto. In fondo sono gli eredi di Vidacilio che osò affrontare la potenza romana ed andò a cercare aiuti presso i “fratelli” Piceni del Sannio ottenendolo.

    Sono sempre quelli che si opposero, per difendere la loro Cristianità e la loro libertà di scelta politica a Federico Barbarossa prima ed a Federico II poi, guadagnandosi sì lo sfregio dell’abbattimento delle cento torri della città, ma anche l’ammirazione dello “Stupor Mundi”, per il loro alto grado di coraggio e coerenza.

    Davvero bei tempi andati!

    L’Imperatore in virtù di ciò magnanimamente concesse delle “patenti di commercio” esclusive con Francoforte, la nuova splendida capitale della Svevia costruita dai due Imperatori.
    Leggi tutto su http://www.maurizioblondet.it/dramma-del-terremoto-luciano-garofoli/

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