Gaetano Mosca (1858-1941), Vilfredo Pareto (1848-1923) ed il tedesco naturalizzato italiano, Robert Michels (1876-1936), giunsero grossomodo alla stessa conclusione. Noti come i “teorici delle élite”, i tre italiani (il Bel Paese ha una tradizione centenaria in materia di Stato e potere, che affonda le radici nell’epoca di Nicolò Machiavelli e Tommaso Campanella) stabilirono che la democrazia è un concetto astratto, che non è possibile calare nella realtà: diverse ragioni (la gestione quotidiana del potere, il disinteresse di alcuni per la cosa pubblica, la diverse capacità di cui sono dotati gli uomini, la mancanza di mezzi per molti, etc. etc.) trasformano la democrazia in una chimera. Inevitabilmente, presto o tardi, emerge un élite che prende le redini della democrazia, gestendola secondo i propri interessi e massimizzando il proprio tornaconto…
Quando l’oligarchia perde il controllo della democrazia, quando la massa dei governati esce dal tracciato auspicato dalle élite, quando gli interessi della minoranza al potere sono minacciati dalle elezioni, nasce il populismo: populista è qualsiasi forza che, pur competendo con mezzi leciti, minaccia l’oligarchia al vertice delle democrazie liberali. La vecchia minoranza al potere, sempre più arroccata, è disposta a tutto pur di soffocare la ribellione dei governati…
L’oligarchia euro-atlantica è ora davanti ad un bivio: ammettere gli errori ed adeguarsi al malumore della massa, anche se ciò significa sacrificare i propri interessi e stravolgere la strategia di fondo, oppure resistere, contando sul fatto che con il monopolio della violenza, l’inganno, e la manipolazione è possibile difendere i propri privilegi. Come facilmente prevedibile, l’oligarchia imbocca la seconda strada: in seno alla democrazia liberale nascono così “i populisti”, ossia quei partiti che difendono istanze giudicate pericolose dalla minoranza…
In Europa, sotto questo aspetto, l’oligarchia si è spinta oltre, agendo direttamente sulla scacchiera politica con la fabbricazione di partiti populisti fittizi, utili ad incanalare e sterilizzare il malessere dell’elettorato: rientra in questa casistica il Movimento 5 Stelle che, concepito come forza anti-establishment dalla stessa oligarchia, sta velocemente assumendo un profilo tranquillizzante e borghese ora che si avvicina la possibilità di una vittoria alle legislative, così da ripetere in Italia l’esperienza di Syriza…
estratto da http://federicodezzani.altervista.org/populismo-loligarchia-perde-controllo-della-democrazia/
Quello che noi pensiamo è che Washington sia di fatto coinvolto in un grande progetto di riformattazione del mondo in un nuovo assetto che possa meglio soddisfare le necessità della Elite mandante, quella delle grandi Banche internazionali e delle grandi multinazionali. Brzezinski non soltanto si riferiva a questo nel suo slogan di apertura, ma anche spiega quello che sta avvenendo: lo Stato-nazione viene ormai scartato come base dell’ordinamento mondiale. In sostituzione Washington ha il progetto di abolire le frontiere, liquidare i vecchi Stati nazione ed eliminare in modo forte i leaders secolari che possono opporre resistenza alle sue macchinazioni, con il fine di imporre un modello completamente nuovo nella regione, un Nuovo Ordine Mondiale (NWO). Le persone che dirigono queste istituzioni vogliono creare una zona di libero commercio mondiale interconnesso e con la supervisione dei proconsoli del grande Capitale, in altre parole, una eurozona globale che preclude le istituzioni richieste dello Stato (come una tesoreria centralizzata, debiti mutui, trasferimenti federali) che permetterebbero alle entità senza frontiere di funzionare correttamente. I gruppi di potere che fissano la politica dello Stato,
http://www.controinformazione.info/come-putin-ha-fatto-naufragare-il-piano-di-washington/
A chi risponde in Europa l’Oligarchia della Commissione Europea (https://europa.eu/european-union/about-eu/institutions-bodies/european-commission_it) ed a quali interessi fa riferimento? Le decisioni prese dalla Commissione (costituita dai 28 membri) sono unilaterali e non prevedono alcuna consultazione con il Parlamento Europeo nè tanto meno con i governi dei vari paesi europei, da cui i commissari sono autonomi. Tutto si svolge riservatamente negli uffici della Commissione e le decisioni della stessa Commissione muovono interessi miliardari nei settori finanziari, delle Banche, dell’Energia, delle imprese farmaceutiche, dell’alimentazione, ecc..
Sarà un caso ma i commissari, quando terminano il loro mandato, ottengono prestigiosi incarichi da grosse multinazionali e da grandi banche o da organismi finanziari e questo fa capire come sia importante per i commissari prendere le decisioni “giuste”.
http://www.controinformazione.info/le-porte-girevoli-la-sfilata-degli-ex-commissari-europei-verso-le-lobbies-delle-multinazionali/?lang=it
Così ci aspettiamo che in tempi di post verità, qualcuno abbia il coraggio di ammettere che siamo in presenza di un ceto dirigente che lavora intorni a un progetto di post democrazia nel quale l’unico confronto, l’unica opposizione, l’unica critica sia espressa da oligarchie in competizione che lottano o negoziano per spartirsi i bottini, le rendite, i posti, i privilegi, compreso quello di manomettere la realtà a proprio uso.
http://ilsimplicissimus2.com/2016/11/20/laccademia-delle-post-cazzate/