
mio stemma FB
Quello che vedete sopra è il mio stemma utilizzato per Facebook, il motto è l’anagramma del mio nome e cognome che ritengo una qualità significativa e del tutto assente nel carattere degli italiani.
In molti articoli del blog ne abbiamo parlato e, sicuramente ciascuno di voi potrà trovarne esperienza nelle proprie vicende personali, nella letteratura e nel cinema.
Oggi ridanno per TV “C’eravamo tanto amati”, un film del 1974 di Ettore Scola, sui compromessi, malafede e tradimenti auto-inflitti dopo le speranze partigiane (ma probabilmente qui Scola pensava a quelle del ’68).
Oggi voltar gabbana è diventato addirittura motivo di vanto (basti pensare alle numerose dichiarazioni di voto pre-referendum); tempi tristi ci attendono… 😦
Scrivevamo qui: Trump mostra aperture e preoccupazioni sociali che sono anatema per i repubblicani duri e puri, la “destra” di Wall Street e della globalizzazione, il capitalismo terminale senza umanità. “Trump non piace all’establishment per un motivo molto profondo: non rispecchia le loro idee, si colloca al di fuori del perimetro delle forze politiche che hanno gestito il Paese negli ultimi decenni. Dunque per i dirigenti repubblicani – e anche per i democratici più centristi e legati al sistema di potere attuale – Trump (è) una minaccia mortale al modus operandi della politica contemporanea”.
Bene, adesso che ha vinto, i nostri “democratici” scoprono di aver sbagliato cavallo e già recitano il mea culpa dando la colpa al New York Times per quello che hanno detto in RAI!
Ora, tutto dipende da come il movimento democratico nazionale negli Stati Uniti passi alla causa del lavoro contro il capitale. Il lavoratore statunitense dovrebbe chiedere aumenti salariali e la fine del ‘libero commercio’. Non ci sarà più un voltagabbana come Bernie Sanders, né liberali ‘antimperialisti’ o ‘democratici’ di Wall Street.
https://aurorasito.wordpress.com/2016/11/10/trump-e-il-nuovo-ordine-mondiale/
le elites al potere non si fanno mancare nulla, muovono ogni pedina per intimidire e condizionare le realtà che man mano emergono dalle persone, per fare notizia e mettere la gente di fronte alle sue responsabilità, per farla sentire come una merda dall’alto della loro devastazione di civiltà. Ma è difficile trovare quella professionalità del conformismo e del servilismo che si trova in Italia, arduo reperire altrove gente che riesce a convincersi profondamente delle verità che via via, anche a poca distanza di tempo, servono loro il pasto caldo, la carriera, la comparsata, la presenza, la busta o anche solo la rete di conoscenze.
http://ilsimplicissimus2.com/2016/11/13/il-tradimento-dei-chierichetti/
La mia conclusione è che nel prossimo futuro (questione di un paio d’anni, o forse anche meno), se la storia andrà nella direzione giusta in Francia con Le Pen, oltre che negli Usa con Trump, e le élite finanziarie perderanno progressivamente potere effettivo, non assisteremo alla liberazione del paese perché qui manca una vera opposizione, pronta a cogliere l’occasione storica. Assisteremo, con maggiori probabilità, al cambio di pelle dei collaborazionisti piddini che si ricicleranno e che manterranno, almeno per un po’, il governo del paese.
Allora capiremo che sarà stata colpa nostra, della nostra inerzia, della nostra viltà, del nostro implicito rifiuto a rischiare per un futuro più dignitoso, più degno di essere vissuto.
http://pauperclass.myblog.it/2016/11/11/il-piddi-nella-ridotta-della-leopolda-attesa-del-ciclone-trump-eugenio-orso/
La prima è la dichiarazione del liberista e malthusiano William Nassau Senior che ogni vita salvata al presente avrebbe poi provocato più morti: in sostanza venne enunciato e applicato (agli altri) il geniale principio secondo cui il rischio di morire domani può essere scongiurato morendo oggi.
Comunque, la frase del Nassau è un compendio di utopismo: si vede qui la superiorità del futuro rispetto al presente, il disprezzo per la vita fisica delle persone, la predominanza delle (sue) idee sui bisogni concreti (altrui).
L’altra dichiarazione è un tale capolavoro, da meritare il frontespizio del manuale del perfetto utopista e da non aver bisogno di alcun commento.
La dobbiamo a Lenin e suona così: “Costringeremo l’umanità a essere felice, costi quel che costi”.
Esiste un’ultima radice delle ideologie, che è la più profonda e che attiene all’ordine religioso.
Talvolta esplicitamente, più spesso implicitamente, è il pensiero religioso il seme da cui scaturiscono le teorie politiche ed economiche.
Liberismo e marxismo non fanno eccezione e provengono il primo dal Calvinismo e il secondo dall’Ebraismo.
Se il liberismo ha creato la casta plutocratica e, partendo da un puro potere di fatto, ha cercato di legittimarla moralmente, il comunismo ha creato la casta burocratica in nome di una legittimazione morale, che si è trasformata in un puro potere di fatto: gli estremi si sono toccati.
Una storiella sagace che circolava nella Russia sovietica può degnamente concludere queste riflessioni: “Compagni, sappiate che nell’occidente capitalista regna lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo! -E qui da noi?- l’esatto contrario!”.
https://www.maurizioblondet.it/liber-comun-ismo/