Prima della crisi economica e finanziaria abbiamo sperimentato la crisi di un modello di società, di un complesso valoriale, di usanze, reciprocità, fiducia, solidarietà, in una parola siamo caduti in una vera e propria crisi di identità sociale. Le cause sono molteplici e riconducibili certamente anche in larga misura all’effetto destrutturante della comunicazione di massa per come si è configurata negli anni ’70 negli USA e negli anni ’80 in Europa. Tale impostazione si è contraddistinta essenzialmente per la promozione di modelli socialmente disfunzionali perpetrata attraverso l’adozione di palinsesti mutuati dal modello televisivo americano e per l’alimentazione di isterie collettive e paura dell’altro attuate con strumenti di terrorismo psicologico da un’informazione improntata sull’alternanza disorientante tra intrattenimento leggero, sensazionalismi e morbosità pornografica dei fatti di sangue. Queste considerazioni non devono però assolverci dalle colpe individuali, perché se siamo arrivati a questo punto la responsabilità è da ricercare in primo luogo nella nostra incapacità di intraprendere un percorso personale di semina e coltivazione delle relazioni comunitarie, che non si limitano all’essenziale come le relazioni sociali. Il disimpegno sociale e politico e il disinteresse nell’occuparsi della cosa pubblica, conseguenze dirette delle trasformazioni sociali in atto in questi ultimi tre decenni, sono cause che concorrono a formare il quadro di disgregazione relazionale che anticipa la crisi economica, ma che oggi ne costituisce elemento essenziale di perpetuazione.
Per uscire dalla crisi economica dobbiamo uscire dalla crisi di identità sociale, dall’isolazionismo indotto da questo modello deteriore di non-esistenza e riappropriarci del senso di comunità, che è precondizione essenziale per prendere consapevolezza dei problemi, analizzarli, comprenderli e proporre soluzioni valide e attuabili attraverso la Politica, quella vera, quella fatta “dal Popolo, per il Popolo”.
Gianluca Baldini
E se non ti garba di andare a scuola, perché non impari almeno un mestiere, tanto da guadagnarti onestamente un pezzo di pane?
Vuoi che te lo dica? — replicò Pinocchio, che cominciava a perdere lapazienza. — Fra tutti i mestieri del mondo non ce n’è che uno solo, che veramente mi vada a genio.
E questo mestiere sarebbe? …
Quello di mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo.
Per tua regola, — disse il Grillo-parlante con la sua solita calma —tutti quelli che fanno codesto mestiere finiscono quasi sempre all’ospedale o in prigione.
Bada, Grillaccio del malaugurio! … se mi monta la bizza, guai a te!
Povero Pinocchio! Mi fai proprio compassione! …
Perché ti faccio compassione?
Perché sei un burattino e, quel che è peggio, perché hai la testa di legno.
A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutto infuriato, e preso di sul banco un martello di legno, lo scagliò contro il Grillo-parlante. Forse non credeva nemmeno di colpirlo: ma disgraziatamente lo colse per l’appunto nel capo, tanto che il povero grillo ebbe appena il fiato di fare cri-cri-cri, poi rimase lì stecchito e appiccicato alla parete.
https://apoforeti.wordpress.com/2014/09/25/il-paese-di-pinocchio/
L’atleta ferrarese Ilaria Corli racconta la propria esperienza sportiva e umana.
10 ottobre 2017
Sala Estense, Piazza Municipale 2 – Ferrara
Programma:
Ilaria Corli racconta l’impresa sportiva che l’ha vista protagonista nell’estate 2017 con il Guinness World Record Attempt “The Longest Triathlon”, 7mila chilometri percorsi a nuoto, in bicicletta e di corsa.
Ospite della serata l’attore e comico ferrarese Paolo Franceschini, reduce dal quarto posto alla Hhmr – Himalayan Highest Mtb Race, la gara a tappe di Mountain Bike più alta del mondo.
http://www.ilariacorli.com
Orari: ore 21.00 Ingresso: libero