In principio la sinistra difendeva i lavoratori e la destra il capitale. Poi la sinistra, sedotta dalle utilità procurategli dal capitale (fondi privati per finanziare campagne elettorali, giornali di partito, scalate bancarie, elevato tenore di vita), ha tradito i lavoratori assumendo scelta contrarie all’interesse dei salariati. Per pulirsi la coscienza e perpetuare il suo presunto autodichiarato primato morale, ha sostituito i lavoratori con gli immigrati e gli omosessuali, gruppi che non identificano categorie sociali rappresentabili in un conflitto di classe. Meritevoli di attenzione dovrebbero essere i più deboli e non è poi così automatica e diretta la relazione tra forza di scontro e appartenenza alle suddette categorie. Cioè non si è “forti” o “deboli” perché omosessuali o immigrati, ma perché ricchi e politicamente sovrarappresentati o in alternativa poveri e politicamente sottorappresentati.
Così è accaduto che l’operaio, il lavoratore precario, i disoccupati e le persone più deboli nel conflitto tra interessi sociali hanno virato a destra. La destra ha fatto proprie le battaglie di sinistra e la sinistra si è scagliata contro il “populismo”, perché il “popolino ignorante” non capisce che dobbiamo salvare l’Africa accogliendo un continente intero nel nostro territorio o che oggi sono indispensabili norme che disciplinino l’affitto dell’utero o l’adozione di una coppia gay.
Se gli 8,5 milioni di italiani che sperimentano condizioni di povertà relativa (fonte ISTAT, 4,7 milioni in povertà assoluta) votano a destra è perché sono ignoranti, chiaramente. Questo scrivono su Facebook i miei amici “compagni” con l’iPhone di ultima generazione mentre sorseggiano un Mojito sotto l’ombrellone a Copacabana l’ultimo dell’anno. Cari amici, siete voi i responsabili di tutto, della “race to the bottom”, delle guerre tra poveri che stanno sfociando nella violenza e nel razzismo. È la sinistra che ha reso forte la destra, rinunciando a difendere i deboli di casa. Filosofeggiare sulla necessità di salvare il mondo mentre casa tua va a fuoco ha prodotto il risultato che aveta sotto gli occhi. Il razzismo lo state producendo voi, sostenitori dello ius soli, amici di sinistra che accettano il tradimento della classe lavoratrice e si puliscono la coscienza con l’accoglientismo scriteriato o il pink washing. Poi, magari, quando Mamadou passa per chiedervi due spicci, lo scansate via anche infastiditi, perché è insistente. Se ci scambierete due parole, col Mamadou che scansate, scoprirete che insiste perché ha fame e anche lui la pensa come me. “Siamo troppi, non c’è abbastanza per tutti”. Capito, “compagni” di Copacabana?
Gianluca Baldini
da LE STORIE DEL SIGNOR G una canzone proposta in ANNI AFFOLLATI (1972)
pink washing?
Per i credenti http://www.rivoluzione.red/per-una-sinistra-rivoluzionaria-il-nostro-programma/
Adesso che le elezioni ci sono già state, sarebbe il momento per andarsi a rileggere i programmi delle destre (quelle non elette perché sotto la soglia di sbarramento) e scoprire che lì c’erano le cose una volta patrimonio della sinistra!
Risulta che questo discorso dell’antifascismo rinnovato costituisce un comodo paravento per mascherare la subordinazione della sinistra mondialista a quello che oggi è il vero totalitarismo, quello dei mercati e della dittatura finanziaria che impone le scelte obbligate di demolire i diritti sociali conquistati nei decenni delle lotte operaie, con l’acquiescenza e la complicità della classe politica prostituita agli interessi dell’oligarchia di Bruxelles e di Francoforte. Mentre le fabbriche delocalizzano, le diseguaglianze aumentano in modo abnorme, migliaia di giovani fuggono dal “Bel Paese” in cerca di lavoro all’estero, mentre la platea dei poveri aumenta in modo esponenziale, la sinistra mondialista si occupa dei migranti, delle coppie gay, della nuova ideologia del gender, come diritti individuali che sostituiscono il diritto sociale al lavoro ed al reddito. Non avviene per caso, come ogni politica perseguita dalla ceto politico al potere, si tratta di una precisa scelta che consente ad una classe politica screditata di arruolare il “nuovo proletariato”, quello dei migranti, ai quali vengono riconosciuti diritti e stanziamenti miliardari che le famiglie italiane possono solo sognare, dal mantenimento e assistenza garantita fino alla casa popolare. Tutti elementi che assicureranno il favore da parte del nuovo proletariato ed il consenso sostitutivo di quello che viene a mancare dalle fasce popolari di popolazione italiana a cui la sinistra ha voltato le spalle. Il popolo delle periferie urbane degradate e dei paesi del sud dimenticato dalla politica. La nuova massa di migranti diventa così non soltanto la mano d’opera di riserva del grande capitale ( oltre che delle mafie) ma anche la base di consenso che serviva e che risponde alle esigenze delle centrali finanziarie transnazionali, quelle di omologare la popolazione ai mercati ed annientare la cultura e l’identità di una popolo, un retaggio che potrebbe essere di ostacolo all’omologazione richiesta dai George Soros, dalle grandi banche e dai loro soci in affari.
https://www.controinformazione.info/ritorna-in-auge-la-narrazione-degli-opposti-estremismi/
DIAMOGLI UNA QUARANTASETTESIMA POSSIBILITÀ
È vero, hanno ratificato Maastricht legando mani e piedi alla spesa pubblica.
È vero, hanno privatizzato le banche e i servizi pubblici essenziali, aumentando i costi per l’utenza e riducendo l’offerta.
È vero, hanno liberalizzato i mercati distruggendo il reddito di professionisti, piccoli imprenditori e artigiani e favorendo il grande capitale.
È vero, hanno precarizzato per sempre il lavoro votando il pacchetto Treu, la legge Biagi e il Jobs Act, trasformando il “posto fisso” in una chimera.
È vero, hanno eliminato di fatto il diritto al giusto riposo retribuito dopo una vita di sacrifici con la riforma Dini e poi la Fornero.
È vero, hanno mortificato la pubblica istruzione, trasformando le scuole e le università in aziende che devono produrre risultati economici e sfornare diplomati e laureati senza intoppi e non già formare culturalmente e caratterialmente uomini e donne dotati di spirito critico e autonomia di giudizio.
È vero, hanno costituzionalizzato il pareggio di bilancio e approvato il Fiscal Compact, impegnando l’Italia al dimezzamento del debito pubblico in vent’anni, obiettivo raggiungibile solo a patto di eliminare il sistema sanitario nazionale privatizzando la sanità ed eliminando completamente la previdenza pubblica.
È vero, le loro politiche hanno prodotto e producono ancora disoccupazione, disperazione, crescenti ineguaglianze, povertà, tensioni sociali che sfociano nella violenza e nel razzismo, esodo di cervelli e imprese e depressione diffusa.
È vero tutto, ci hanno rovinato la vita e ogni volta che abbiamo rinnovato loro la fiducia hanno aumentato la dose di veleno di quel tanto che bastava per peggiorare le nostre condizioni di salute senza ucciderci.
Ma… meritano un’altra possibilità. Devono avere una quarantasettesima possibilità.
Gianluca Baldini
Le stesse classi subalterne che così come Fedez hanno fatto una scelta chiara, un tempo votavano a “sinistra”, oggi votano Lega perché l’unica legge rimasta è mors tua vita mea, dove chiunque che possa minacciare il nostro micro-orticello è un nemico.
Interessante poi che Fedez dica “inevitabilmente”, come se non ci fosse possibilità di scelta fra continuare ad avere ideali e valori o buttare tutto a mare. Un pensiero che ricorda molto il “tengo famiglia” o “meglio morire di cancro che di fame”, dove opportunismo e cinismo sono i pilastri che rendono giustificabile qualsiasi aberrazione. Un’affermazione come quella di Fedez deve essere un colpo non indifferente al proprio io interiore e un’ammissione pesante di sconfitta esistenziale; infatti, per diventare ciò che si è sempre odiato ci vuole davvero tanto pelo sullo stomaco. Ma poi il conto in banca, il lusso, i soldi a palate fanno dimenticare tutto e rendono possibile ogni confessione anche quella più pesante contro se stessi, tanto si sa perfettamente che al fan non interessa nulla quanto sei contradditorio e incoerente; puoi dire qualsiasi cosa e verrai comunque idolatrato perché tu sei lassù, in alto, tu sei arrivato.
http://www.ilcambiamento.it//articoli/fedez-e-la-pena-di-diventare-quello-che-si-e-sempre-odiato