Un increscioso fenomeno naturale sta bruttando San Francisco, compromettendo la sua bella la vibrante cultura progressiva e la felicità della capitale di tutti i terzi sessi, libertà, creatività e dinamismo. “Feci. Feci. Più feci sui marciapiedi di quanti ne ho mai visti, e sì che io qui ci sono nata”, ha lamentato la nuova sindaca, London Breed, in una intervista alla NBC Bay Area: “E non sto parlando di cani, ma di feci umane”. E non solo feci, ma siringhe, “prodotti usati per l’igiene femminile; e secchi di urina”.
Il fenomeno è dovuto all’aumento a razzo dei californiani che non hanno più casa – si calcola 135 mila nel Golden State, il 25% di tutti i senzatetto dell’America. Nella sola San Francisco si parla di oltre 7500 “vagrants” senza dimora, di cui il 39 per cento disturbati mentali o dipendenti da oppiacei; il Comune ha ricevuto 16 mila lamentele di cittadini, proprietari di appartamenti nelle zone più prestigiose, solo nella prima settimana di luglio: spesso accompagnate da foto dimostrative. “Un attendamento di senza-casa sta bloccando il marciapiede e crea un rischio sanitario con feci e spazzatura”, scrive uno. “Mandate gli addetti alla nettezza urbana,i pedoni sono costretti a camminare nella strada essendo i marciapiedi impraticabili”; dice un altro. “Osservati senzatetto che si iniettano alle cinque del pomeriggi odi lunedì 2 luglio”, avverte un terzo:” feci dappertutto, mandate gli spazzini”. Un turista australiano chiede: “E’ normale, o sono nella “parte brutta” della città? Sono appena passato a fianco di una folla di senzatetto completamente “fatti”, urlanti e correnti, e ad una scena di omicidio. Mia moglie adesso ha paura di uscire dall’albergo. Ha visto un tizio che veniva caricato su un’ambulanza, morto. Proprio davanti alla sede centrale di Twitter”, uno dei gioielli della creatività californiana.
Effettivamente il fenomeno sta intaccando una delle fonti di reddito della città, il turismo: un congresso medico che si aspettava avrebbe portato 15 mila visitatori paganti e fruttato 40 milioni di dollari in una settimana, è stato cancellato. “E’ la prima volta che abbiamo una cancellazione total, e questo era un gruppo che si riuniva a congresso qui dal 1980”, dice al San Francisco Chronicle Joe D’Alessandro, direttore dell’ufficio per il turismo congressuale del Municipio.
La tv NBC Bay Area ha sguinzagliato una “unità investigativa” che è stata in grado di offrire al pubblico una mappa accurata della densità di feci umane nelle principali vie del centro. Una mappa dove il colore più carico indica la quantità più densa di escrementi in “153 blocchi dell’area. Spazzatura, siringhe, e più di 300 mucchietti di feci” ha contato l’unità “nelle 20 miglia di vie e marciapiedi”. Ciò, nonostante che il Municipio spenda oltre 30 milioni di dollari l’anno in pulizia ddegli escrementi.

Il che è tanto più sgradevole in quanto San Francisco si ritiene in pieno boom economico, e i prezzi delle case sono alle stelle.
C’è da sospettare che il fenomeno si produca in modo endemico in altre città americane, visto che viene segnalato da Los Angeles a Portland, altra “vibrante” città 600 chilometri a Nord (“Ridotta ad un cesso”, secondo il capo della polizia) e persino a Seattle, già Emerald City, dove prospera oltre ogni dire la multinazionale Amazon , che è anche il massimo datore di lavoro della città, e vive il suo fondatore Jeff Bezos, che si illustra per una ricchezza personale di 143 miliardi (attenti: miliardi, non milioni) di dollari che ne fa non solo l’uomo più ricco della storia Usa, ma anche quello che ha accumulato tanta ricchezza con più rapidità.

Il che dimostra, ce ne fosse bisogno, che l’eccesso di escrementi umani nei marciapiedi americani è un fenomeno del tutto naturale e non sociale, essendo l’America ancora la terra delle grandi opportunità, dove ciascuno se lavora sodo può diventare miliardario. Sarebbe un errore attribuire gli escrementi ad un qualche errore nel capitalismo finanziario terminale, e soprattutto nella mentalità che ne ha reso possibile il trionfo finale: quello speciale individualismo americano, per cui vengono riconosciuti solo i diritti individuali, ma non esiste alcun diritto sociale, perché questo è un costo per il business. Sicché, come ha scritto in un recente saggio Dimitri Orlov, “i diritti individuali sono tutto ciò di cui l’individuo dispone – tutti sono soli, ciascuno è solo contro il sistema intero” e se gli va male e perde casa e lavoro, è semplicemente colpa sua e il sistema se ne infischia.
Difatti è interessante constatare come i comuni sopra nominati trattino il problema delle feci sui marciapiedi: non come problema sociale – non esistono problemi sociali – ma come un problema di nettezza urbana. Com’è giusto: i cittadini che si lamentano chiedono l’intervento degli spazzini, non che ai senzatetto venga trovata una casa. Il comune di San Francisco in realtà ha fatto un passo avanti: affronta il problema come un problema sanitario. Distribuisce 400 mila siringhe al mese per ridurre ai senza fissa dimora che si drogano, il rischio di HIV. Ha anche sparso nella città tredici “siti di smaltimento” dove i drogati sono invitati a deporre i loro aghi usati per averne uno nuovo; nonostante ciò, solo 264 mila siringhe usate vengono così recuperate pulitamente. Il resto finisce nelle strade e parchi pubblici insieme alle feci e agli assorbenti femminili usati. Adesso la nuova sindaca ha promesso di creare “chioschi per le iniezioni sicure”, dove i senzatetto possano iniettarsi l’oppiaceo, e “camere di raffreddamento”; dove possano smaltire i loro sballi fuori vista.
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