
Ponte Morandi Genova
Nelle società democratiche, la funzione della stampa e delle reti radiotelevisive sarebbe appunto quella di fungere da contraltare al potere politico e a quello giudiziario, informare correttamente l’opinione pubblica ed evitare che decisioni importanti passino sopra le teste dei cittadini, senza che questi se ne rendano conto. Ebbene, quel che sta accadendo in Italia e in questa Europa fetente dei Soros e dei Juncker, è l’esatto contrario: giornali, radio e televisioni, tutti rigorosamente sul libro paga delle grandi banche e delle multinazionali, fanno di tutto perché il lavaggio del cervello dei cittadini sia completo, perché i popoli siano ridotti a una massa bruta di mucche da mungere senza pietà, e perché la loro umiliazione sia spinta fino a indurli a ringraziare i loro carnefici per le politiche spietate che li stanno massacrando, tagliando sempre più il costo del lavoro e importando nuovi schiavi negri da far lavorare per quattro euro al giorno al posto degli operai europei troppo sindacalizzarti, che hanno l’ardire di voler lavorare solo otto ore al giorno e di rifiutare persino il paterno bracciale elettronico, che l’azienda vorrebbe mettere loro al braccio per poterli seguire amorevolmente in tutte le incombenze della giornata. In una società democratica, quindi, l‘informazione, e specialmente quella pubblica, cioè le televisioni Stato, dovrebbero svolgere la funzione di dar voce a chi governa, e mostrare correttamente quel che sta facendo per il proprio Paese; e dar voce anche a chi è all’opposizione, affinché possa criticarlo e contestarlo, ma sempre nel rispetto della volontà popolare: che è, fino a prova contraria, quella uscita dalle urne. Ora, le urne il 4 marzo scorso hanno sancito che otto italiani su dieci non volevano più saperne di governi a guida Pd, che non erano d’accordo con le politiche della sinistra, che non erano d’accordo con la linea della neochiesa bergogliana dell’accoglienza indiscriminata. E invece che cosa fanno i mezzi d’informazione, praticamente al cento per cento? Danno voce e spazio all’opposizione, ma non danno né voce, né spazio a chi sta al governo; cioè a chi è stato votato da otto italiani su dieci (e che, se si tornasse a votare domani, prenderebbe ancora più voti, soprattutto la Lega, precisamente perché sta facendo le cose che sta facendo, e che sono, caso raro nella nostra tradizione politica, proprio le cose che si era impegnato a fare in campagna elettorale). Non si creda che le cose vadano molto diversamente nel resto del mondo. Nella madre di tutte le democrazie, gli Stati Uniti d’America, il presidente Trump, eletto regolarmente e con un netto margine di voti, subisce, fin dal giorno della sua elezione l’ostracismo generalizzato dei mass media, che lo dipingono come una specie di pazzo criminale e che fanno di tutto per delegittimarlo, per ridicolizzarlo, per ridurlo all’impotenza; fra le altre cose, danno il massimo risalto alle procedure per l’impeachment con cui i suoi avversari politici vorrebbero levarlo di mezzo per via giudiziaria. Non importa quel che dice Trump; non gli si concede spazio sulle reti televisive; importa solo quel che dicono i suoi più accesi detrattori. Noi, da parte nostra, paghiamo lo stipendio a giornalisti come Giovanna Botteri, che stanno a New York per raccontarci non quel che accade negli Stati Uniti, ma quel che essi vorrebbero che accadesse, cioè la caduta ignominiosa di Trump, il suo processo, la sua condanna alla berlina, la distruzione del suo programma, la dissoluzione di ciò che egli rappresenta. Alla faccia del piccolo dettaglio che decine di milioni di cittadini americani lo hanno votato; e che lo hanno votato esattamente per fare quel che ora sta facendo, o sta cercando di fare. Oppure prendiamo la Francia. Qualcuno si ricorda che in quel Paese, pur di impedire che la volontà popolare mandasse al governo, pacificamente e democraticamente, la signora Le Pen, tutti gli altri partiti, d’accordo con le grandi banche, fecero una grande ammucchiata e tirarono fuori da qualche casa di cura psichiatrica il signorino Macron? Una cosa mai vista e mai udita in nessun Paese democratico: destra e sinistra che si uniscono per impedire il responso legale delle urne, per calpestare la volontà popolare. Almeno, fino a qualche anno fa, si badava a salvare le apparenze. Ma ora i poteri forti si sentono minacciati, e diventano feroci; mostrano i denti, e non per finta. Si preparano ad azzannare. Non sia mai che gli italiani abbiano l’impudenza di voler sapere, e perfino capire, come ha fatto il ponte Morandi a venir giù in quel modo; e chi e come, adesso, dovrà fare la relativa inchiesta. Non sia mai che vogliano sapere e capire come mai la Diciotti è andata a rimettersi, e a rimettere il nostro Paese, nella stessa identica situazione di un mese e mezzo fa, cioè sotto ricatto morale e con i riflettori di tutto il mondo puntati addosso, per vedere quanto cattivi saremmo stati con i poveri profughi. Non sia mai che i cattolici vogliano sapere e capire che ci fa in Vaticano un signore argentino il quale, oltre ad aver protetto e coperto i peggiori predatori sessuali e i più abominevoli sodomiti che infangano, con la loro pestilenziale presenza, la Chiesa cattolica, sta demolendo scientemente, giorno per giorno, mese dopo mese, la dottrina e la morale cattoliche. Infine, non sia mai che agli italiani venga il capriccio di sapere e capire chi comanda sul serio, qui…
Quando i Greci bloccano le strade per protestare contro le imposizioni della Troika, vengono subito picchiati, sgomberati e persino arrestati dalla polizia. Ma ai migranti non viene fatto nulla. La globalizzazione, e la sua politica migratoria organizzata, è il capovolgimento completo dei diritti tra cittadini e stranieri a beneficio degli stranieri, a qualsiasi livello, proprio come le prerogative dell’euro in economia. Questo è esattamente ciò che la sinistra non vuole vedere perché… vien da pensare che sia perché è “pagata” per non vedere e per inquinare il dibattito!
http://vocidallestero.it/2018/08/30/tre-migranti-uccidono-un-ragazzo-greco-davanti-allacropoli/
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In particolare, è chiaro che il Quirinale (la cui cooperazione è indispensabile a un golpe politico, avendo esso la funzione di delegittimare il governo legittimo e legittimare quello illegittimo) è una sorta di rappresentante degli interessi e della volontà delle potenze straniere dominanti sull’Italia; e che la sua forza politica, la sua temibiltà e la sua inattaccabilità derivano dal rappresentare esse, non certo dalle caratteristiche personali dei suoi inquilini. Il Quirinale è stato concepito e costruito, nella Costituzione italiana del 1948, al fine di far passare come alto giudizio e indirizzo della più alta Autorità nazionale quelle che invece sono imposizioni di interessi stranieri.
Dico “il Quirinale” e non “il Presidente della Repubblica” perché intendo proprio il Palazzo, come istituzione e ruolo nei rapporti gerarchici tra gli Stati, e non la persona fisica che lo occupa volta dopo volta. L’Italia è uscita dalla 2a Guerra Mondiale non solo sconfitta, ma con una resa incondizionata agli Alleati, e ha così accettato un ruolo subordinato agli interessi dei vincenti, incominciando dalla politica estera, per continuare con quella monetaria e bancaria. Il Quirinale è, costituzionalmente e storicamente, l’organo che ha assicurato la sua obbedienza e il suo allineamento nei molti cambiamenti di governi e maggioranze.
Marco Della Luna
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