Il nocciolo della questione è l’identità

GUCCINIradici_coverdi Francesco Lamendola

Una vita nella quale non ci si pone in atteggiamento discente è una vita nella quale si ripetono sempre le stesse dinamiche, e perciò anche gli stessi errori. Al tempo stesso, una persona che vive senza sviluppare e senza coltivare la propria identità è molto più facilmente manipolabile di una persona che lo fa; estendendo il ragionamento alle società, ai popoli e alle nazioni, appare chiaro che qualcuno ha interesse a inibire il senso della identità personale e collettiva, perché la società destrutturata e i popoli ridotti a masse dì’individui egoisti e narcisisti, sono solo bestiame da macello nelle mani di chi tiene le redini del gioco. Le redini del gioco sono nelle mani della grande finanza, il cui potere, negli ultimi cento anni, è cresciuto in misura esponenziale, e che sono giunti, oggi, a controllare la quasi totalità dell’informazione e anche di ciò che va pomposamente sotto il nome di cultura. Come esiste l’identità delle persone, infatti, esiste anche l’identità dei popoli; e sia l’una che l’altra sono sotto attacco da parte di quei poteri globalisti che vorrebbero fare tabula rasa di ogni identità, perché le identità sono definite dalle differenze, così come gli Stati sono definiti dei confini che li separano dagli altri Stati. Uno Stato che non abbia dei veri confini, non è più un vero Stato (ed è precisamente quel che ci sta accadendo, oggi, come Italia e come Europa, di fronte all’invasione massiccia di migranti e falsi profughi), così come un popolo senza differenze – etniche, linguistiche, culturali, religiose, perfino gastronomiche – non è più veramente un popolo, ma una massa confusa d’individui, privi di quelle individualità che rappresentano gli anticorpi necessari a contrastare quella forma di patologia tumorale che è la mondializzazione.

estratto da https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61116

Per le conclusioni ci sentiamo di raccomandare caldamente lo scritto del nostro concittadino Fabio Bergamini, poi diventato sindaco di Bondeno:

https://bondenocom.wordpress.com/2018/08/26/identita/

il che implica che la costruzione di una identità richiede sicuramente un curriculum scolastico con solide basi umanistiche e una pratica politica sul territorio.

4 pensieri su “Il nocciolo della questione è l’identità

  1. “ Le democrazie hanno grandi risorse di intelligenza e di immaginazione. Ma sono anche esposte ad alcuni seri rischi: scarsa capacità di ragionamento, provincialismo, fretta, inerzia, egoismo e povertà di spirito. L’istruzione volta esclusivamente al tornaconto sul mercato globale esalta queste carenze, producendo un’ottusa grettezza e una docilità –in tecnici obbedienti e ammaestrati – che minacciano la vita stessa della democrazia, e che di sicuro impediscono la creazione di una degna cultura mondiale.
    Se non insistiamo sul valore fondamentale delle lettere e delle arti, queste saranno accantonate, perché non producono denaro. Ma esse servono a qualcosa di ben più prezioso, servono cioè a costruire un mondo degno di essere vissuto…”
    Non per profitto –Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica” di Martha C. Nussbaum

  2. Povera Desirée a cui in famiglia nessuno ha detto dei “No” . anzi, il solo che glieli ha detti, il padre, non ha alcuna autorità, è condannato per stalking, è stato denunciato dalla moglie; e quando l’ha riportata a casa, s’è beccato una denuncia anche da lei: la figlia sedicenne. Perché nessuno deve limitare la sua “libertà”, le sue “libere scelte”.

    Tremendo scoprire come si descriveva lei, la povera sciocchina divorata dal nulla, su Facebook, sotto le immancabili foto in cui tutte le ragazzine come lei si propongono come seduttrici da pornovideo:

    “Nata principessa, cresciuta guerriera, un angelo bianco con l’anima nera”.
    https://www.maurizioblondet.it/desiree-uccisa-nelle-macerie-della-civilta/

  3. Soffia un vento populista sull’Europa, ma le prospettive di successo elettorale non si accompagnano ad una necessaria e indispensabile visione dei processi globali. I partiti nazionalisti e patriottici sono uniti dalla lotta all’immigrazione selvaggia e scriteriata ma non da un orizzonte comune che riguarda cultura, economia e sviluppo. Non è un caso che la leader dell’Afd Alice Weidel abbia dalla Germania criticato la Manovra del governo giallo-verde, al pari dell’Austria con il cancelliere della destra del Ppe, Sebastian Kurz. Che fare? E’ necessario che il fronte populista, da cartello elettorale anti establishment, divenga un fronte organizzato con una piattaforma politica di governo. E la precondizione per una futura condivisione di scelte che vadano oltre l’opposizione alle politiche immigrazioniste, è opportuno riscoprire il valore dell’Europa, come attore di Civiltà e soprattutto come strumento per competere a livello internazionale nella guerra in atto tra Usa, Cina e Russia.
    http://www.barbadillo.it/78385-il-punto-venner-e-i-populisti-che-confondono-lue-globalista-con-leuropa-della-tradizione/

  4. Non hanno tutti i torti: città e interi paesi muoiono repentinamente o a poco a poco, quando rinunciano alla loro storia e memoria, o la dimenticano, o la rimuovono perché è un peso oneroso come le responsabilità e i doveri; o quando si lasciano occupare da un nemico con le armi o con quattro soldi.

    Guai ai vinti, guai a noi se non lo amiamo questo posto in cui siamo nati o nel quale siamo approdati, questo riparo fragile e bello, guai a noi se non ce lo riprendiamo per goderne e custodirlo.
    https://ilsimplicissimus2.com/2018/10/30/ce-la-siamo-voluta/

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