Insomma, il gender ha incassato l’ennesima vittoria. Anche in questo caso, di delirio si tratta.
Fino a un annetto fa si diceva fosse una “bufala”. Non esisteva e non era possibile parlarne (chi lo faceva finiva nelle liste di proscrizione, coperto di insulti e minacce). Poi, gradualmente, grazie alla narrazione mainstream e allo spettacolo, è penetrato nell’opinione pubblica e oggi sta piegando al politicamente corretto persino la natura e l’evidenza, con una ferocia tale da rendere il bipensiero orwelliano e la psicopolizia roba da dilettanti. Perché psicopolizia? Perché se provi a opporti o a proporre un dibattito, sei un oscurantista e un retrogrado! Un pericoloso fascista che va vaporizzato!
Nel giro di un paio d’anni siamo stati cotti come la famosa rana di Chomsky. Siamo arrivati al punto che i genitori educano i figli genderless e somministrano loro farmaci ormonali per bloccarne lo sviluppo e ora si vorrebbe insegnare che tutti i generi possono avere le mestruazioni.
Secondo la tecnica che abbiamo esposto con Gianluca Marletta in Unisex (Arianna Editrice) della desensibilizzazione e del bloccaggio, si è convertita l’intera popolazione alla tematica. Ora è diventata di moda, anzi è scienza. Si tratta di un faro del progresso che permette di vivere in completa libertà la propria vita e in modo liquido il proprio orientamento sessuale. Si può persino “riscrivere” la realtà.
Si è cioè prodotta una campagna di propaganda che nel giro di pochi anni ha trasformato la mentalità e la sensibilità di massa rispetto a questo tema (e derivati).
leggi tutto su https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61365
Vedi anche https://apoforeti.wordpress.com/2016/09/27/la-finestra-di-overton/
Quindi via il passato, meglio l’ipertrofia del presente che permette di autoassolversi, di accontentarsi del mugugno – invidiando ma solo sul web le insurrezioni e le disobbedienze altrui che non si imitano per ragionevole cautela, e soprattutto di disimpegnarsi sul futuro che tanto è già consegnato ai padroni delle due fazioni, ai burattinai dei fantocci di ieri e di oggi e a quelli di domani che hanno persuaso i pupazzi a prestarsi in nome di leggi divine che sovrintendono le azioni e i destini degli uomini, immutabili e incontrastabili come il fiscal compact, gli F35, la precarietà, l’ordine mediante repressione e limitazione delle libertà, la fatica come unico diritto insieme al consumo, il culto fanatico dell’avidità e dell’accumulazione come movente imprescindibile di ogni azione.
https://ilsimplicissimus2.com/2018/12/24/il-partito-dei-malminoristi/
Però fra i commenti emerge anche una realtà inquietante. “Settecentomila “non mi piace” ridotti a 500 mila in poche ore. E’ normale che i “non mi piace” scompaiano così facilmente?”, denuncia un utente. “Hanno cancellato il mio “non mi piace” quattro volte”, scrive un altro. E non è da solo. Un enorme numero di visitatori del sito accusa nei propri commenti Youtube d’aver dovuto mettere “non mi piace” più e più volte, trovando il proprio voto negativo cancellato a più riprese. Un’esperienza orwelliana toccata anche a utenti italiani, come si legge nei commenti al video sulla pagina satirica di facebook “Capitan Patriarcato“.
Insomma, il dissenso al moralismo è maggioritario, ma a quanto pare è vietato esprimerlo. Non sia mai la gente normale scoprisse d’essere la maggioranza, e manco tanto silenziosa…
*Nota: soy-boy è il termine spregiativo con cui si definiscono gli uomini poco virili, poiché è opinione popolare che i prodotti a base di soia contrastino la produzione di testosterone. Cisgender è un neologismo derivato dai c.d. “studi di genere” con cui si definiscono le persone con gusti sessuali normali
http://www.barbadillo.it/80077-il-caso-lo-spot-moralista-gilette-sepolto-dalle-critiche-cancellate-da-youtube/