Si pensi solo che per un concetto illusorio, aleatorio e astratto come la “sicurezza” gli italiani sono pronti per il 39% a limitare il diritto di sciopero, tanto faticosamente conquistato dalle generazioni precedente dopo lotte aspre. E non solo lo sciopero: anche le libertà di opinione e di associazione. Oltre il 77% sono favorevoli a più restrizioni (a parole), salvo poi lamentarsi in privato e a calpestarle: segno di schizofrenia e non indice di salute. Per 3 su 10 chi non ha rispettato le regole non deve essere curato. Il 43,5% -una cifra sorprendente- chiede la pena di morte nell’ordinamento giuridico. E ancora: solo il 13% pensa sia buona cosa tentare un lavoro autonomo imprenditoriale; il 54% e il 29% rispettivamente della piccola -media e grande impresa teme per il proprio lavoro, il 77% di autonomi e partite iva ha guadagnato molto meno rispetto al 2019; solo il 20% scarso pensa che “andrà tutto bene”, per l’ 80% andrà tutto male con varie gradazioni di pessimismo e il futuro fa paura. Non parliamo delle cifre sulla didattica a distanza, un flop assoluto che ha aumentato solo il divario tra gli studenti e non ha fatto imparare un bel nulla.
Insomma, hanno fatto meglio di noi quasi tutti.
Hanno fatto meglio di noi gli Stati Uniti del “negazionista” Trump (82 decessi ogni 100.000 abitanti)
Ha fatto meglio di noi il Brasile del “negazionista” Bolsonaro (82 decessi ogni 100.000 abitanti).
Ha fatto meglio di noi la Svizzera, che provvedimenti di reclusione domiciliare non ne ha mai adottati (57 decessi ogni 100.000 abitanti)
Però voi continuate a parlare del “modello italiano”. E continuate a dire che “la lungimiranza di questo governo ci ha salvato”, perchè “senza il lock-down saremmo morti tutti”. Siete evidentemente in preda a una seria patologia psichica.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/modello-italiano-un-disastro
Solo quando si accetterà di nuovo l’idea di conflitto, come motore della storia e delle idee si avrà il coraggio di chiamare tiranni quelli che ora fingiamo di chiamare salvatori.
http://ilsimplicissimus2.com/2020/12/07/gli-uomini-nei-muri/
È finito il tempo dell’ottimismo sociologico, che di per sé era un ossimoro: non potrà che andare sempre peggio se l’epidemia ha permesso che venisse demolito totalmente il sistema dell’istruzione pubblica. Solo l’11,2% degli oltre 2.800 dirigenti scolastici intervistati dal Censis ha confermato di essere riuscito a coinvolgere nella didattica tutti gli studenti più del 10% dei quali mancava all’appello alla stentata ripresa. Il 53,6% dei presidi sostiene che con la didattica a distanza non si riesce a coinvolgere pienamente gli studenti e soprattutto quelli con bisogni educativi speciali, quelli per i quali la socialità che si instaura nelle aule scolastiche è insostituibile: gli alunni con disabilità (circa 270.000 persone solo nelle scuole statali) o con disturbi specifici dell’apprendimento (circa 276.000). E una larga maggioranza di dirigenti ammette di non poter far nulla per prevenire la dispersione scolastica.
https://ilsimplicissimus2.com/2020/12/12/censis-il-novelliere-dei-regimi/