Ci sono molti modi per vendere una città, ma tutti prevedono che vengano cancellate l’identità e l’appartenenza dei cittadini in modo da costringerli all’esodo, che venga demolita l’impalcatura che la tiene insieme, fatta di memorie, tradizioni, storia, che gli abitanti vengano sostituiti da nuovi “residenti” saltuari secondo i comandi dell’impero dello sfarzo che dei lussuosi vagabondi di meta in meta del Grande Privilegio, che si soffochino le botteghe, le attività consuete tramandate da generazioni per far posto alla moderna chincagliera e alla paccottiglia contemporanea, uguale a Firenze, Napoli, Dubai, Singapore.