Asocialismo

Il distanziamento sociale, il fatidico metro o metro e mezzo da mantenere tra le persone, come certificato ad esempio in tutti i gadget e la cartellonistica concentrazionaria fornita agli esercenti dalle associazioni di categoria compiacenti (lo ripeterò finché avrò fiato in corpo: compiacenti e complici) verso la distruzione umana ed economica dei propri iscritti, avrebbe dovuto essere il primo segnale da cogliere per capire che non si trattava di una disposizione di precauzione sanitaria ma di un nuovo modo di concepire la socialità. Una “nuova normalità”, una regola da seguire sempre e comunque e, scommetto, vita natural durante, da imporre alla plebaglia infetta. Infetta non perché contagiata da un virus SARS, ma ontologicamente reietta, impura ed intoccabile. Questo “metro” di giudizio finale doveva essere l’allarme che scatta, la pioggia dal soffitto che spegne provvidenzialmente l’incendio nella stanza, il salvavita che ti mette in sicurezza isolando l’impianto. 

Invece no, la cosa è passata in fanteria come le altre assurdità di questo incubo, ed ancora oggi si fa fatica a farne cogliere la disumanità ai nostri compagni di sventura, ipnotizzati dalle mascherine, dalla paura di una malattia che due anni fa avremmo chiamato influenza, dalla nevrosi indotta da regole – lo ripeto perché deve diventare un mantra – disumane. Nemmeno quando i torturatori ci comunicano quale parte della nostra vita privata dovrà ancora essere fatta oggetto di intrusioni indebite, si osserva una reattività nella massa di zombificati ai quali, forse, una bella secchiata d’acqua gelata in faccia farebbe assai bene. Perfino l’inedita ed inaudita pretesa di intromettersi nella nostra vita affettiva e sessuale per regolamentarla – paradossalmente in tempi in cui ognuno dovrebbe essere di tutti e fare ciò che vuole – ha fatto svegliare chi è precipitato nello stesso torpore magicamente indotto di Re Theoden. 

leggi tutto su http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2021/01/asocialismo-futura-disumanita.html

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