Un tempo, le “contestazioni” prendevano origine nei luoghi che, per definizione implicano una collettività: le fabbriche (e i luoghi di lavoro in senso lato), le università, le scuole. Ora, la “necessità” profilattica di distanziamento fisico ottiene l’effetto di rendere impossibili questi tipi di aggregazione collettiva divenendo appieno un “distanziamento sociale”, che è il reale obiettivo del Sovrano.
Le norme che impediscono gli assembramenti hanno soppresso, di fatto, qualsiasi di forma associativa e comunitaria e, quindi, politica in senso lato. Il contatto tra le persone è stato sostituito e monopolizzato da una comunicazione mediata dai dispositivi elettronici, come nel caso del lavoro e della didattica “a distanza”.
A questo punto non appare così peregrino il pensare che, dal punto di vista del Sovrano, quest’epidemia sia stata provvidenziale, poiché tutte le misure profilattiche impediscono il manifestarsi della comunità, della polis, per lasciare in essere solo il rapporto verticale tra sudditi e Sovrano, dato che, la scomparsa di qualunque tipo di azione politica “intermedia”, così come si manifesta e si è sempre manifestata nell’essere sociale, è resa possibile dall’eliminazione di «ogni rapporto sociale estraneo allo scambio individuale tra protezione e obbedienza».
https://byebyeunclesam.wordpress.com/2021/02/02/la-communitas-e-incompatibile-con-limmunitas/