Questo è il sistema e vige in ogni dettaglio. Personalmente ho conosciuto decine di episodi analoghi; con la beffa aggiuntiva che se lo dici sei accusato di complottismo e di vittimismo. O sei ignorato fino alla morte.
Mi piacerebbe che venisse fuori un Palamara dell’editoria e delle accademie e raccontasse “Il Sistema” mafioso e parentale che vige in questi ambiti. Nell’editoria e nella cultura i metodi e i poteri sono diversi ma i criteri mafiosi di cooptazione/protezione/eliminazione sono simili. La qualità, il valore non contano. Quella che fu definita la casta è in realtà un sistema di caste intrecciate che funzionano come cupole di stampo mafioso, circondate da una miriade di clientes, picciotti e protetti. Denominatore comune: sono di sinistra. E quella che fu definita la casta per antonomasia, cioè la classe politica, si può oggi definire “la feccia” al potere. La casta, anzi la cupola, è oltre. Insieme fanno sistema. Ecco il Sistema.
Marcello Veneziani in
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-sistema-di-potere-giudiziario-vigente-nel-nostro-paese
Lorsignori sanno tutto di economia, finanza, azioni, obbligazioni, finte operazioni su quel denaro che ormai scorre solo attraverso il mondo virtuale, ma non sanno assolutamente niente su: l’Ecosistema, la Vita, gli altri esseri senzienti, e poi l’Anima del Mondo, anche se, bene o male, ne fanno parte. Sono concetti e valori ben più importanti. Non sanno niente neanche di come vive il Complesso degli esseri senzienti, trenta milioni di specie, né di tutte le relazioni che li collegano e li mettono in comunione con il mondo inanimato…e vogliono “dominare il mondo”!
Quelli non sanno, né “sentono”, assolutamente nulla neppure di cosa sono loro stessi nella Natura, nella Terra, nell’Universo, cioè Sistemi molto, molto più grandi di tutta l’umanità. Qualcuno di lorsignori ha quasi novant’anni: evidentemente non sa neppure che esiste la morte, che è l’unica certezza rimasta, dopo “la fine delle certezze” (titolo di un libro di Prigogine). Altro che “grandi della Terra”!
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/allora-era-tutto-vero
Arrivate le cose a questo punto, però, non ci pare azzardato affermare che la democrazia in Italia è finita, o comunque, sta entrando in un irreversibile fase comatosa. Al suo posto, invece, va sostituendosi una forma di neopaternalismo, sorretto e diretto dal diktat dei mercati e delle grandi entità sovranazionali. Un neopaternalismo che, adesso, non ha neanche più il bisogno di nascondersi, conferendo direttamente incarico ai propri operatori, come nel caso di Mario Draghi.
In questo, l’Italia sta facendo da battistrada a tutti i paesi d’Europa e del mondo occidentale, in quanto laboratorio per una nuova forma di autoritarismo da esportare poi, a livello globale. Il tutto, condito da un martellamento propagandistico intriso di un ipocrita anti autoritarismo di maniera. Dai continui memento dei tragici fatti dell’ultimo conflitto mondiale, sino alla sfacciata condanna di Russia, Bielorussia, Birmania, Egitto e via discorrendo, non c’è giorno che in Italia non si strilli contro la presunta cattiveria e l’ingiustizia di qualcuno, in totale spregio e dimenticanza di quanto accade da noi.
Sta tramontando la democrazia, ma la pubblica opinione non ne ha sentore. La fragrante violazione dei più elementari diritti del cittadino (di movimento, associazione, etc.) è oramai divenuta prassi quotidiana. Figure istituzionali, come quella del Presidente della Repubblica, che dovrebbero avere un ruolo di garanzia, effettuando rilievi sulle violazioni di quella tanto propalata Costituzione, hanno invece di gran lunga scavalcato il proprio ruolo, avallando e rendendo usuale la prassi della nomina di Presidenti del Consiglio, de facto privi di consenso elettorale.
E, si badi bene, non è solamente alla presidenza Mattarella, che può esser imputata una simile prassi. L’esempio di quanto accaduto con la presidenza Napolitano, attraverso la nomina di Mario Monti a premier, ce la dovrebbe dire lunga. Prima o poi, l’opinione pubblica si sveglierà. Ma sarà il doloroso risveglio, in un paese svenduto alla speculazione internazionale, malato di povertà, degrado e sperequazione sociale. Con buona pace di tutti cantori dei toni conciliatori e del bon
ton istituzionale.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-varano-di-bruxelles
La politica orgogliosa della sua impotenza è ormai l’ultimo sottile diaframma tra il popolo e i suoi carnefici ma non è più un corpo intermedio e solido ma un ectoplasma di materia attenuata. La politica che non sa di essere morta non ha capito che assieme al popolo sparirà anch’essa e per giunta tra le maledizioni di coloro che non è stata capace di difendere. Non ha capito che i responsabili delle atrocità commesse dai governi tecnici saranno cercati tra i politici e non tra i tecnici, e che è ciò che il sistema voleva: usarli un’ultima volta come capri espiatori e utili idioti. E loro, tra una fine comunque ma almeno dignitosa hanno scelto di non scegliere.
Inutile dire che se ci toccherà l’onere di ricostruire, la lezione di questi ultimi mesi sarà stata la miglior scuola di partito che si potesse immaginare per stabilire cosa deve essere e soprattutto cosa non deve essere un politico.
Pubblicato da Barbara Tampieri