Divieto di cura

Nel post di ieri dedicato al rapporto rischi – benefici  dei vaccini e al modo con cui si bara su di esso, ho mostrato che  il sostanziale “divieto di cura”  è stato una delle basi su cui si appoggia ancora oggi la narrativa pandemica. Questo orientamento delle multinazionali del farmaco si è in realtà manifestato da anni e per motivi del tutto ovvi per colossi che lavorano nell’ottica del profitto: curare troppo bene non conviene. Nella primavera del 2018  Goldman Sachs in un report per gli investitori  del settore biotecnologico titolato  Genome revolution si chiedeva: “E’ un modello di business sostenibile curare i pazienti?” E viene riportato l’esempio del trattamento per l’epatite C della Gilead Sciences che ha raggiunto tassi di guarigione superiori al 90%. In USA le vendite di questo trattamento hanno raggiunto un picco di 12,5 miliardi di dollari nel 2015. Ma poi il profitto ha iniziato a crollare: “Lo stesso successo per il suo farmaco per l’epatite C ha gradualmente esaurito il pool disponibile di pazienti trattabili perciò nel caso di malattie infettive come l’epatite C curare i pazienti diminuisce il numero di portatori del virus in grado di trasmettere lo stesso virus a nuovi pazienti, per questa ragione diminuisce il numero di pazienti disponibili. Dove invece il pool di pazienti rimane stabile  il potenziale della cura comporta meno rischi per il business.” come ad esempio nel caso del il cancro o nelle affezioni di tipo cronico. Figuriamo quale danno possa essere per gli affari la possibilità di cura con presidi farmacologico tutto sommato di basso costo. 

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2021/04/05/lideologia-del-divieto-di-cura/

11 pensieri su “Divieto di cura

  1. Insomma Goldmann Sachs mostra che in un certo senso è il profitto a creare sia la malattia che la cura ovvero esaltando al massimo grado la pericolosità di ciò che fa guadagnare di più e minimizzando invece ciò che invece porta scarsi guadagni. Ed ecco da cosa la nasce l’insensato, anzi criminale “divieto” di cura per il Covid che dopo un anno non è stato ancora tolto sebbene qualunque persona minimamente sveglia comprende che proprio questa assurdità è all’origine della maggior parte dei decessi.
    Ibidem

  2. ANCONA – Paracetamolo e ibuprofene fin da subito, poi antibiotico e cortisone se le condizioni di salute volgono al peggioramento. Sono questi i capisaldi del protocollo terapeutico per la gestione domiciliare delle persone affette dal covid-19, varato dalla Giunta della Regione Marche, per l’aggiornamento delle linee operative, valide per i casi sospetti di infezione.
    NOTA: come si dice in Emilia, se non è zuppa è pan bagnato

  3. Se però il vaccino avrà efficacia breve e la campagna vaksinale indurrà la nascita di mutazioni che a loro volta richiederanno nuove vaksinazioni specifiche, allora il volume di affari si moltiplicherebbe in una reazione a catena: ogni campagna valksinale produrrebbe la necessità di ulteriori campagne; e questo scenario genererebbe abbastanza profitti per le case farmaceutiche, da giustificare l’intera operazione;

    Simile risultato economico si avrà se i vaksini produrranno effetti indesiderati, come l’immunodepressione o il tumore o malattie autoimmuni o degenerative, che a loro volta richiedano trattamenti farmacologici e vaksinali, in una spirale autoalimentantesi di farmacodipendenze.
    https://marcodellaluna.info/sito/2021/04/03/vaccinopoli-azioni-legali-contro-un-piano-criminale/

  4. Domande da fare non più a Speranza, ma a Draghi:

    Perché uno come lei s’è ridotto a leccare le suole delle scarpa a Speranza? In base a quale motivo e ordionamento lei gli fa da subalterno? E en passant:

    – perché è contrario alle cure domiciliari? – perchè vuole impedire agli italiani di curarsi? – perché vuole riempire gli ospedali, le terapie intensive e le casse da morto? – perché vuole portare questo paese al disastro?

    L’articolo “Tachipirina e vigile attesa”, è un ordine! proviene da Blondet & Friends.

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