La scuola dei folli

Siamo dentro un incubo: a Fano un ragazzo che si rifiutava di indossare la mascherina, appoggiando questo suo rifiuto sul parere di un costituzionalista, è stato trasportato di peso all’ospedale psichiatrico e vi rimarrà per sette giorni con la complicità di autorità scolastiche vili e vergognose oltre che ignoranti, di sanitari da mandare in galera e di un potere ormai apertamente fascista che agisce in nome di una tutela della salute basata su presupposti inventati. Dalle ricerche sappiamo che semmai dovrebbe essere messo in manicomio chi usa le le mascherine e dietro le sbarre gli speculatori che le fabbricano e le impongono per fare profitto alle spalle della gente spaventata. Ma questo non è solo il risultato di una perversa parabola politica del neoliberismo occidentale di cui siano solo una periferia, dietro questi episodi – spia giocano antiche culture di subalternità che rendono difficile se non impossibile tenere la schiena dritta, anche quando si sa molto bene di essere sottoposti a manipolazioni e mistificazioni. La storia italiana moderna e contemporanea è talmente costellata di esempi di questa mentalità che non si sa bene da dove e da chi cominciare.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2021/05/07/fano-manicomio-mascherine-scuola/

Un pensiero su “La scuola dei folli

  1. PSICOPOLIZIA IN AZIONE
    Totolo poi ha raccontato anche della perquisizione subita. «Mi hanno bloccato l’account twitter e hanno eseguito la perquisizione sui device elettronici. Hanno fatto le copie del pc e del telefono, che sono già tornati in mio possesso. Non so davvero cosa il pm possa pensare di trovare visto che tutto ciò che faccio – ha sottolineato – è pubblico. Io scrivo articoli, pubblico libri, faccio tweet, non mi nascondo. Ci metto la faccia, sempre, mentre chi vuole fare “eversione” non lo fa certo pubblicamente, ma in maniera anonima e non in pubblica piazza. D’altra parte, la procura mi contesta la pubblicazione di tweet sul profilo @francescatotolo, quindi “firmati”». Infine, una notazione su come la vicenda è stata divulgata. «Molte testate hanno riportato il mio nome, trattandomi come se fossi stata condannata in terzo grado di giudizio, ed è vergognoso – ha commentato – che siano stati fatti uscire solo il mio nome e quello del professore Marco Gervasoni. Sono una cittadina italiana – ha concluso Totolo – come gli altri nove indagati».
    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-censura-e-quella-contro-me-e-gervasoni-altro-che-fedez

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