Quando si tratta di questioni di “diritti umani” e libertà individuali, ogni Paese del mondo prende una posizione diversa. Cultura, religione e nazionalità giocano tutti i loro ruoli, ma ora è chiaro che l’Occidente vuole cambiare questo.
Martedì [30 giugno u.s. – n.d.c.], il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha twittato un’immagine della bandiera dell’orgoglio arcobaleno issata fuori dal Dipartimento di Stato a Washington, scrivendo che la commemorazione di due importanti eventi LGBT “ci ricorda quanto lontano siamo arrivati – e quanto ancora abbiamo bisogno da raggiungere, a casa e in tutto il mondo.” La parola chiave qui è “in tutto il mondo”.
Mentre l’Occidente eleva le questioni LGBT a misura più alta della moralità, riorganizzando di conseguenza la sua cultura, si pone la domanda: come si manifesterà questo nella politica estera? I valori sono schierati come uno strumento efficace nella politica del potere occidentale, con la democrazia liberale additata come una norma egemonica che consente a Paesi come gli Stati Uniti di guidare il mondo e di esentarsi dal diritto internazionale.
Anche la CIA ora si sta ribattezzando come un’organizzazione guidata dalla difesa dei diritti LGBT, il che è una chiara indicazione che la celebrazione dei “nostri” valori retti sarà presto espressa come derisione e attacco all'”altro”.
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Si potrebbe affermare che l’inglese sia il collante idiomatico d’Europa perché largamente studiato e compreso, ma è originario dell’unico paese rinunciatario all’adesione della U.E. e deve il suo successo internazionale più all’affermazione degli Stati Uniti d’America che a qualche paese europeo; inoltre è ufficiale e prevalente in paesi che non hanno niente a che vedere con l’Europa, dal Canada alla Nuova Zelanda, dalla Giamaica all’India.
L’EUROPA NON ESISTE
Ormai quelli che chiamavamo i poteri forti oggi sono rappresentati allegoricamente dal Gafam (Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft, cui è obbligatorio aggiungere BigPharma, l’oligopolio commerciale, politico, antropologico che agiscono anche fuori dall’ambito dei rispettivi settori di produzione e servizio per sconfinare nell’ingegnerizzazione comportamentale e morale. E è certo è che Amazon costituisce il caso simbolico più completo se, come ha denunciato il canale britannico Itv News, in un’inchiesta ampiamente riportata dall’Internazionale, rappresenta emblematicamente miseria pubblica della quale fa tesoro infiltrandosi, condizionando, orientando desideri e consumi, e opulenza privata, quella segnata dallo sperpero, dalla dissipazione, dello spreco, quando si rifornisce di milioni e milioni di prodotti che dovrebbe appagare la nostra bulimia di consumatori e i suoi appetiti insaziabili, per poi buttarli, una volta invenduti e ancora nell’imballaggio originario.
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