Molte persone normali preferiscono la nebbia dove possono ancora simulare il passato, alla dura verità. il velo di invisibilità li protegge dalla rabbia intensa e dalla consapevolezza che le ricche élite che gestiscono il mondo e controllano i media mentono loro su tutto e li considerano con disprezzo, tanto più evidente quanto più la loro menzogna è sciatta e facilmente contestabile. Ma questo richiederebbe una risposta commisurata alla propaganda: ovvero la ribellione. Susciterebbe l’esigenza morale di guardare con decisione alla realtà, di fare collegamenti tra ricchezza e potere che sono stati banditi da tempo perché troppo imbarazzanti per gli assetti istituzionali o indagini sull’origine e gli scipi di certa filantropia intellettualmente accattona, ma politicamente iperattiva.
Ma questo spingerebbe inoltre a domandarsi dove prendano i soldi i protagonisti a vario titolo dell’informazione mainstream e dunque quale credibilità abbiano e anche questo permetterebbe di non abbandonarsi completamente alla menzogna, di informarsi e dunque di rendersi conto della narrazione. Per questo la nebbia è benvenuta, ci lascia in pace nella qualità di obbedienti sudditi e nello stesso tempo nasconde i legami della sudditanza. Sembra di essere nel “lungo viaggio nella notte di Eugene O Neil, “la nebbia è dove volevo essere. Era quello che volevo: essere solo con me stesso in un altro mondo dove la verità non è vera e la vita può nascondersi da se stessa… Chi vuole vedere la vita così com’è, se può evitarlo?”
estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2021/08/15/maledetta-nebbia-154103/