Razzismo

Di fronte a una refrattarietà al vaccino che viene presentata come una sorta di follia, una pazza e irrazionale sfiducia nella Scienza, si moltiplicano le descrizioni dei No Vax come un gruppo a parte. Come si sente risuonare in molte parole anche ai massimi livelli, essi non sono più cittadini come gli altri. Troviamo sui giornali “identikit dei No Vax” dove si va da condanne morali (egoisti) e peana sulla loro ignoranza, ad esplicite istanze di psichiatrizzazione.
Quest’ultimo passo è particolarmente significativo: trattando il soggetto dissenziente come un soggetto da indagare sotto il profilo della terapia psicologica o della psichiatria, ora esso non è più considerato una persona autonoma, ma diventa un oggetto di studio, non è più un soggetto mosso dalle proprie ragioni, ma un oggetto che reagisce a cause interne, da disinnescare. Nella concettualità moderna, questa è la mossa finale nella costruzione di un gruppo destinato a divenire un capro espiatorio: i suoi partecipanti vengono separati dall’umanità ordinaria, vengono disumanizzati. O vengono disumanizzati in termini morali (si sprecano le invettive, le espressioni di disgusto, le minacce anche da parte di personaggi prominenti), o vengono disumanizzati in termini mentali (non sono davvero padroni delle proprie azioni, ma vittime di pulsioni oscure, pregiudizi o distorsioni cognitive; sono malati che non sanno di saperlo e che, a maggior ragione, meritano un trattamento sanitario obbligatorio.)
Le analogie di questa dinamica psicologica con eventi drammatici del ventesimo secolo, eventi che ritenevamo superati per sempre, è sorprendente, come è sorprendente che gente che fa a gara a darsi reciprocamente medaglie di antifascismo non lo veda minimamente. È ovvio che contesti e premesse sono diverse, lo sono sempre, visto che la storia non si ripete mai identica. Però questo non deve distogliere lo sguardo dalle analogie. Quando in questi casi sento brandeggiare l’argomento che in quei tempi bui si parlava di pregiudizi irrazionali, come il “razzismo”, mentre oggi è la Scienza a parlare contro l’Irrazionalità, non posso che ricordare sommessamente che il “Manifesto della Razza” del 1938 venne firmato da alcuni tra i più eminenti scienziati dell’epoca, che nelle università c’erano cattedre di “scienze della razza”, e che il “razzismo scientifico” è scomparso solo con gli esiti della seconda guerra mondiale.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/identikit-del-no-vax-o-del-come-costruire-un-capro-espiatorio

3 pensieri su “Razzismo

  1. Dopo quasi ottant’anni di relativa democrazia è difficile digerire oggi l’ipotesi di un governo così accanito verso i propri cittadini, eppure non è raro che accada, è stato ad esempio il caso di molte dominazioni straniere. Il mondo di oggi, i cui tanti governi eseguono a una voce i dettati di pochi padroni sovranazionali, potrebbe integrare il caso particolare di un colonialismo globale senza colonizzatore locale.
    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/un-trionfo-triste

  2. Queste libertà amputate, ridotte a permessi e concessioni, rappresentano in realtà un attacco alla libertà come idea. Ma i più non sembrano preoccuparsene. Mi ricordano, per antitesi, quel lugubre monologo in cui il colonnello Kurtz parla dell’orrore: i soldati americani vanno in un villaggio vietnamita e vaccinano tutti i bambini. Quando vi tornano, trovano una montagna di piccole braccia amputate. I Vietcong hanno preferito tagliare un arto ai loro figli piuttosto che subire un gesto di dominazione. Kurtz definisce quell’atto “perfetto, genuino, completo, cristallino, puro”.
    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/le-due-liberta

  3. Dunque, non possiamo piangere tra le rovine, il compito è restare dritti in piedi. E’ l’ultimo servizio che dobbiamo a noi stessi e alla grande civiltà di cui siamo i figli estremi. La notte finirà, qualcuno vedrà l’alba. A noi il compito di conservare le pietre sparse. Non possiamo permetterci la semplice lamentazione, ed è tardivo qualunque tentativo – pur generoso- di reazione. La civilizzazione morente che vuole suicidarsi, lo faccia: siamo disposti a dare una mano, tanto più che è diventato legale. La premiata agenzia funebre funziona a pieno ritmo. Corra ancora più veloce: i morti seppelliscano i morti. Che cosa dobbiamo difendere, se non le pietre, le vestigia, nel mondo invertito in cui il male è bene e il vizio virtù?
    https://www.ariannaeditrice.it/articoli/premiata-impresa-funebre-occidente

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