Ieri non a caso nella regione che rappresenta un bubbone di vergogna nazionale, dove ogni fenomeno, dalle alluvioni alle morti per malasanità viene attribuito a tare antropologiche che espongono le sue popolazioni al giogo delle mafie, un insegnante di 33 anni sospeso per aver rifiutato di sottoporsi al vaccino anticovid si è dato fuoco davanti alla caserma dei carabinieri di Rende. La raccomandazione delle autorità di riservare a questo gesto “rispetto e silenzio” è stato accolto così entusiasticamente che i giornali che non collocano la notizia tra le brevi in cronaca, omettono di parlarne come il Fatto che apre sui bisticci quirinalizi, o la Repubblica che informa che la stretta del governo è a termine e tra 10 giorni forse potranno riaprire le discoteche in tempo per San Valentino.
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Non stupisce che non abbiano manifestato insieme ai loro alunni e ai loro figli contro l’aberrazione del tirocinio di servitù, assoggettamento e perfino lutto.
Non stupisce che oggi non siano in sciopero per stare al fianco di quel giovane uomo che ha preso sul serio il suo mandato fino a cercare di darsi la morte per smentire i pregiudizi che tanti dei suoi colleghi alimentano con l’acquiescenza e l’adesione acritica, dando ragione ai filosofi un tanto al chilo che li accusano di essere interessati solo alla paga, ai ministri che li preferiscono in veste di secondini e guardiani dei polli in batteria.
Ragazzini che muoiono durante la parodia feroce della formazione, ragazzini presi a botte, maestri che si danno fuoco, è proprio maledetta una scuola che ha bisogno di martiri.
Ibidem
In questi giorni tutti assistono allo sgretolarsi del monumento di menzogne efferate, manipolazioni vigliacche, malversazioni speculative che hanno caratterizzato la gestione della pandemia. Il governo stenta ad ammettere, sguazzando nel suo fango velenoso, centellinando indecorose licenze per discotecari in vista di San Valentino, lasciando intendere che forse nel giro di qualche giorno di potrebbe allentare la stretta di alcune limitazioni, mentre fa capire che resterà il regime “verde” almeno fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo augurabile delle tre dosi e poi 4 per tutti, allo scopo di smaltire le dosi, acquisire la benevolenza dei padroni e in futuro estendere l’applicazione del lasciapassare, a giorni “illimitato”, ad altri ambiti e contesti.
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