Scribi e farisei

Siamo caduti così in basso che se il neoliberismo è una religione e Draghi il suo profeta in terra italiana, la casta sacerdotale che ne celebra i riti sacrificali è identificabile con i cascami velenosi dell’ex sinistra riformista, con una “formazione” che tra andirivieni, scissioni, abbracci e stilettate tra le scapole, ha officiato non a caso il suo tradimento a un antico mandato dentro a una vecchia e gloriosa fabbrica, preferendo il Lingotto d’oro di incarichi, prebende, privilegi, sine cure, dichiarando in quell’occasione di volersi rivolgere a un nuovo pubblico, una piccola e media borghesia, professionisti, piccoli imprenditori, tutti dichiaratamente aderenti a un modello e a uno stile di vita integrato e compatibile con i canoni progressisti.

estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2022/04/20/la-guerra-di-mario/

Brusco risveglio

L’occidente pensava che sanzionando pesantemente la Russia l’avrebbe piegata e sottomessa, ma ha fatto malissimo i suoi calcoli perché non sta mettendo in difficoltà Mosca, ma sta solo riuscendo a far salire i prezzi dell’energia, delle materie prime e dei generi alimentari contro se stesso costringendo le banche centrali a stampare denaro per pagare tutto e creando così inflazione che richiederà altra stampa di denaro.  La Russia invece sta  collegando il rublo ai prezzi delle materie prime e la Cina ha già dimostrato di comprendere il gioco inflazionistico occidentale  avendo accumulato materie prime e cereali essenziali negli ultimi due anni  permettendo così alla sua valuta di salire rispetto al dollaro. Cina e Russia non stanno seguendo il percorso dell’inflazione delle valute occidentali, al contrario, si stanno muovendo verso una strategia monetaria più solida con la prospettiva di tassi di interesse e prezzi stabili mentre l’Occidente accelera nella direzione opposta. Come andrà a finire? Secondo gli analisti di Credit Suisse non sarà il rublo a farne le spese, ma le valute occidentali, ossia dollaro, euro e yen.

D’altro canto non si sanziona la più importante fonte mondiale di esportazione di energia e il fornitore di un’ampia gamma di merci e materie prime, inclusi cereali e fertilizzanti, senza danneggiare tutti tranne chi si doveva punire. Peggio ancora, il nemico da colpire  ha nella Cina un amico estremamente potente, del quale la Russia è un partner nel più grande blocco economico del mondo – l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai – al comando di un mercato in via di sviluppo che rappresenta oltre il 40% della popolazione mondiale. Questo è il futuro, non il passato: il passato è il wokerysmo ipocrita occidentale, fatto di debito, disuguaglianza senza precedenti,  e alberi magici del denaro per  pagare tutto. Ma nonostante sia ormai palese e chiaro a chiunque l’errore commesso con le sanzioni, l’occidente non si è dato alcuna opzione politica alternativa – come per esempio ricercare la pace – se non quella di tentare di inasprire ulteriormente le sanzioni. La risposta della Russia è stata però devastante per il sistema finanziario occidentale: con due semplici annunci, legando il rublo all’oro per gli istituti di credito nazionali e insistendo sul fatto che i pagamenti per l’energia saranno accettati solo in rubli, si pone fine all’era del dollaro fiat che ha governato il mondo dalla sospensione di Bretton Woods nel 1971 ad oggi. Poco più di cinquant’anni fa, il dollaro ha assunto il ruolo di riserva globale dell’oro e dopo gli anni Settanta, la tendenza è stata di crescente finanziarizzazione: negli anni ’80 si sono fatti strada i derivati ​​regolamentati e gli anni ’90 hanno visto l’ascesa di hedge fund e dotcom. Ciò è stato seguito da un’esplosione di derivati ​​non regolamentati che alla fine sono esplosi nel fallimento di Lehman. Da allora, l’espansione del credito globale per attività puramente finanziarie è stata enorme, creando una bolla finanziaria di dimensioni mai viste.

Le sanzioni sono anche state un errore strategico perché hanno fatto comprendere a tutti che avere riserve in dollari significa esporsi al loro sequestro e questo non fa che aumentare la fuga dal dollaro. Stando così le cose, l’America troverà virtualmente impossibile trattenere i flussi internazionali di capitali che le hanno permesso di finanziare i suoi due disavanzi: quello di bilancio e quello commerciale che hanno permesso al Paese egemone di vivere molto al di là delle proprie risorse per troppo tempo e c’è un bella soddisfazione nel dire questo, visto che ciò accade proprio a chi ci bacchettava per questo attraverso le mille voci prezzolate del neoliberismo di marca amerikana. Tuttavia le altre due principali valute in campo occidentale, l’euro e lo yen, partono da una posizione ancora peggiore perché mentre il loro potere di acquisto sta visibilmente crollando, la Bce e la Banca del Giappone hanno ancora tassi di interesse negativi, e gli irresponsabili politici si trovano combattuti tra la Scilla dell’inflazione dei prezzi al consumo e la Cariddi del declino dell’attività economica, moltiplicata peraltro dal fatto di aver rinunciato all’energia di cui hanno  bisogno. Si trovano insomma nella situazione peggiore, visto che hanno una sovranità limitata in una misura ancora maggiore di quanto non si potesse pensare. Si troveranno in mezzo all’esplosione delle bolle che finirà per travolgere qualunque cose navighi su queste chiatte di denaro puramente nominale. Ma né la Cina, né la Russia subiranno questo destino perché in certo senso siamo alla rivoluzione delle materie prime, ovvero alla rivincita dell’economia reale, quella della manifattura, della produzione agricola, del fare, del progettare contro l’ordire e il vacuo sognare, della realtà contro la narrazione, degli uomini reali contro le distopie.

https://ilsimplicissimus2.com/2022/04/10/la-sconfitta-economica-si-avvicina/

Due conti

Questa maggior distribuzione di un ordine multipolare non è una scelta, è naturale laddove dai 2,5 mld del 1950 siamo passati ai 7,5 mld (e più) di esseri umani del 2020 con passaggio anche da sessanta circa a duecento Stati sovrani. Da 7,5 mld, diventeremo poco meno di 10 mld al 2050. Sono di pari aumentate le interrelazioni tra le varie parti, quindi in poco tempo, si è andato formando un sistema molto complesso che sta relativizzando il peso occidentale.Tutto ciò insidia nel fondamento la forma della nostra civiltà che proprio dal dopoguerra ha vissuto un periodo in cui, partendo da un dominio sul mondo ancora molto forte che ereditavamo dai secoli precedenti, ciò che chiamiamo “era moderna”, ha poi assistito ad una sua lenta contrazione, con previsioni di ulteriore contrazione nella misura in cui vaste parti del mondo si emancipano e cominciamo ad avere interrelazioni incrociate tra loro di tipo cooperativo. Hanno relazioni di tipo cooperativo non perché siano “più buoni” di noi che invece tendiamo ad avere relazioni competitive, ma perché partono tutti da posizioni basse di potere ed interessi.

estratto da https://www.controinformazione.info/in-che-gioco-siamo-capitati/

la realtà romanzesca

di

Vito Massimano

03 aprile 2022

Cattedra bollente

Una storia come tante altre: un alunno maggiorenne e consenziente fa sesso con una componente del corpo docente (sarà anche docente ma è pur sempre corpo). All’inizio sicuramente ci sarà stata – diciamo così – l’euforia per aver coronato il sogno proibito di qualsiasi giovanotto e cioè aver conquistato una più grande di lui, quella che in gergo può definirsi ingenerosamente la Milf, la tardona vogliosa. Poi, una volta scoperto che da parte di lei c’è del sentimento, scatta l’immaturità propria dei diciottenni, l’incapacità di uscirne in maniera adulta, la stupida vanteria che di fatto sputtana i di lei sentimenti coram populo attirando sulla mal capitata derisione generale, pubblicità a livello nazionale e problemi lavorativi di tipo disciplinare.

Pur trattandosi di due maggiorenni consenzienti, un Paese ancora bacchettone e ben pensante come il nostro con queste cose ci va a nozze: e allora scatta la tagliola, il “dove siamo arrivati”, “ecchesarebbe ‘sto schifo” contro la “ninfomane senza scrupoli” che avrebbe violato un ragazzino inerme il quale in realtà è un adulto arrapato dall’ormone impazzito. Inappropriato forse il rapporto tra un docente e un alunno? Sicuramente lo è ma la nostra povera preside non meritava che la propria identità fosse divulgata e irrevocabilmente compromessa a reti unificate.

Forse, a livello disciplinare, avrebbe dovuto ricevere un richiamo e un trasferimento d’ufficio ma nulla più. Stiamo parlando di fatti che sono sempre accaduti in ogni epoca, checché qualcuno venga a raccontarvi che “ai tempi suoi” queste cose non accadevano. Sciocchezze, i ragazzi “ai tempi suoi” non godevano di tutta questa libertà sessuale con le loro coetanee per cui esultavano come Tardelli ai Mondiali del 1982 quando trovavano quella più esperta e consenziente, fosse la vicina di casa, la lattaia o la sorella più grande del loro compagno di banco. E non facevano tante storie in ossequio al motto “fin che dura fa verdura”.

Oggi invece c’è una donna che finisce sulla graticola, un Me Too al contrario, una pruriginosa storia di scandalo scoppiata tra i banchi di scuola e che vede due maggiorenni coinvolti. Solo che di una si sanno inspiegabilmente le generalità e dell’altro giustamente poco o niente. E tutti insorgono contro la “maniaca” che ha osato portare il sesso tra i banchi, quegli stessi banchi (ma anche quelli delle scuole elementari) in cui nessuno invece si scandalizza di ipotizzare modelli educativi e informativi “gender fluid”.

Che poi, come ha giustamente fatto notare qualcuno, ci sono banchi e banchi: se la cosa succede su un banco di scuola francese tra Emmanuel e Brigitte e finisce all’Eliseo, allora è una splendida storia d’amore. Se la stessa cosa succede altrove, allora è una squallida storia da cattedra bollente. Una sola domanda resta sullo sfondo: e se fosse tutta una montatura chi restituirebbe alla preside la propria onorabilità? Chi si occupa d’informazione dovrebbe riflettere sull’argomento prima di gettare nel tritacarne il presunto mostro.

http://www.opinione.it/editoriali/2022/04/03/vito-massimano_scuola-preside-studente-relazione-coram-populo-informazione/