Per quello che riguarda la politica degli Stati gli anglosassoni da sempre questi rivendicano un ruolo di leader del mondo e di “civilizzatori” a cui spetta di guidare gli altri paesi verso un modello che è essenzialmente il loro ed imporre quindi le loro regole. Un modello incompatibile con altre forme di civiltà e di cultura per quanto siano millenarie.
Nel contesto geopolitico attuale, l’affermazione di Blinken è collegata al conflitto russo-ucraino e alla crisi dei rapporti tra Cina e Taiwan, così dicono, che a loro spetta dirimere i conflitti anche se sono stati loro stessi ad istigarli ed a loro compete di imporre la “Pax americana” sulla base degli interessi strategici di Washigton.
Tuttavia, si potrebbe ricordare che la Cina come civiltà, possiede una propria ontologia, che ha più di mille anni e si basa su una visione opposta che è quella della tradizione confuciana. Dall’altra parte dell’Eurasia, in modo simile la Russia, con la sua visione spirituale ordodossa del mondo, fatta propria da presidente Putin e dal suo enturage, si dimostra del tutto incompatibile con la ideologia massonica e la mentalità primatista anglosassone. Non per nulla la contrapposizione fra Occidente e Russia non è soltanto di carattere geopolitico ma anche di carattere ideologico e morale.
In netto contrasto con la visione anglosassone, Putin, nei suoi discorsi, ha esaltato la tradizione spirituale della Santa Madre Russia toccando concetti di ordine morale e storico, menzionando l’attitudine neocolonialista dell’Occidente e sua pretesa (tipicamete anglosassone) di voler imporre il suo modello e dettare le regole al resto del mondo, senza averne diritto.
Attualmente esiste una lotta fra queste visioni ontologiche. La stessa ontologia anglosassone è superata e non corrisponde al momento strategico attuale. Tuttvia sfruttando il vantaggio competitivo nel controllo dei canali di informazione, gli Stati Uniti e l’Occidente che si è unito a loro stanno cercando di capovolgere il buon senso. È in questo modo che riescono a prolungare per qualche tempo l’agonia dell’ideologia primatista anglosassone, spacciata per “democrazia” quando in realtà si riferisce all’egemonia elitario-liberale degli Stati Uniti.
Quello che emerge dagli avvenimenti attuali è il chiaro rifiuto a questa visione che viene opposto dalla gran parte dei paesi del mondo. La “tutela” degli USA non è più gradita nè accettata nei grandi paesi emergenti che cercano un poprio percorso di sviluppo e di stabilità.
Presto gli statunitensi e i loro vassalli dovranno farsene una ragione.
“Ho riallacciato i rapporti con il presidente Vladimir Putin. Per il mio compleanno (il 29 settembre) mi ha regalato venti bottiglie di vodka e una lettera dolcissima. Io gli ho risposto con delle bottiglie di lambrusco e una lettera altrettanto dolce”- a raccontare l’accaduto è il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi durante il suo intervento alla riunione dell’assemblea del partito per l’elezione del capogruppo. Una conversazione “cristallizzata” in un audio ottenuto e poi pubblicato dall’agenzia di stampa LaPresse.
Lo staff della comunicazione del partito ha cercato immediatamente di smentire la notizia ritenendo che il racconto di Berlusconi si riferiva a vecchi ricordi nel 2008. Ma l’audio pubblicato da LaPresse non lascia spazio a equivoci, confermando che il leader forzista faceva riferimento proprio alle ultime settimane.
Silvio Berlusconi da sempre vanta uno stretto rapporto di amicizia con il capo del Cremlino, che ha conosciuto quando era presidente del Consiglio e che è anche andato a trovare in Crimea nel 2015.
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