Scuola 4.0

Stavolta la fonte, lo abbiamo visto, non fa nemmeno finta di assumere le sembianze di un prodotto della democrazia. La riforma, che di fatto è una rivoluzione, porta il marchio del PNRR e tanto basta per travolgere nell’orgia digitale, con la forza del ricatto, contenitori e contenuti, persone e cose, storie e identità.
A quei docenti tanto miopi da eccitarsi per il denaro in arrivo, che non andrà certo ad aumentare gli stipendi semplicemente perché la nuova scuola non avrà più bisogno di loro, occorre domandare se si siano presi la briga di leggere il documento di cui si fanno solerti esecutori e se, quindi, se abbiano un’idea della sorte che li attende. Transiteranno per la mansione intermedia di facilitatori tecnologici ed erogatori di istruzione (finta), per approdare presto alla disoccupazione per inutilità sopravvenuta, sostituiti da più efficienti robot: che infatti hanno il pregio di non ammalarsi, non protestare, non cambiare idea, non deragliare dalla strada segnata. L’intelligenza artificiale sta scaldando i motori e, se quella naturale va in vacanza, occuperà tutti gli spazi rimasti incustoditi.
ContiamoCi! (comunicato qui sotto) chiede allora al ministro cosa ne pensi e cosa intenda fare. Chiede a docenti, genitori, cittadini tutti che abbiano a cuore i più giovani e il nostro futuro, di opporsi con forza alle lobby rapaci del digitale smaniose di impossessarsi dei luoghi, delle menti, delle intimità. Chiede di reagire con determinazione a questo sopruso impacchettato in carta regalo, perché lo scempio cui stiamo assistendo non lascerà molti sopravvissuti.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-piano-di-smantellamento-della-scuola-prosegue

Il relativismo

Il relativismo è considerato un bene conquistato dall’attuale società del pugno di mosche, in contrasto a quella fondata sui gerarchici, inequivoci, duraturi valori tradizionali. Come in questa sussistevano le solidità identitarie e sociali, all’opposto nell’attuale, transumanistica, dominano i pensieri e le idee propri di un ordoindividualismo a tutto esteso. L’aveva già detto Zygmunt Bauman nel 1999 (1).
La persona, entità base della comunità, che poteva analogicamente relazionarsi a tutto il mondo, è divenuta individuo, entità incapace di comunità se non digitali, virtuali, dall’identità effimera, in quanto aggregata al momento della bisogna, spesso del piacere o dell’interesse personale. Un essere che con due soldi è stato convertito in consumatore e, in quel solo modo, a sua insaputa soppesato. Poi, algoritmicamente anticipato, paurosamente reso prevedibile, digitalmente sempre più sorvegliato.

Lorenzo Merlo in Controinformazione.info