Tecnica vs natura

Come annotava già Ernst Junger negli anni 50 del secolo scorso:
“Emblema di un percorso verso un abisso sconosciuto, la tecnica viola, mediante la teorizzazione e la possibile applicazione del processo di fecondazione artificiale, persino il tabù del diritto ad avere un padre, ponendosi così al muro del tempo, dove spira il vento inquietante delle svolte epocali. E’ il principio stesso che anima questo nuovo tipo di riproduzione e non la sua estensione a essere più gravido di conseguenze, per il nostro destino, di quanto non lo siano state due guerre mondiali”.
Sono questioni che non riguardano solo i cattolici o i soli credenti, ma che coinvolgono la cultura, l’antropologia, i legami sociali, l’idea di dignità della persona, elementi prepolitici e prereligiosi, su cui si basa l’idea di comunità e, in ultima analisi, l’idea stessa di democrazia fondata sul consenso e la libertà di uomini e donne liberi, liberi anche di amare, ma non di ridurre a prodotto merceologico un bambino.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/al-muro-del-postumano

Elly Schlein

Probabilmente senza esserne del tutto consapevole, Elly Schlein rappresenta tutto questo, nascosto dietro il libertarismo radicale gradito alle oligarchie che lo finanziano. Trascina le culture politiche che alimentano il PD su una china scivolosa, le modifica geneticamente. Tutti coloro che hanno creduto di costruire il paradiso in terra hanno finito per creare l’inferno. Il paesaggio culturale che rappresenta è un gaio, indifferente nichilismo di matrice tecnocratica, che ha in comune con la sinistra di sempre l’ansia costruttivista, che Del Noce chiamava perfettismo o virtuismo. Con la destra classica condivide la preferenza per il forte, che costringe a uniformarsi a processi di mutamento antropologico decisi dagli architetti della vita altrui.

Da oggi, in Italia tutte le tendenze dissolutrici dell’occidente terminale sono riassunte e ricongiunte in una persona fisica scelta dall’alto – nessuno può credere alla spontaneità dell’operazione politico-mediatica di cui è stata protagonista- per portare avanti un’agenda che ci appare contraria non solo agli interessi del nostro popolo, ma alla ragione naturale. Carl Schmitt insegnò che la specifica distinzione politica alla quale ricondurre le azioni e i moventi politici è la dicotomia tra amico e nemico. Nemica è l’agenda globalista antiumana, non Elly Schlein personalmente. Tuttavia, occorre attrezzarsi per una battaglia che oltrepassa la dimensione politica, diventando metapolitica e biopolitica, visione complessiva della vita, dell’uomo, del suo ruolo nel mondo.

Fonte: Il Pensiero Forte.it

Un gaio nichilismo

L’orizzonte umano coincide col piacere del singolo
È proprio questa l’essenza della “società radicale”, che non può che assumere una forma tecnocratica, inevitabile, per dirla con Del Noce, «in una realtà in cui i valori etico-politici sono sostituiti da criteri strumentali: è la società della massima oppressività possibile, quella il cui fondamento è il principio pragmatico esteso a tutti i rapporti sociali, in cui tutto sembra passare in via privilegiata per il diritto assoluto degli individui al soddisfacimento dei propri desideri». Se la natura diviene, in altre parole, solo un oggetto per l’uomo, e se la società viene pensata solo nei termini dei vantaggi che essa può assicurare al piacere del singolo, allora il problema di un valore “trascendente” della natura e della società – la religione, la morale, la prospettiva nazionale – appare come privo di senso. La sinistra postmarxista raggiunge così la perfetta negazione della trascendenza, il rifiuto dell’esperienza immediata e della consapevolezza della realtà, sia per ciò che riguarda la natura, sia per ciò che riguarda la società: il mondo e l’uomo emergono soltanto come ciò che appaiono e la misura concreta che li avvince al soggetto umano è soltanto il soddisfacimento dei suoi bisogni e desideri. Non c’è, anche in questo, una prefigurazione dell’orizzonte liquido, sradicato, indifferenziato, politicamente corretto e “sostenibile” degli scenari a noi contemporanei?

di Riccardo Arbusti – 01/03/2023