San Marco

Anna Lombroso per il Simplicissimus

A Venezia il 25 aprile non è solo la celebrazione della Liberazione. È la festa del santo, San Marco apostolo e evangelista e la tradizione vuole che per l’occasione gli uomini regalino alle loro compagne un bocciolo di rosa. I fieri partigiani un po’ di vergognavano di andare o tornare dalle manifestazioni in campo con in man lo “scovolo” avvolto nel cellofane, convocavano i figli e li incaricavano dell’acquisto e del recapito sotto casa pronti a fregiarsi del merito e del doveroso omaggio. Perfino mia madre che aveva sempre spregiato la mimosa dal precoce odor di cimitero, ricordo di una strage di lavoratrici, ci teneva a quel boccolo, riconoscimento di pazienza, solidarietà, vicinanza, lei che aveva seguito il marito in clandestinità per le campagne del trevigiano, facendo la staffetta con Paolo piccino per mano, molto ammirato dai tedeschi ignari che ne apprezzavano occhi azzurri e riccioli d’oro.

Feste

Da tempo immemorabile il 25 aprile e il Primo maggio sono soprattutto date da incastrare nei “ponti” che il popolo dei coletti bianchi ancora si concede. Ma siccome non c’è alcun anelito alla libertà e nessuna concezione che colleghi il lavoro ad essa benché il primo articolo della Costituzione parli di una repubblica fondata sul lavoro, non ha molto senso festeggiare una Liberazione che oggi capiamo non essere del tutto avvenuta, nonostante la guerra partigiana che non fu affatto un intervento marginale e subalterno alla guerra americana, ma una battaglia politica dentro un Paese occupato e condotta principalmente dai lavoratori. Sono soltanto cambiati i fili che muovono il notabilato gattopardesco di questo Paese il quale di anno in anno ha sempre tentato di erodere i significati politici della Liberazione del Paese e di quella dell’Europa dal nazismo che tra l’altro si era realizzata solo grazie all’Unione Sovietica e non al tardivo intervento alleato messo in piedi non contro la Germania – peraltro foraggiata dalle stesse famiglie e centri di potere che oggi ci impongono le loro agende – ma proprio per evitare che l’Urss arrivasse al cuore stesso del continente.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2023/04/25/dovremmo-di-nuovo-liberarci-non-festeggiare

Realismo

Le prese di posizione di Trump contro la guerra che è ormai l’unica ragione di esistenza dei sedicenti democratici americani, ma direi dell’occidente stesso incatenato al non senso di emergenze artificiali, ha probabilmente causato il disperato intento di toglierlo dalla prossima gara elettorale con le inconsistenti accuse che gli vengono mosse da un procuratore di Soros. Niente guerra, niente emergenza, niente futuro per la cupola di potere che se l’è mangiato nei due ultimi decenni. Però bisogna essere realisti, la mossa nonostante la sua evidente pretestuosità e si potrebbe dire illegalità, finirà molto probabilmente per risultare vincente visto che i democratici, intendo gli elettori, saranno probabilmente sensibili a questa vicenda e si recheranno alle urne in numero maggiore di quanto non si potesse immaginare prima di questa vicenda: non bisogna mai dimenticare che sono caduti mani e piedi nell’assurda narrazione del Russia Gate, mentre i trumpiani fronte a questo uso strumentale della giustizia non si sono nemmeno sognati di protestare, cosa abbastanza significativa. Se poi anche questo non bastasse a mantenere la Casa Bianca nelle mani dei soliti noti non sarebbe difficili tirare fuori dal cilindro una qualche epidemia per trasferire il voto dai seggi alla posta oppure ai sistemi elettronici grazie a cui qualsiasi risultato può essere ampiamente manipolato per mettere le “cose a posto”. Semmai ci si potrebbe augurare che comunque ottenga la nomination da parte del Gop e da quella tribuna riesca ad organizzare

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2023/04/10/punto-di-non-ritorno/