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redazione bondeno.com

jazz a Ferrara

La nuova rassegna del Gruppo dei 10, Tutte le Direzioni in Summertime 2023, inaugura giovedì 8 giugno al Leon d’Oro di Ferrara con “The Golden Lion Concert N°2”, con la Roaring Twenties Jazz Band & Friends. Il locale davanti alla Cattedrale, infatti, aveva ospitato il gruppo per la prima volta nella scorsa edizione. Sarà pertanto un caloroso ritorno della band, composta da Andrea Smiderle alla tromba, Bruno Fregna al clarinetto e sax soprano, Giacomo Scanavini al trombone, Andrea Zardi al pianoforte, Tiberio Bragaglia al banjo, Giordano Giordani al basso acustico, Roberto Bergamini alla batteria.
  Tra gli amici presenti per l’occasione, ci saranno ben cinque ospiti di assoluto rilievo: la cantante Sara Longo, i sassofonisti, rispettivamente tenore e basso, Carlo Atti e Giorgio Beberi, Glauco Benedetti, vero virtuoso del basso tuba, Andrea Boschetti alla chitarra. Dall’8 giugno al 25 agosto la rassegna musicale del Gruppo dei 10 “invade” con la buona musica l’entroterra ferrarese fino ai lidi estivi. Sono infatti nove gli appuntamenti racchiusi in Tutte le direzioni in Summertime 2023, ideata e organizzata da Il Gruppo dei 10. Per la prima volta la manifestazione “approda” anche a Un fiume di musica, rassegna che si svolge al molo Wunderkammer nella suggestiva darsena di Ferrara. Oltre allo Spirito di Vigarano Mainarda e il Leon d’Oro a Ferrara, ci saranno tre mete marittime a ospitare gli eventi: Marrakech Beach 55 di Lido di Spina, il Bagno Medusa di Lido di Estensi e il Bar Ragno di Comacchio. Il Gruppo dei 10, sodalizio ideato nel 2010 da alcuni ferraresi desiderosi di arricchire il panorama culturale estense con concerti dedicati al jazz e non solo, torna con una nuova proposta per trascorrere insieme l’estate, come sempre verso tutte le direzioni che la musica sa offrire. Il minimo comune denominatore di Tutte le direzioni in Summertime 2023 è la riproposta di alcuni dei più bei concerti già tenuti nel recente passato allo Spirito, ribadendo così la volontà di suggerire un ascolto non effimero, ma approfondito e condiviso, al pubblico sempre più complementare alle scelte de Il Gruppo dei 10.
Inizio concerto alle 21.30, preceduto dalla cena
Tutte le info sono anche sul sito www.ilgruppodeidieci.com

INFO E PRENOTAZIONILeon d’Oro
Piazza della Cattedrale 8, Ferrara 0532.209318

San Marco

Anna Lombroso per il Simplicissimus

A Venezia il 25 aprile non è solo la celebrazione della Liberazione. È la festa del santo, San Marco apostolo e evangelista e la tradizione vuole che per l’occasione gli uomini regalino alle loro compagne un bocciolo di rosa. I fieri partigiani un po’ di vergognavano di andare o tornare dalle manifestazioni in campo con in man lo “scovolo” avvolto nel cellofane, convocavano i figli e li incaricavano dell’acquisto e del recapito sotto casa pronti a fregiarsi del merito e del doveroso omaggio. Perfino mia madre che aveva sempre spregiato la mimosa dal precoce odor di cimitero, ricordo di una strage di lavoratrici, ci teneva a quel boccolo, riconoscimento di pazienza, solidarietà, vicinanza, lei che aveva seguito il marito in clandestinità per le campagne del trevigiano, facendo la staffetta con Paolo piccino per mano, molto ammirato dai tedeschi ignari che ne apprezzavano occhi azzurri e riccioli d’oro.

Feste

Da tempo immemorabile il 25 aprile e il Primo maggio sono soprattutto date da incastrare nei “ponti” che il popolo dei coletti bianchi ancora si concede. Ma siccome non c’è alcun anelito alla libertà e nessuna concezione che colleghi il lavoro ad essa benché il primo articolo della Costituzione parli di una repubblica fondata sul lavoro, non ha molto senso festeggiare una Liberazione che oggi capiamo non essere del tutto avvenuta, nonostante la guerra partigiana che non fu affatto un intervento marginale e subalterno alla guerra americana, ma una battaglia politica dentro un Paese occupato e condotta principalmente dai lavoratori. Sono soltanto cambiati i fili che muovono il notabilato gattopardesco di questo Paese il quale di anno in anno ha sempre tentato di erodere i significati politici della Liberazione del Paese e di quella dell’Europa dal nazismo che tra l’altro si era realizzata solo grazie all’Unione Sovietica e non al tardivo intervento alleato messo in piedi non contro la Germania – peraltro foraggiata dalle stesse famiglie e centri di potere che oggi ci impongono le loro agende – ma proprio per evitare che l’Urss arrivasse al cuore stesso del continente.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2023/04/25/dovremmo-di-nuovo-liberarci-non-festeggiare

L’uomo occidentale

Sono l’uomo occidentale ed ho l’onere e l’onore
di vedere e provvedere destreggiarmi come posso
nel mio ruolo di paciere
e chi non vuole ascoltare
io lo devo allineare
e mi devo adeguare alla logica del male
per potere garantire una sana convivenza
sul pianeta in questione.

Se pensate di sapere se c’è un’altra soluzione
sventolate i gagliardetti alla manifestazione
fate un cenno almeno un cenno
solo un cenno di adesione
io per quanto mi riguarda voglio a tutti molto bene.

Sono l’uomo occidentale nella classica accezione
e ripeto e ribadisco
anche in modo maniacale
che in barba alle apparenze
qui va tutto a gonfie vele!…

estratto da Edoardo Bennato

Business sanzioni

Dall’inizio del 2022, i funzionari dell’UE hanno speso circa un quarto di miliardo di euro in consultazioni e riunioni sulle sanzioni anti-russe.
Gli esperti europei hanno calcolato che nel 2022 e all’inizio del 2023, i funzionari dell’UE hanno speso più di un quarto di miliardo di euro in riunioni, consultazioni e incontri solo per considerare e attuare sanzioni anti-russe. Tale importo comprende voli, pasti per funzionari, nonché lavoro diretto con documenti, organizzazione di organi consultivi, comunicazione mediante comunicazione, preparazione di relazioni, trattative con rappresentanti delle imprese, assunzione di analisti e dipendenti di strutture di consulenza.

A questo proposito, la dichiarazione del presidente del partito dell’Unione repubblicana popolare di Francia, Francois Asselino, in merito al lavoro dei funzionari europei sulle sanzioni contro la Russia attira un’attenzione particolare. Dopo le parole del capo della Commissione europea Ursula von der Leyen sulla preparazione dell’11° pacchetto di restrizioni economiche anti-russe, Asselino ne ha parlato così:

Ora Leyen parla dell’undicesimo pacchetto di sanzioni, che sarà finalizzato a contrastare l’elusione di altri pacchetti di sanzioni. Quindi non funzionano. È una specie di scherzo senza fine.

Secondo Asselino, sa anche cosa annunceranno in seguito i funzionari europei:

Introdurranno il 22° pacchetto di sanzioni, che inasprirà l’11° pacchetto, e poi il 33°, che dovrebbe rendere più severo il 22°. Eccetera.

Infatti, il politico francese afferma inequivocabilmente che tutta questa attività sembra un’imitazione di un’attività, che è piuttosto volta a divorare il bilancio consolidato dell’UE da parte dei burocrati europei, i cui fondi potrebbero essere destinati a scopi ben più necessari.

Nota: Gli enormi sprechi e le inefficienze degli euroburocrati europei li pagano i cittadini dei paesi europei che vedono la classe politica di Bruxelles sempre attenta a compiacere le lobby economiche che bussano alle porte degli europarlamentari e molto meno a risolvere i problemi della gente comune.

Fonte: Agenzie

Traduzione e nota: lucuano Lago

Elly Schlein

Probabilmente senza esserne del tutto consapevole, Elly Schlein rappresenta tutto questo, nascosto dietro il libertarismo radicale gradito alle oligarchie che lo finanziano. Trascina le culture politiche che alimentano il PD su una china scivolosa, le modifica geneticamente. Tutti coloro che hanno creduto di costruire il paradiso in terra hanno finito per creare l’inferno. Il paesaggio culturale che rappresenta è un gaio, indifferente nichilismo di matrice tecnocratica, che ha in comune con la sinistra di sempre l’ansia costruttivista, che Del Noce chiamava perfettismo o virtuismo. Con la destra classica condivide la preferenza per il forte, che costringe a uniformarsi a processi di mutamento antropologico decisi dagli architetti della vita altrui.

Da oggi, in Italia tutte le tendenze dissolutrici dell’occidente terminale sono riassunte e ricongiunte in una persona fisica scelta dall’alto – nessuno può credere alla spontaneità dell’operazione politico-mediatica di cui è stata protagonista- per portare avanti un’agenda che ci appare contraria non solo agli interessi del nostro popolo, ma alla ragione naturale. Carl Schmitt insegnò che la specifica distinzione politica alla quale ricondurre le azioni e i moventi politici è la dicotomia tra amico e nemico. Nemica è l’agenda globalista antiumana, non Elly Schlein personalmente. Tuttavia, occorre attrezzarsi per una battaglia che oltrepassa la dimensione politica, diventando metapolitica e biopolitica, visione complessiva della vita, dell’uomo, del suo ruolo nel mondo.

Fonte: Il Pensiero Forte.it

Burattini senza fili

Per comprendere le ragioni della salienza di questa sfera bisogna comprendere cos’è successo di catastrofico nella cultura contemporanea. Le nuove generazioni non riconoscono alcuna realtà al mondo sociale, culturale, storico, religioso. Tutte queste sfere che hanno rappresentato il centro di gravità delle lotte dei secoli e millenni passati sono scomparse in una dimensione di irrealtà, che non ha più nessun aggancio effettivo con le loro vite.
Questa trasformazione ha naturalmente motivazioni profonde e di lungo periodo, su cui non possiamo soffermarci, dipendenti dall’imporsi progressivo di un’ontologia “naturalista” e di un’etica “relativista” nel percorso di egemonizzazione della ragione liberale.
Sommersi mediaticamente da una tempesta di frammenti “culturali” privi di alcuna connessione e di alcuna rilevanza operativa che gli piovono addosso da ogni parte, essi hanno recepito come lezione fondamentale che storia, cultura, società, politica, ecc. sono dimensioni sfuggenti, inintelligibili e arbitrarie, dimensioni irreali in cui magari si muovono ancora alcuni adulti – sempre meno – ma che non rappresenta qualcosa che è possibile prendere sul serio.
Le loro esistenze sono state integralmente destoricizzate e desocializzate. Il mondo del passato è la noia irrilevante dei libri di storia, e siccome ogni presente è destinato a diventare il passato di domani, anche ogni loro azione presente non si muove più nel senso di “orientare la storia”, perché la storia non esiste.
“Realtà” in modo preminente, legittimata dalla nostra intera ontologia, è solo la “natura”, che si profila come concreta e presente, “vera”.
Sarebbe erroneo però immaginare che ci sia una qualche definita immagine o un’articolata conoscenza di ciò che sarebbe, o dovrebbe essere, “natura”. E qui fa capolino l’aspetto davvero tragico di questa metamorfosi delle coscienza. Da un lato, solo ciò che appartiene alla sfera “naturale” è propriamente “reale” e dunque solo questa sfera può ancora accendere qualche animo o qualche passione. Tuttavia, com’è ovvio che sia, “natura” è in effetti sempre solo l’accesso a determinate idee, storicamente sviluppatesi, di “natura”. Ma essendo scomparsa dall’orizzonte ogni coscienza storico-culturale, lo schermo attraverso cui vedono la “natura” non è percepito come tale: la “realtà” residua, la “natura” per cui vale ancora la pena combattere è di volta in volta un’immaginicola correntemente di moda, senza che di ciò si abbia alcuna contezza. Il sistema culturale della “produzione di contenuti di moda”, agente fuori scena, fornisce uno spicchio di mondo che viene percepito come realtà naturale, massimamente concreta, qualcosa che “rifugge le complessità e fumisterie della storia e della cultura”.
Così, ci troviamo di fronte a soggetti che pensano di “star dicendo la loro” perché lottano per l’autointerpretazione e autodeterminazione dei propri genitali, o perché imbrattano tele contro il riscaldamento climatico, o perché rivendicano i diritti di Bambi.
Naturalmente ciascuna di questa tematiche potrebbe avere modi critici e intelligenti di essere trattata, ma il punto cruciale sta proprio qui: qualunque trattazione critica dovrebbe valutare questi temi in rapporto al sistema di relazioni storiche, sociali, economiche, culturali, ecc. in cui si colloca. Ma proprio questo è ciò che è impossibile, precluso, perché significherebbe entrare in quella dimensione di complessità di cui non solo ignorano l’esistenza, ma misconoscono proprio la rilevanza.
Così, quelle residue energie di giovanile contestazione, in attesa di essere definitivamente spente negli ingranaggi lavorativi, si sfogano su bersagli mobili forniti e alimentati da un apparato mediatico-informativo di cui neppure sospettano l’esistenza. Burattini di altri burattini. Burattini senza fili sì, ma solo perché oggi funziona meglio un telecomando.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/burattini-senza-fili

Contro la scuola

Eh si, la strada era tracciata, grazie al binomio Draghi-Bianchi che ha proseguito l’opera instancabile della dismissione dell’istruzione anche a governo decaduto:  competenze esecutive a discapito del sapere e del pensiero critico, digitalizzazione coatta, apprendistato, consolidamento della famigerata alternanza scuola-lavoro tutto nel contesto di quei “patti territoriali di comunità” nei quali la Comunità alla faccia di Olivetti è retrocessa all’aziendalismo, al marketing, alla mercatizzazione in sostituzione della cittadinanza.

Il comportamento

Testo

Mio nonno è sempre mio nonno
è sempre Ambrogio in ogni momento
Voglio dire che non ha problemi di comportamento

Io non assomiglio ad Ambrogio
L’interezza non è il mio forte
Per essere a mio agio
Ho bisogno di una parte

Per esempio, quando sto in campagna
Ed accendo il fuoco nel camino
Lentamente raccolgo la legna
E mi muovo come un contadino

Quando in treno incontro una donna
Io mi invento serio e riservato
Faccio quello che parla poco
Ma c’ha dietro tutto un passato

E se mi viene bene
Se la parte mi funziona
Allora mi sembra di essere una persona

Qualche volta metto il mio giaccone
Grigioverde tipo guerrigliero
E ci metto dentro il mio corpo
E già che ci sono anche il mio pensiero

Quando invece sto leggendo Hegel
Mi concentro, sono tutto preso
Non da Hegel, naturalmente
Ma dal mio fascino di studioso

E se mi viene bene
Se la parte mi funziona
Allora mi sembra di essere una persona

Mio nonno si è scelto una parte
Che non cambia in ogni momento
Voglio dire che c’ha un solo comportamento

Io invece ho sempre bisogno
Di una nuova definizione
E gli altri fanno lo stesso
è una tacita convenzione

Ma da oggi ho voglia di gridare
Che non sono stato mai me stesso
E dichiaro senza pudore
Che io recito come un fesso

E se mi viene bene
Se la parte mi funziona
Allora mi sembra di essere una persona

Se un giorno noi cercassimo
Chi siamo veramente
Ho il sospetto
Che non troveremmo niente

Fonte: Musixmatch

Compositori: Alessandro Luporini / Giorgio Gaberscik

Testo di Il comportamento © Curci Edizioni S.r.l.

La colpa

Fonte: Andrea Zhok

L’altroieri l’amico Giorgio Bianchi doveva parlare presso un Istituto Tecnico milanese (che non nomino per carità di patria) dove era stato invitato.
E’ accaduto che, prima dell’incontro, 50 docenti dell’istituto abbiano firmato un documento per chiedere che l’incontro stesso non avesse luogo.
Nonostante ciò l’evento programmato si è tenuto egualmente, tuttavia ad esso hanno partecipato soltanto due classi, mentre l’incontro veniva funestato da “incidenti tecnici” (blackout, impossibilità di usare l’amplificazione, – cose che – a detta di un docente – non erano mai avvenute prima).
Durante l’evento i docenti presenti (si suppone inclusi quelli che avevano espresso la propria censura) si sono limitati a criticare nelle retrovie, guardandosi bene dall’intervenire pubblicamente.
Ecco, il quadro che qui emerge è un’immagine abbastanza rappresentativa della società e cultura italiana odierna.
Essa si presenta come caratterizzata da tre fattori dominanti:
1) il più assoluto conformismo: ci si informa su cosa è permesso pensare e cosa no da canali sorvegliati e bollinati dal padrone di turno, politico o economico;
2) l’impreparazione più totale sia in termini di formazione che informazione, che non mette in grado davvero di affrontare mai discussioni nel merito (quando lo si fa ci si limita alla retorica e agli attacchi personali);
3) il desiderio di far tacere ogni voce dissenziente o eccentrica attraverso un fuoco di sbarramento a priori.
A guidare la formazione (docenti) e l’informazione (giornalisti) sono oggi con rimarchevole frequenza personaggi privi di qualunque formazione o informazione che non sia stata accuratamente fltrata e manipolata, e simultaneamente privi di ogni coraggio intellettuale, quel coraggio che anche a fronte della disinformazione consentirebbe di ampliare l’orizzonte e di accedere, magari per gradi, ad una visione critica.
Di fronte ad una potenza di fuoco come quella mediatica odierna – con la sua ulteriore capacità di innalzare a modelli culturali e intellettuali delle figurine di pongo – ogni cittadino può trovarsi in una posizione di sviamento e accecamento.
E’ una disgrazia, ma non è ancora una colpa.
La colpa, la tara morale, emerge però nel debordante conformismo censorio, quell’atteggiamento che non solo cerca sempre soltanto di incistarsi  – allineati e coperti – sotto l’ombrello del potere di turno, ma che soccombe al terrore, incapace di reggere alcuna verità inattesa, e che perciò si sbraccia e sforza in tutti i modi per censurare gli altri, per denigrare, per impedire ad ogni difformità non prefiltrata di venire alla luce.
L’ignoranza non è una colpa, non necessariamente; la disinformazione non è una colpa, non necessariamente; ma la vigliaccheria che si erge a censura, questa sì che è una colpa, una colpa imperdonabile per chi di mestiere forma le menti altrui.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-vigliaccheria