Theodor W. Adorno, Minima moralia, Einaudi, Torino 1979, p.48 (inversione della formula hegeliana: “Il vero è il tutto”)
Theodor W. Adorno, Minima moralia, Einaudi, Torino 1979, p.48 (inversione della formula hegeliana: “Il vero è il tutto”)
Mi accorgevo adesso che https://terzapaginainfo.wordpress.com/ ha compiuto dieci anni, la fonte primaria per la sua ispirazione sono sicuramente state le canzoni di Giorgio Gaber:
Caro amico sei messo male
sei vittima di un tempo un po’ sbagliato
un tempo dove tutto si è appiattito
dove ciò che aveva un senso si è deteriorato
E se ti viene qualche idea geniale
buttala via
perché qualsiasi comportamento
ci ha già il suo riferimento all’idiozia
Non è più il momento di fare lunghe discussioni
di fare ipotesi sociali o confessioni personali
non è più il momento di fare inutili teorie
né di cantare una canzone né di comprarsi un cane
Non è più il momento di fare tristi seminari
di scrivere sui muri non ha più senso neanche la follia
non è più il momento di dedicarsi ad una donna
o a qualcos’altro di importante non è più il momento per niente
In mezzo a tanta confusione
sono affogate le tue idee
e come chi è stato tradito da una donna per bene
tu ora pensi che tutte le donne siano puttane
Razza già finita senza neanche cominciare
razza disossata già in attesa di morire
no non fa male credere
fa molto male credere male
Però fa un certo effetto ritrovarsi a ricordare
e più che altro a dire che era molto meglio qualche anno fa
Non è più il momento di generose aggregazioni
di noiosissime riunioni né di analisti né di fantasia
non è più il momento di aver fiducia nei contatti
di ritentare la comune e di dare del tu a tutti
Non è più il momento c’è solo un po’ di nostalgia
stava per nascere qualcosa la nostra rabbia era allegria
per tenerci in vita ci bastava una cazzata
non si sa perché improvvisamente non è più il momento per niente
Quella magnifica illusione non era mica un’idiozia
e tu che sei stato tradito nella tua aspirazione
ora pensi che tutte le idee siano coglione
Razza già finita senza neanche cominciare
razza disossata già in attesa di morire
no non fa male credere
fa molto male credere male
No non fa male credere
fa molto male credere male
A 80 anni dalla nascita le sue canzoni hanno anticipato i nostri tristi tempi dandoci la chiave per affrontare un futuro distopico.
Giorgio Gaber è morto a Camaiore il primo gennaio 2003.
Disponibile anche in Edizione Deluxe con il saggio “Le parole del canto. Riflessioni senza troppe pretese” e Vinile Limited Edition
A distanza di cinque anni dall’ultimo lavoro discografico (“Io non appartengo più” del 2013), il 9 novembre esce “L’infinito”, il nuovo album di Roberto Vecchioni, prodotto da Danilo Mancuso per DME e distribuito da Artist First.
Il lavoro racchiude 12 brani inediti, con musica e parole del Cantautore, sarà disponibile anche in edizione Deluxe arricchita dal saggio “Le parole del canto. Riflessioni senza troppe pretese” e in Vinile Limited Edition.
L’album contiene l’eccezionale ritorno sulla scena musicale di Francesco Guccini che, per la prima volta, duetta con Roberto Vecchioni nel singolo “Ti Insegnerò a volare”, ispirato al grande Alex Zanardi, in radio dal 6 novembre.
Due padri della canzone d’autore si rivolgono alle nuove generazioni, in un periodo in cui tutto si dissolve nella liquidità e nella precarietà culturale, invitandole a sfidare l’impossibile. La storia del campione è la metafora della “passione per la vita che è più forte del destino”.
“Questo brano – racconta Vecchioni – si specchia direttamente in quella che è stata chiamata la “canzone d’autore” e che non c’è, non esiste più dagli anni ’70. In realtà l’intero disco è immerso in quell’atmosfera perché là è nato e successo tutto. Là tutto è stato come doveva essere, cioè immaginato, scritto e cantato alla luce della cultura, semplice ed elementare oppure sottile e sofisticata, ma comunque cultura. Forse per questo Francesco Guccini (che ho fortemente voluto nel mio disco per quello che rappresenta, e lo ringrazio ancora di esserci stato), ha scelto di cantare con me”.
Un passaggio di testimone per una nuova “resistenza” che sceglie mezzi analogici: solo cd e vinile senza piattaforme streaming e download, una scelta coerente al progetto discografico che indica la volontà di non trattare la musica come prodotto di consumo veloce, scaricabile con un click, di non decontestualizzare l’ascolto del singolo brano, parte integrante della narrazione che tiene insieme ritratti diversi, da Alex Zanardi a Giulio Regeni, dalla guerrigliera curda Ayse a Leopardi, che l’autore accomuna nell’amore per la vita.
Un album manifesto, “non 12 brani – come spiega Vecchioni – ma un’unica canzone divisa in 12 momenti”, in una dimensione temporale verticale che rinvia al tema dalle suggestioni letterarie: la necessità di trovare l’infinito al di qua della siepe, dentro noi stessi.
L’album è il frutto della collaborazione di un team d’eccezione, Lucio Fabbri (produzione artistica): pianoforte, piano elettrico, organo Hammond, violino, viola, fisarmonica, basso elettrico e chitarra elettrica; Massimo Germini: chitarra classica e acustica, chitarra 12 corde, mandolino, bouzouki, ukulele, liuto cantabile; Marco Mangelli: basso fretless; Roberto Gualdi: batteria e percussioni.
TRACKLIST
01. Una notte, un viaggiatore
02. Formidabili quegli anni
03. Ti insegnerò a volare (Alex)
04. Giulio
05. L’infinito
06. Vai, ragazzo
07. Ogni canzone d’amore
08. Com’è lunga la notte
09. Ma tu
10. Cappuccio rosso
11. Canzone del perdono (non presente nel Vinile)
12. Parola
Note originali dal libretto dell’album:
[1] Baggina: Così viene chiamata a Milano la casa di riposo per anziani “Pio albergo Trivulzio”
[2] Baffi di sego: gendarme austriaco in una satira di Giuseppe Giusti
[3] De Andrade: vedi Serafino Ponte Grande di Oswald De Andrade.
inviata da Riccardo Venturi – 22/11/2004 – 01:51
secondo una leggenda, nel 1860 una nave, chiamata “olandese volante”, era diretta da Amsterdam a Batavia (l’attuale Giakarta). Nonostante fosse colpita da un forte uragano, il capitano decide di proseguire contro il volere di Dio (un po’ come Odisseus) e affonda. Come contrappasso è costretto a navigare in eterno su un mare con grosse onde, che gli impediscono di tornare a casa.
https://francescoguccinifc.wordpress.com/2018/06/11/antenor-commento-di-a-morreale/
Pincopanco e Pancopinco, conosciuti anche Dindino e Dindello (Tweedledum e Tweedledee in inglese) sono i personaggi di una filastrocca inglese per bambini, poi ripresi anche da Lewis Carroll nel seguito del suo celebre romanzo, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò.
Nel romanzo di Carroll i due simpatici fratelli vengono descritti come due personaggi grassocci e di bassa statura.
Bob Dylan dedica loro una canzone nel suo album Love and Theft.
E salve gente senza un colore,
senza un problema senza un dolore,
gente coperta da scorie gravi,
per ogni occhio ha almeno due travi,
gente sepolta dal carnevale di una città,
sotto il peso di una tremenda felicità.
Gente che ride quando si parla,
gente che ride quando si canta,
gente convinta che vivere sia,
accontentarsi e godersi quel tanto.
Questa canzone scritta sul muro
vi colpirà ne sono sicuro,
con le sue povere scarne parole
ma libere come ragazze sole,
questa canzone scritta di rabbia,
ognuno di voi per sua voglio che l’abbia,
per me sarà stringervi tra le mie braccia
e uno ad uno sputarvi in faccia.