Brusco risveglio

L’occidente pensava che sanzionando pesantemente la Russia l’avrebbe piegata e sottomessa, ma ha fatto malissimo i suoi calcoli perché non sta mettendo in difficoltà Mosca, ma sta solo riuscendo a far salire i prezzi dell’energia, delle materie prime e dei generi alimentari contro se stesso costringendo le banche centrali a stampare denaro per pagare tutto e creando così inflazione che richiederà altra stampa di denaro.  La Russia invece sta  collegando il rublo ai prezzi delle materie prime e la Cina ha già dimostrato di comprendere il gioco inflazionistico occidentale  avendo accumulato materie prime e cereali essenziali negli ultimi due anni  permettendo così alla sua valuta di salire rispetto al dollaro. Cina e Russia non stanno seguendo il percorso dell’inflazione delle valute occidentali, al contrario, si stanno muovendo verso una strategia monetaria più solida con la prospettiva di tassi di interesse e prezzi stabili mentre l’Occidente accelera nella direzione opposta. Come andrà a finire? Secondo gli analisti di Credit Suisse non sarà il rublo a farne le spese, ma le valute occidentali, ossia dollaro, euro e yen.

D’altro canto non si sanziona la più importante fonte mondiale di esportazione di energia e il fornitore di un’ampia gamma di merci e materie prime, inclusi cereali e fertilizzanti, senza danneggiare tutti tranne chi si doveva punire. Peggio ancora, il nemico da colpire  ha nella Cina un amico estremamente potente, del quale la Russia è un partner nel più grande blocco economico del mondo – l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai – al comando di un mercato in via di sviluppo che rappresenta oltre il 40% della popolazione mondiale. Questo è il futuro, non il passato: il passato è il wokerysmo ipocrita occidentale, fatto di debito, disuguaglianza senza precedenti,  e alberi magici del denaro per  pagare tutto. Ma nonostante sia ormai palese e chiaro a chiunque l’errore commesso con le sanzioni, l’occidente non si è dato alcuna opzione politica alternativa – come per esempio ricercare la pace – se non quella di tentare di inasprire ulteriormente le sanzioni. La risposta della Russia è stata però devastante per il sistema finanziario occidentale: con due semplici annunci, legando il rublo all’oro per gli istituti di credito nazionali e insistendo sul fatto che i pagamenti per l’energia saranno accettati solo in rubli, si pone fine all’era del dollaro fiat che ha governato il mondo dalla sospensione di Bretton Woods nel 1971 ad oggi. Poco più di cinquant’anni fa, il dollaro ha assunto il ruolo di riserva globale dell’oro e dopo gli anni Settanta, la tendenza è stata di crescente finanziarizzazione: negli anni ’80 si sono fatti strada i derivati ​​regolamentati e gli anni ’90 hanno visto l’ascesa di hedge fund e dotcom. Ciò è stato seguito da un’esplosione di derivati ​​non regolamentati che alla fine sono esplosi nel fallimento di Lehman. Da allora, l’espansione del credito globale per attività puramente finanziarie è stata enorme, creando una bolla finanziaria di dimensioni mai viste.

Le sanzioni sono anche state un errore strategico perché hanno fatto comprendere a tutti che avere riserve in dollari significa esporsi al loro sequestro e questo non fa che aumentare la fuga dal dollaro. Stando così le cose, l’America troverà virtualmente impossibile trattenere i flussi internazionali di capitali che le hanno permesso di finanziare i suoi due disavanzi: quello di bilancio e quello commerciale che hanno permesso al Paese egemone di vivere molto al di là delle proprie risorse per troppo tempo e c’è un bella soddisfazione nel dire questo, visto che ciò accade proprio a chi ci bacchettava per questo attraverso le mille voci prezzolate del neoliberismo di marca amerikana. Tuttavia le altre due principali valute in campo occidentale, l’euro e lo yen, partono da una posizione ancora peggiore perché mentre il loro potere di acquisto sta visibilmente crollando, la Bce e la Banca del Giappone hanno ancora tassi di interesse negativi, e gli irresponsabili politici si trovano combattuti tra la Scilla dell’inflazione dei prezzi al consumo e la Cariddi del declino dell’attività economica, moltiplicata peraltro dal fatto di aver rinunciato all’energia di cui hanno  bisogno. Si trovano insomma nella situazione peggiore, visto che hanno una sovranità limitata in una misura ancora maggiore di quanto non si potesse pensare. Si troveranno in mezzo all’esplosione delle bolle che finirà per travolgere qualunque cose navighi su queste chiatte di denaro puramente nominale. Ma né la Cina, né la Russia subiranno questo destino perché in certo senso siamo alla rivoluzione delle materie prime, ovvero alla rivincita dell’economia reale, quella della manifattura, della produzione agricola, del fare, del progettare contro l’ordire e il vacuo sognare, della realtà contro la narrazione, degli uomini reali contro le distopie.

https://ilsimplicissimus2.com/2022/04/10/la-sconfitta-economica-si-avvicina/

Smagnetizzati

Questa è carne da cannone. Prima eliminerà noi, quindi si getterà nel pozzo della dissoluzione. I prossimi decenni saranno un incubo. Mai viste nella storia intere generazioni d’umani controllate con tale facilità. Sono posseduti, evidentemente, dato che ogni atto o pensiero non attinge a una tradizione o una personale rielaborazione d’essa, ma segue l’asfalto prestabilito di una road to nowhere. Per questo essi, benché laureati o dottorati in massa, appaiono così superficiali e passivi di fronte agli inganni; mancano proprio di quel retroterra di astuzie, annusamenti e pre-sentimenti che strutturava l’agire profondo dei loro antenati. I soldati di Bismarck obbedivano agli ideali sulla grande Prussia, i Crociati alla liberazione del Sepolcro di Cristo a quelli di qualche primate della Chiesa che in lui s’incarnavano; e, tuttavia, nonostante questo, nonostante l’ignoranza, l’analfabetismo o il plagio ideologico ch’essi subivano, riuscivano a mantenere una propria personalità indipendente, una sapienza peculiare e inattaccabile, a livello individuale o di comunità o di corporazione, poiché il passato pensava in loro vece. Cosa, oggi, del tutto impossibile agli Smagnetizzati.
Ciò che agghiaccia, peraltro, e non uso questo termine vanamente, è che tali Tecnopueri, tabulae rasae, non sono mossi da pulsioni intime e veritiere nemmeno negli atti una volta definiti passionali. Anche nel pianto o nella tragedia o nella presunta e gaia spensieratezza, danzano sulle note di un minuetto inautentico: esultano, si suicidano e s’accoppiano come agiti da una forza aliena che gl’impedisca la vera felicità. E come potrebbero esser felici se è stata estirpata la violenza dalle loro esistenze? Come può sussistere la gioia senza disperazione e sofferenza? O l’accensione celeste senza un plumbeo avello che ci richiami a sé, costantemente, nel rischio? Pensate, per un attimo, a quale sommovimento di gioia debordante ebbero nel petto i fanti nelle trincee della Prima Guerra, all’annuncio della pace. Quella, sì; quella era gioia. Gioia purissima, liberatoria, smeraldina, che apriva il cuore e la speranza. Nella pace così riconquistata crebbero splendidi memoriali, un’umanità rinnovata nella spinta alla vita, comandanti e capi, eroine e madri; questo il segreto. E poi? E poi la troppa pace ci infrollì e divenimmo avidi di violenza … tale violenza poteva, però, esercitarsi solo su sé stessi poiché il Potere, con premeditazione, ci precluse non solo il carnaio, ma lo scontro, l’insurrezione, la dura affermazione della individualità o della comunità. E ottenne tale miracolo grazie alla lenta cancellazione del passato, considerato un grumo di odio e regressione, e all’incisione di banali paradigmi di comportamento … poveri, sciocchi, di un irenismo stupidissimo … eppure efficaci poiché l’istinto era ormai dileguato. Credo che Stanley Kubrick avesse ben compreso l’arancia meccanica … la negazione della violenza, naturale nell’uomo, reca a poveri reietti alienati… il finale – l’istituzionalizzazione della violenza stessa – è sin troppo ottimistico: persino quella ci è negata oggi … ci si dirige verso la destituzione della società nel suo complesso: scuola, prigioni, polizia, droghe, sesso, eutanasia … la piattezza desertica dello psicopatico castrato ci attende …

estratto da https://alcesteilblog.blogspot.com/

La sinistra

La battaglia contro la discriminazione di minoranze di qualsiasi tipo è diventato il surrogato della tensione all’uguaglianza sociale che secondo molti pensatori, a cominciare da Norberto Bobbio era il carattere distintivo della sinistra. Ma quella eguaglianza è ormai irraggiungibile perché si fondava sulla sovranità economico – monetaria dello Stato e dunque sulla possibilità di fare politiche in senso egualitario, di creare tutele con il welfare e prevedere una redistribuzione del reddito. Venuto meno questo in nome di una omologazione planetaria sotto istituzioni non elettive e determinate dal denaro che sono ormai la buona novella della finta sinistra, viene anche meno la tradizionale dicotomia politica sinistra – destra che è tenuta in vita grazie all’esistenza residuale di gruppi che si auto situano all’estrema destra permettendo di simulare una qualche differenza. Ma è il potere che gestisce questa commedia come si è visto in maniera inequivocabile a Roma quando è venuto fuori, dal fonti ufficiali, anzi dalla stessa ministra dell’Interno Lamorgese, che si è lasciata via libera all’assalto della sede Cgil da parte dei gruppuscoli di estremisti lasciati agire in tutta libertà per poi denigrare tutti i manifestanti. Non è certo un caso se ormai si diventa fascisti se si nega una dicotomia ormai inesistente al di fuori dello spettacolo politico messo in scena dai suoi impresari.

Culto covidico

Il  professor Karol Sikora sul Telegraph commenta: “Siamo diventati un bersaglio. Nonostante le prove schiaccianti dei danni arrecati nei consueti servizi sanitari, non ci è mai stato permesso di parlarne. È stato riferito che il governo non è stato nemmeno informato sull’impatto che il blocco ha avuto sulle normali cure. Secondo me questo è uno scandalo. Quindi è un grande sollievo che l’uomo responsabile dell’assistenza sanitaria in questo paese parli dell’entità della crisi nel suo primo importante intervento. Inizierà un dibattito che senza dubbio salverà molte vite”

E continua: “Solo a partire dalla nostra esperienza all’interno della nostra rete del Rutherford Cancer Center, si stima che ci siano circa 45.000 “malati di cancro scomparsi” a livello nazionale. Dove sono? Migliaia di persone perderanno la vita inutilmente perché la diagnosi, e quindi il trattamento, è stata notevolmente ritardata. Troppi nel dibattito sul Covid vogliono solo far finta che non sia accaduto.”

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2021/07/06/gran-bretagna-libera-uscita152773

L’idiozia come reato

Fonte: Il giornale del Ribelle

L’ultima sortita è di Michela Murgia: un articolo per l’Espresso in cui, nelle parole al plurale che terminano in “i”, si sostituisce la desinenza con una pseudo vocale che va sotto il nome di schwab e che consiste in una “e” ribaltata, che si scrive così: ə. Il problema, in linea con le crociate del politically correct e delle rivendicazioni gender, starebbe nel fatto che quella “i” sarebbe prettamente maschile. Pertanto inadatta – anzi offensiva, sopraffattoria e, brrrrrr, patriarcale – quando il termine riguardi sia maschi sia femmine. Nonché, si intende, gli individui di incerta e instabile collocazione tra le due (arcaiche…) alternative. Quali appunto i cosiddetti fluid gender. O se preferite “ə cosiddettə fluid gender”.

di Federico Zamboni

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/l-idiozia-come-reato-penale

Scene di ordinaria follia

Oggi entro in un negozio, la merceria del paese, la proprietaria stava parlando senza mascherina con una ultra vaccinata, in quanto operatore sanitario RSA, che saluta e se ne va tossicchiando.

Le dico, bisogna fare attenzione ai vaccinati, spesso sono contagiosi. Mi risponde, allora dovrà fare attenzione anche a me perché mi sono vaccinata ieri. Mi sono girate le palline a trecento all’ora. Eppure era una di quelle che ascoltavano i miei ragionamenti e che sembravano darmi ragione.

Mi sono allontanata scherzando, mi ha risposto: Ma tanto metto la mascherina. Ma non lo sai che le mascherine non servono a niente per un virus minuscolo?

Le ho chiesto: e perché mai? Mi ha risposto, perché sono obbligata. Obbligata? Ma quale obbligo??? Siamo costretti se lavoriamo con il pubblico. Ma quale obbligo? Ha cominciato a sbraitarmi di libero arbitrio, che lei faceva come voleva e che io avrei fatto altrettato. Mi ha detto: perché adesso bisogna fare così. Perché tutti fanno così. Perché per potere lavorare bisogna fare così. Non ci ho più visto. Ma quale libero arbitrio? Uno ti dice che l’ha fatto perché è obbligato, e poi ti parla di libera scelta? Ma poi, quale obbligo? Un obbligo di conformismo? O il comune ha messo in atto qualche incentivo? qualche ricatto?

Le ho detto, questa è una storia che bisognerà vederla alla fine. Mi ha detto, certamente. Ho cercato di farle capire che più si vaccinano più limitano la loro e la nostra libertà. Niente da fare, è rimasta con il troglodita, primitivo “ognuno faccia come gli pare”. Che è falso: più si vaccinano più ci accerchiano con il pass. Più cedono al ricatto dei globalisti che ci vogliono marchiare. Più fanno massa, più li agevolano per il raggiungimento del loro scopo di tracciarci, ricattarci, minacciarci, indebolirci tutti.

Il loro ognuno faccia come gli pare, è falso, fallace, perché più loro fanno come gli pare, che non è neanche vero, perché molti lo fanno per paura, per inganno, per senso dell’obbligo, più gli altri vengono delimitati e un giorno forzati con la violenza? Me ne sono andata via, e andandomene via mi ha urlato: Vaffanculo! Ricambiata.

No, non sono tollerante verso i vaccinati, soprattutto quelli che non vogliono sentire ragione, gli altri si, e ce ne sono.

https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2021/05/19/scene-di-inusuale-follia/

Siamo cavie

Per un attimo cerchiamo di limare il QI fino al livello medio del cultore covidico, fingiamo di voler credere che i vaccini servano a fermare una pandemia che ha mietuto le sue vittime più che per il virus per la paura, gli errori, la disorganizzazione di servizi sanitari ridotti allo stremo dalla teoria del debito e dalle privatizzazioni. Fingiamo che ci sia bisogno di vaccinare più persone possibile, anche se la scienza fino al 31 gennaio 2020 diceva il contrario, ma se vogliamo accreditare tutto questo si deve almeno  lasciare ai cittadini che non vogliono essere del tutto sudditi della paura e di chi la gestisce,  la possibilità di scegliere quale vaccino vogliono,  non di imporre quello su cui un sistema impunito ha mangiato di più, non solo quelli occidentali già rivelatisi una catastrofe, ma tutti, quelli russi, cinesi, cubani, indiani. Quando si firma il “consenso informato” si pone la propria firma su un documento fasullo e ingannevole perché non vengono esposte – come sarebbe obbligatorio- le alternative sia in termini di cura che di vaccini, come se ci si dovesse accontentare di quello che passa il convento dei politici, della cricca mazzettara locale e dell’infame lobbismo europide. I vaccini di cui si parla sono tutti  in gran parte non sperimentati e dunque non si può davvero consigliare l’uno o l’altro, ma utilizzano diverse strategie, una più tradizionale, in qualche modo già collaudata di cui si possono grosso modo calcolare gli effetti avversi e un’altra del tutto incognita che spinge le cellule dell’organismo a fabbricare pezzi di virus come quelli di Pfizer e Moderna.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2021/02/10/siamo-cavie-ma-almeno-scegliamoci-noi-il-vaccino/

Effetti indesiderati

Ormai chiunque critica le misure prese dal governo viene sbrigativamenre definito negazionista, in realtà succede che questa attenzione esclusiva per il Covid porta a trascurare le altre patologie (tumori, malattie cardiache) che rimangono le cause più frequenti di morte; addirittura leggevo di statistiche in cui medici si lamentavano della aumentata frequenza di morti peri-natali, quelle del primo anno di vita, dovute alla difficoltà dei controlli periodici delle gravidanze durante il lockdown.

L’amore al tempo di Tinder

Ghosting è il termine che definisce l’attitudine a diventare fantasmi, sparire, smettere di rispondere a messaggi e mail. L’abbandono avviene per interruzione improvvisa, anzi per disconnessione: indifferenza all’ennesima potenza. E’ l’era di Tinder e delle “app” simili, piattaforme di incontri in cui la percentuale di continuità nella relazione è dell’1,6 per cento, secondo i dati forniti dagli stessi gestori. Nichilismo puro, ma l’ideale per chi è allergico all’impegno. Basta scorrere le fotografie, un clic e il gioco è fatto. Un altro clic e tutto sfuma, game over, come nei videogiochi.  Non siamo che pezzi di carne con gli occhi, al tempo di Tinder.

Esaurita la vita bohèmienne tanto cara ad artisti e letterati, basta con Pasolini, Valle-Inclàn e i mille altri che scoprirono la bellezza della scorrettezza e della protesta poetica. Oggi il loro impegno, i loro stessi eccessi sarebbero impensabili, e collezionerebbero migliaia di denunce dai chierici del politicamente corretto, offesi da parole, gesti, atteggiamenti di libertà sgraditi a questa o quella minoranza. Umoristi straordinari come Groucho Marx sarebbero in carcere e l’attrice simbolo del cinema muto, Mae West, verrebbe denunciata da gruppi femministi per l’allusione contenuta nella sua maliziosa domanda: Hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi? Il gioco verbale è condannato e sostituito da codici asettici, neutrali, un altro lato del potere dell’indifferenza.

L’indifferenza è un sentimento vile, volgare, che avvelena l’anima disseccandola. Nel secolo del Panopticon realizzato due secoli dopo il suo teorico, l’orrendo Jeremy Bentham, tutti contempliamo la vita degli altri tra uno sbadiglio e un momentaneo fiotto di passione. L’apatia, il rilassamento mentale, il divieto di dare un giudizio, distinguere, sono le sbarre della nuova prigione, gabbia di libertà solo apparenti.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/l-indifferenza-al-tempo-di-tinder

Italexit

Se la modernità, per Immanuel Kant, fu la scommessa dell’umanità per abbandonare l’infanzia, la post modernità sembra un tempo in cui si torna a supplicare tutela e in cui si vuole incatenare l’umanità nel carcere di un’identità cristallizzata dalla condizione di vittime o di carnefici, come se il destino fosse fissato per sempre. Il contrario della pretesa progressista.
Una singolare eterogenesi dei fini: dalla liberazione proclamata, dal soggettivismo assoluto a un nuovo comunitarismo invalicabile delle vittime, degli umiliati e degli offesi. Il clima è velenoso, da fine impero; “che fare “è sostituito da “chi sono” in un mondo diviso programmaticamente tra innocenti e colpevoli ab initio, in cui la verità riguarda solo chi riesce a convincere di aver subito un’ingiustizia o di esserne il legittimo erede. Il cambiamento culturale si percepisce e ha ormai diretta incidenza nelle architetture istituzionali e nelle politiche pubbliche, tra azioni “affermative”, quote e discriminazioni “positive” a vantaggio delle ex vittime, condizioni assai comode in un’epoca sospesa tra due estremi: lo scetticismo generalizzato unito all’acritico desiderio di credenza, delega, affidamento nichilistico a chi impone che cosa si deve fare, pensare, essere.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/la-vittima-l-eroe-del-nostro-tempo