Per fortuna c’erano, e ci sono ancora in giro per l’Italia, sempre più riconosciuti da pazienti grati, anche migliaia di medici (molti dei quali anche intervenuti più volte su questo giornale), che non si formano solo sui bollettini o viaggi premio dei Big Pharma, ma leggono, studiano, verificano, si confrontano tra loro. Questi medici sapevano dalla loro esperienza clinica che il vero killer non era il virus ma le malattie su cui si appoggiava nel suo diffondersi, e che decisivi erano quindi i rimedi per sostenere gli organi vitali deboli, e ripristinare uno stile di vita sano: il cibo naturale, il movimento, l’aria fresca, le relazioni affettive positive. Servono non confinamenti, ma depuratori dell’aria: ma su quello (guarda caso) non una parola. Il “nemico” vero, di cui scrupolosamente tacevano i bollettini di guerra dei commentatori ufficiali, erano appunto le grandi malattie intossicanti e croniche di cui muore il 70% delle persone. Però riconoscerlo, oltre a comportare precise terapie mediche, ignote ai burocrati politici, implicava la diagnosi di quale sia il male della società che esprime quei ministri, e quei “tecnici”. L’origine del male era (è) infatti la depressione, l’antico “tedium vitae” di cui parlavano già i grandi medici e filosofi latini a incominciare da Seneca. La malattia delle società ricche, come già la Roma tardo imperiale, che smarriscono nelle gratificazioni materiali i valori profondi, le forze e gli affetti duraturi, indebolendo con l’anima anche il corpo, che era stato prima lo strumento del guerriero. Perdono così anche la voglia di vivere, e quel tanto di aggressività indispensabile a combattere davvero e non solo a parole, o per finta. La soppressione di ogni spinta aggressiva è stata infatti decisiva, come sempre accade, anche nella pessima gestione dell’epidemia. Come ci ricorda Konrad Lorenz: “Se si elimina la pulsione aggressiva sparisce dalla vita umana il comando ‘attacca!’ (nel senso più originario e vasto) non spingendoci più ad affrontare un compito o un problema, fino alla creazione artistica o scientifica”.
Depressione
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