Retroguardie

Citazione

Le sciagure d’una nazione, la quale, piena di coraggio e di forze, le rivolge furiosamente contro i suoi figli, e prepara allo straniero la via, consumando miseramente se stessa, saranno sempre alto argomento di dolore, e di pianto a chi sente. E diciamo di dolore, e di pianto, perché in ogni tempo i più s’appagano di gemere, e di tacere sovra infortunii, a cui non possono porre riparo. Ma in tutti i secoli v’hanno delle anime di fuoco, che non possono acquetarsi all’universal corruttela, né starsi paghe d’uno steril silenzio.

Collocate dalla natura ad una immensa altezza comprendono in un’occhiata la situazione, e i bisogni de’ loro simili; straniere a’ vizi de’ loro contemporanei, tanto più vivamente ne sono affette; uno sdegno santo le invade; tormentate da un prepotente desío di far migliori i loro fratelli, mandano una voce possente e severa, come di Profeta, che gridi rampogna alle genti; voce, che il più delle volte vien male accolta da coloro, a’ quali è dirizzata, come da fanciulli la medicina. Ma chi dirà doversi anteporre la lusinga d’un plauso fugace alla riconoscenza più tarda de’ posteri?

A questa sola Dante mirava, e lo esprimeva in quei versi, che non dovrebbero obbliarsi mai da chi scrive

“E s’io al vero son timido amico,
Temo di perder vita tra coloro,
Che questo tempo chiameranno antico”.
Parad., c. XVII

Giuseppe Mazzini

Declinismo?

Un sondaggio condotto dalla Università di Londra, per conto del governo britannico, forse sull’ onda emozionale degli attentati e dei fatti di Parigi, avente come domanda: “come vedete il mondo nel futuro rispetto ad oggi?” ha dato il risultato -alto, forse, ma non troppo scontato- che il 72% del campione degli intervistati si sia espresso con un netto: “negativo” e solo il 5% ha risposto “positivo rispetto ad oggi”.

Immediata la reazione e i commenti del mainstream mediatico: si tratta di “sindrome da declinismo”(?!?), di una condizione psicologica di massa, perché mai come ora siamo stati bene, con i progressi nella medicina, la tecnologia avanzata e l’Occidente migliore dei mondi possibili: la solita zuppa ormai immangiabile.

Dobbiamo dire che i “laudatores” del tempo antico esistevano anche nei secoli precedenti, il colloquio in Paradiso tra Dante Alighieri e il trisavolo Cacciaguida, con tutto l’elogio delle virtù della “Firenze antica”, dove la donna “non avea catenella”, si sprecano anche nella letteratura.

Ma attenzione: gli Alighieri di turno ponevano l’accento principalmente sui valori di un mondo perduto, oltretutto scritti in epoche dove i suddetti valori ancora erano forti e universalmente riconosciuti, i moderni invece più terra terra vedono le angosce esistenziali del futuro nelle guerre, nei califfati, nel terrorismo, nella disoccupazione, nella crisi economica, nel minor numero di quattrini in busta paga o in banca.

Si tratta di paure di perdite di beni materiali e della certezza di un mondo tranquillo e preconfezionato ma non, come in passato, di perdite di categorie dello spirito.

Simone Torresani

estratto da http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=50266