La caduta delle trentenni

Ci troviamo così ad essere uno dei paesi avanzati in cui si arriva più tardi alla decisione di avere un figlio ma anche, come ben noto, uno di quelli più carenti di strumenti per la conciliazione tra lavoro e famiglia. La conseguenza di tutto questo è che più facilmente ci si trova a rinunciare ad avere figli o a limitarsi ad un figlio solo.

Fino a qualche anno fa, tuttavia, la consistenza numerica delle trentenni era ampia e questo ha limitato la caduta del numero delle nascite nel Paese. Stiamo però ora entrando in una nuova fase, in cui le potenziali madri sono esse stesse in riduzione perché provengono dalle generazioni nate dopo il 1985, quando la fecondità italiana è precipitata ai livelli tra i più bassi al mondo. Più precisamente la fascia 30-34 anni, che contava oltre 2 milioni e 300 mila donne nel 2000, è scesa oggi sotto 1 milione e 800 mila. Di fatto significa una perdita di oltre una donna su cinque. Viceversa è cresciuto il numero di donne nella fase conclusiva del periodo fertile.

figura 1

Si tratta di un processo anticipato da vari studi e ricerche ma che ora risulta pienamente in atto, mostrando anche come l’immigrazione non sia riuscita a compensarlo se non in parte limitata.

L’Italia sta quindi scivolando in una spirale demografica negativa in cui i pochi figli del passato determinano una progressiva riduzione delle madri, vincolando così al ribasso le nascite di oggi e di domani.

Alessandro Rosina in http://www.neodemos.info/la-caduta-delle-trentenni-che-inguaia-la-demografia-italiana/

Anno Zero

passionesinistra

Sono sempre stato un forte consumatore di cinema, ma dal 2000 la tipologia di film è cambiata in modo tale da rendermeli insopportabili.

Difficile individuarne una ragione precisa, in fondo i film non sono mai stati la vita, ma solo intrattenimento più o meno popolare, però. ad esempio, stasera su MTV  (che mi dicono seguita soprattutto da giovanissimi) in programma c’è Zombieland e Gamer due film-videogioco in cui la violenza è una componente fondamentale del divertimento.

Oppure, nel caso del film in locandina, destinato, presumibilmente ad un pubblico di trentenni, i personaggi sembrano indossare delle idee stereotipate, piuttosto che averle.

Una possibile spiegazione la fornisce un articolo (la fonte è riportata in calce) di cui riporto un brano, invitandovi a leggerlo per esteso:

Ricordiamo che ciò che definiamo ‘mentalità arretrata’, per il solo fatto di non essersi sviluppata sotto il martellamento mediatico, è da ritenersi ragionevolmente più credibile di una mentalità ‘formatasi’ in mezzo ad ogni sorta di campagna di ingegneria sociale e culturale.

Oggi il mondo è sempre più popolato da adulti immaturi, puri concentrati di ego e false convinzioni, che sono stati bambini cresciuti da genitori poco presenti. Bambini che – mentre i genitori sono impegnati a rincorrere le loro illusioni o a struggersi per le loro ‘inadeguatezze’ – si formano assorbendo il puro concentrato di escrementi culturali prodotto ogni giorno dai mass media. Questi ultimi alimentano la pretesa di una esistenza da cui si possa trarre un romanzo d’appendice, e la depressione, il cinismo, il disprezzo diventano i mesti punti d’arrivo il giorno in cui si prende atto che quel modello filmico per noi (e chiunque altro, se è per questo) non si avvererà. Ed ecco che sempre più spesso l’assenza di una sana struttura morale trasforma la frustrazione in violenza, ogni tipo di violenza, non esclusa quella su se stessi.”

http://www.anticorpi.info/2013/04/dal-matriarcato-alla-guerra-dei-sessi.html#.UX1GM4F9Uyd

Sesso e ballo

Che il ballo non sia altro che una metafora del sesso lo prova questo brano tratto da Beatrice Benelli Avanzi di balera, il Mulino, 2001 pp.69-71:

.Anche per quanto riguarda le donne, vi sono diverse tipologie di ballerine.
Le principali sono le seguenti:
a) Quelle Che Soffrono In Silenzio.
Si tratta di quelle donne che, mentre ballano, hanno dipinta sulla faccia
un’aria da vittima sacrificale. La loro espressione va da una tollerante e blandamente divertita rassegnazione, ad una noia mortale; da un’ allarmata incredulità rispetto a quello che il partner riesce a combinare con i propri piedi. ad uno scetticismo profondo circa il fatto che la
serata possa offrire qualche miglioramento. È vero che questo modo di fare è giustificato dall’incapacità o dalla non particolare gradevolezza del ballerino, ma a volte un po’ più di entusiasmo e partecipazione da parte
della donna non guasterebbero, atteggiamenti dai quali la performance danzante dell’uomo potrebbe avvantaggiarsi in misura notevole.
b] Quelle Che Non Parlano Nemmeno Sotto Tortura.
Complessivamente questa categoria ricorda quella precedente, ma in questo caso la donna sembra per lo più gradire la danza e/o il partner. Tuttavia si comporta come la Muta di Portici, nel senso che ogni tentativo dell’uomo dì iniziare una conversazione trova in lei, come risposta, un costante e inspiegabile silenzio. La ragione di questo comportamento difficilmente sta nella complessità degli Argomenti che l’uomo introduce; i temi prediletti vanno da commenti sulla serata o sull’orchestra a domande finalizzate ma sicuramente innocenti del tipo: «Viene spesso a ballare?». Minore considerazione viene da lui dedicata alle ragioni scientifico-epistemologiche della decadenza del mondo moderno o agli aspetti politici, culturali e religiosi della bioetica. Eppure, ogni tentativo timido dell’uomo di introdurre via via nuovi temi che suscitino un barlume di interesse nella compagna ottiene tutt’al più delle laconiche risposte del tipo sì/no. Forse, per queste donne si tratta in realtà di timidezza o di concentrazione per non sbagliare i passi, ma dopotutto non siamo mica in gara! Mi risulta di casi in cui il cavaliere, di fronte al fatto che la donna non accennava a voler smettere di ballare, né trovando corretto scaricarla, ha dovuto inventare improvvisi impegni ed andarsene dal locale pur di non continuare l’interazione con il fantasma.
c) Quelle Con il Complesso Dello Stupro.
Viene da |chiedersi perché queste donne frequentino le sale da  ballo, dal momento che il loro atteggiamento prevalente  è quello di diffidare di qualunque cosa gli uomini dicano  o facciano. Quando l’uomo le invita a ballare hanno come un sussulto, e cominciano a chiedersi che cosa il pove retto stia tramando ai loro danni. Spesso, quando accettano di ballare, o precisano subito: «Guardi che io non  ballo i lenti», come se venissero istigate ad attività illegali, oppure, non appena iniziano le note dei tanto temuti balli da mattonella, abbandonano il malcapitato cavaliere, fuggendo dalla pista con la stessa fretta di Vampire allo spuntare del sole. Quando, rassegnate (vedi categoria a) si lasciano condurre in pista, iniziano subito una battaglia in termini di centimetri di distanza, che non deve mai essere meno di 35-40 dal corpo dell’uomo. Questo rende il ballo alquanto difficoltoso, dal momento che è complicato condurre nel movimento qualcuno che  tende a sfuggire, e l’imprimere a questo tipo di ballerina il movimento rotatorio richiesto dalle giravolte del valzer necessita, da parte dell’uomo, di una notevole forza fisica e di una concentrazione mentale degne di miglior causa. È vero che la presenza in balera degli uomini non è sempre determinata dalla passione per il ballo in sé, ma è altrettanto vero che le loro ragioni non sono sempre programmaticamente subdole o perverse come queste donne sembrano ritenere.
d) Quelle Che Chiedono II Modello 740.
In realtà queste sono le donne apparentemente meno interessate al ballo, nel senso che la loro frequentazione dei dancing è più finalizzata a trovare qualche ricco accompagnatore che non a passare piacevoli serate ballando o ascoltando la musica. Sono quelle che, a volte senza nemmeno molta discrezione, cercano di ottenere informazioni sulla professione dell’uomo, sui suoi redditi in forma di beni sia mobili sia immobili. Quando questo si presenta per invitarle a ballare, lo squadrano ben bene da capo a piedi:
con un rapido sguardo riescono a valutare la consistenza della stoffa della loro giacca, se di cachemire o se una volgare mistura con altre meno nobili lane; se l’orologio I un vero Rolex d’oro o una patacca; se il mocassino è firmato o se è solo un’onesta scarpa, comoda per ballare; se la macchina parcheggiata fuori del locale supera la soglia minima del Mercedes coupé. Il livello di aspirazione «li queste donne fa il paio con quelle di altrettanti uomini, il cui scopo dichiarato è quello di trovare un’av-ventura per una sera o poco più. Spesso queste due categorie complementari realizzano interazioni soddisfacenti per ambo le parti.
e) Quelle Che Si Muovono Per Farsi Guardare.
In-dipendentemente dal fatto che sappiano muoversi con grazia o meno, che sappiano andare a tempo o no, que-ste donne scendono in pista da sole o in gruppetti di due o tre amiche e ballano, soprattutto quelle musiche da discoteca o quei balli collettivi che vengono suonati periodicamente durante la serata. Con aria molto concentrata ed ispirata queste donne, che di solito sono abbastanza giovani, si muovono in pista con atteggiamento ora languido ora decisamente provocante, simulando un interesse esclusivo per il ballo e un puro piacere nel muoversi; in realtà captano ed assorbono gli sguardi delle per-sone intorno, sguardi che sperano essere di invidia da parte delle altre donne e di ammirazione e desiderio da parte degli uomini.  Magari sono le stesse donne che, dopo essersi esibite e dopo aver occhieggiato per tutta la serata qualche giovanotto, non appena questo si fa coraggio e le invita a ballare, lo squadrano con aria di superiorità e gli rispondono con un deciso «no!».