Triage

’etica delle decisioni

In casi come questi, come fa un clinico a decidere a chi dare priorità di trattamento? L’obiettivo generale è quello di salvare il maggior numero possibile di vite, ma le strade per raggiungerlo sono diverse. Lo sviluppo di protocolli per il triage, in particolare, può seguire tre approcci diversi: l’utilitarismo, l’egualitarismo e il proceduralismo.

L’approccio utilitaristico si basa sulla premessa che gli operatori sanitari debbano massimizzare il benessere collettivo, misurato tramite una serie di indicatori di intervento tra cui, per esempio, il numero di vite salvate o il numero di anni di vita salvati. E in questo approccio la scelta dell’indicatore è cruciale per sviluppare il protocollo: se si sceglie di massimizzare gli anni di vita salvati, il medico dovrà dare priorità ai pazienti più giovani rispetto a quelli più anziani.

Il principio dell’egualitarismo, invece, prevede che le risorse e gli interventi sanitari siano distribuiti a chi ne ha bisogno in modo paritario, indipendentemente dai singoli esiti: in caso di risorse insufficienti, la priorità potrebbe semplicemente seguire la regola del first come, first served – il primo che arriva viene servito.

L’approccio procedurale, infine, prevede che le priorità siano stabilite a seconda dell’appartenenza del paziente a un determinato gruppo (per esempio la cittadinanza o il fatto di avere o meno un’assicurazione sanitaria): si tratta di un approccio che se da una parte semplifica le procedure di triage e la trasparenza del trattamento, può portare in alcuni casi – vedi l’esempio dell’assicurazione sanitaria – ad avvantaggiare la fasce più ricche della popolazione.

l’allocazione in un contesto di grave carenza (shortage) delle risorse sanitarie deve puntare a garantire i trattamenti di carattere intensivo ai pazienti con maggiori possibilità di successo terapeutico: si tratta dunque di privilegiare la maggior speranza di vita […]. Questo comporta di non dover necessariamente seguire un criterio di accesso alle cure intensive di tipo first come, first served. Le raccomandazioni sono state stilate, oltre che per rendere espliciti e trasparenti i criteri di priorità dei trattamenti, anche per “sollevare i clinici da una parte della responsabilità delle scelte, che possono essere emotivamente gravose”.

Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), che ha appena pubblicato un documento

Coronavirus, come funziona il triage (e come decidere chi curare per primo)

Anni difficili

di Anna Lombroso per il Simplicissimus – 25 febbraio 2015

Non venitemi a dire che gli “anni difficili” erano più difficili dell’oggi. La povertà era riscattata dalla speranza, l’ignoranza era una condanna o una colpa, l’ambizione era un vizio, come l’avidità, l’egoismo era un difetto,  la vanità era una debolezza, il cinismo era una depravazione, come tutto il resto soggetto a riprovazione e scandalo.

Se avevi un po’ di fortuna, anche se non eri nato nel posto giusto, nella casa giusta, dalla famiglia giusta, per via di quella lotteria naturale che giusta non è mai, potevi imbatterti in buoni maestri, potevi sottrarti alle visioni maggioritarie, potevi “non accettare”, senza essere considerato gufo o pazzo, potevi incontrare bei libri e bei film, perfino tra quelli premiati, potevi addirittura convincerti che se ti avvicinavi alla politica, avresti contribuito a “cambiare il mondo” oltre che la tua vita, potevi addirittura persuaderti che il “miracolo economico” non sarebbe sfociato nell’idolatria dei consumi, potevi addirittura illuderti che la belva del capitalismo si potesse addomesticare con le riforme,  che la marcia di guerra dello sfruttamento potesse essere fermata dal fronte unitario dei lavoratori. E le utopie non erano debolezze romantiche di allucinati fuori dalla realtà, ma il modo per sopportarla immaginando di saperla mutare in altro e in meglio.

leggi tutto in https://ilsimplicissimus2.wordpress.com/2015/02/25/renzi-legalmente-al-di-la-del-bene-e-del-male/

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Consigli ai governanti

Se conosce – soltanto un pochettino – due righe di letteratura francese dell’800 – mentre da noi spadroneggiavano gli scandali della Banca Romana e della Terni – si renderà conto di qual era l’etica d’Oltralpe. Un ministro che ha amicizie nel sottobosco dei trafficanti? Addirittura con un pregiudicato? Mon Dieu…pas possible…
Dimissioni? Ma non diciamo stupidaggini.
Le cose, all’epoca – vedere le pagine di Dumas (padre e figlio) e di Flaubert, di Hugo e tanti altri – si regolavano con un colpo di pistola di fronte alla scrivania di lavoro: era un classico. Le donne (coinvolte come mogli e madri) talvolta usavano il veleno ma, più prosaicamente, sceglievano il convento.
Carlo Bertani