Etienne de La Boétie ci ricorda quanto l’abitudine alla servitù faccia perdere di vista la condizione stessa della servitù. Non perché gli uomini «dimentichino» di essere infelici, ma perché perseverano in questa infelicità come un fatum, rispetto al quale non avrebbero altra scelta se non sopportarlo, oppure come un semplice modo di vivere al quale finiscono per abituarsi. Gli asservimenti di successo sono quelli che riescono a separare nell’immaginazione degli asserviti le passioni tristi dell’asservimento dall’idea stessa di asservimento – la quale è sempre suscettibile, quando si presenti chiaramente alla coscienza, di far nascere progetti di rivolta. Occorre avere bene in testa questo avvertimento di La Boétie per darsi il compito di tornare al «nocciolo duro» della servitù capitalistica e misurarne la profondità di incrostazione, a un livello talmente sconvolgente da non sconvolgere più nessuno: ci sono individui – chiamati padroni – che «possono» portarne molti altri a farsi arruolare dal loro desiderio e a mobilitarsi per loro.
Citato da Gabriella Giudici in http://gabriellagiudici.it/frederick-lordon-il-lavoro-salariato-paradossi-della-servitu-volontaria/